I luoghi della Passione 1 / Il Tempio di Gerusalemme e la sede del Sinedrio

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Notizie storiche

Nel mezzo di un gigantesco altopiano, su una pedana di circa dieci metri di altezza, si innalzava il Tempio di Gerusalemme, edificato per la prima volta da re Salomone sul luogo dell’antica fortezza dei Gebusei (2Sam 24 e 1Re 6). I suoi atri, riservati ai soli Ebrei, erano divisi in zone per uomini, donne e bambini. Qui, secondo la fede, troneggiava il Dio d’Israele, in una camera oscura e vuota. Qui il cielo e la terra si toccavano perciò gli Israeliti non risparmiavano fatiche e rischi per visitare in pellegrinaggio Gerusalemme, almeno una volta nella vita. Ai non Ebrei era vietato con minaccia di morte l’accesso a questa “fortezza di Dio”: per loro, però, era accessibile l’enorme “trio dei Gentili”. Profeti, scribi, dottori della Legge, e pure Gesù, trovavano uno spazio protetto dal sole, dal vento e dalla pioggia, riservato alla predicazione e alle discussioni, nel cosiddetto “Portico di Salomone”, nella parte orientale della gigantesca spianata del Tempio. Teatro dell’episodio della purificazione del Tempio potrebbe essere stato il cortile regale, nella zona meridionale.

I tre cerchi dell’immagine localizzano le possibili sedi di riunione del Sinedrio: 1) la sala quadrangolare nell’angolo sud-est del santuario vero e proprio, di cui parlano gli scritti rabbinici posteriori a Gesù e alla distruzione del Tempio; 2) una sala situata “tra le botteghe”, dove il Sinedrio, sempre secondo una tradizione rabbinica, sarebbe traslocato attorno agli anni Trenta del I secolo; 3) la boulè (luogo di riunione) di cui parla lo storiografo Giuseppe Flavio, nella valle del Tiropeon.

Dal Vangelo secondo Marco 14, 55.61b-62a.64b

 “I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano.
Il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: « Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto? ». Gesù rispose: « Io lo sono! ».
Tutti sentenziarono che era reo di morte”.

Riflessione

Il Sinedrio era la corte di giustizia del popolo di Dio. Ora questa corte condanna il Cristo, il Figlio di Dio benedetto, e lo giudica reo di morte.

L’Innocente viene condannato perché “ha bestemmiato”, dichiarano i giudici e si stracciano le vesti. Ma noi dall’Evangelista sappiamo che lo hanno fatto per invidia e odio.

San Giovanni dice che, in fondo, il sommo sacerdote aveva parlato a nome di Dio: solo lasciando condannare l’innocente Suo Figlio, Dio Padre poté salvare i colpevoli fratelli di Lui.

Attraverso i secoli, schiere di innocenti sono state condannate a sofferenze atroci. Qualcuno grida all’ingiustizia, ma sono essi, gli innocenti, che espiano in comunione con Cristo, l’Innocente, i peccati del mondo.

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