Acireale / Tra batticuori e spontaneità selezionate voci di bimbi per lo “Zecchino d’oro” di quest’anno

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Quanti bimbi, quanti genitori, tutti con il batticuore, gli occhi lucidi per l’emozione, l’ansia per la prova canora che aspetta i piccoli, felici e disinvolti come solo i bambini sanno essere. Entrare nella scuola di musica di via collegio Pennisi, ad Acireale,  “invasa” dalle voci dei piccoli cantanti in erba non è cosa che capita tutti i giorni. Quando li vediamo cantare sullo storico palco dell’Antoniano di Bologna hanno già affrontato prove su prove, ma alle selezioni la spontaneità è al massimo, vera, autentica.

Le selezioni siciliane si sono svolte in sei appuntamenti,(quella acese è stata la seconda), per concludersi poi con un giorno di festa e giochi a Montevago, e l’esibizione dei bambini selezionati durante le varie tappe siciliane, nella chiesa madre presso i Ruderi di Montevago. Ospiti della serata due cori della Galassia dell’Antoniano di Bologna, il coro “Mariele Ventre”di Ragusa nato nel 2001 e diretto da Giovanna Guastella e il coro “Voci dell’arcobaleno” di Acireale, nato nel 1999 e diretto da Giusi Nicotra.correttoAcireale -selezioni zecchino d'oro (512 x 384)

Responsabile di produzione e giudice ufficiale di queste sei tappe siciliane è stato Fabrizio Palaferri, che ha avuto modo di raccontare ciò che succede dietro “le quinte” di un appuntamento di successo che, da ben 57 edizioni tiene davanti al televisore tanti bambini, felici di ascoltare i loro coetanei e magari di sognare, “prima che sia troppo tardi” per raggiunti limiti di età, di cantare anche loro su quel prestigioso palco. Tutto nasce da un’idea di Cino Tortorella, che era già un personaggio televisivo famoso grazie alla trasmissione per la tv dei ragazzi “Zurlì, il mago del giovedì”, dove interpretava il Mago Zurlì. L’idea era di creare una sorta di festival di Sanremo per bambini, la prima edizione andò in onda da Milano il 24 settembre 1959 e l’idea di fondo fu quella di raccontare la fiaba d Pinocchio attraverso le canzoni. Momento fondamentale di quella edizione la nascita dell’albero degli zecchini d’oro, da cui il nome della kermesse canora. Nel 1961 si cercò una sede più appropriata per motivi televisivi, e Tortorella trovò terreno fertile, per una trasmissione che ormai stava consolidando sempre più il suo successo, presso i frati dell’Antoniano di Bologna.

Fabrizio Palaferri ha avuto modo di spiegare ai genitori, che numerosissimi hanno affollato le sale dove si sono svolte le selezioni, che il compito di giudice non è quello di trovare un nuovo Pavarotti e una nuova Callas ma è quello di trovare bimbi che, spontaneamente riescono a formare una simbiosi con le canzoni che intanto vengono scelte per essere presentate nella nuova edizione. Negli anni tanti autori famosi e anche sconosciuti hanno inviato le loro canzoni, e scegliere non è un compito facile, visto il livello sempre ottimo delle produzioni, ma si sa il successo è una vera alchimia e a volte è stato veramente grande. Come non ricordare Cristina D’Avena interprete del famosissimo ”valzer del moscerino” e diventata poi una delle interpreti più famose per sigle e canzoni per bambini.

Doveroso il ricordo ad una grande donna, che ha dedicato tutta la sua vita alla musica e ai suoi piccoli interpreti, Mariele Ventre, di cui ricorre quest’anno il ventennale della scomparsa, e che sarà ricordata con una manifestazione all’Antoniano il prossimo dicembre.

A prendere il suo posto, dopo la prematura scomparsa, è stata una sua allieva, Sabrina Simoni, e il coro, oggi come allora, è una presenza fondamentale nell’accompagnamento canoro dei piccoli interpreti.

Lo zecchino d’oro può essere considerato ormai patrimonio culturale italiano e, nel 2008 la targa “patrimoni per una cultura di pace”, consegnata durante una cerimonia organizzata dal Club e Centri UNESCO, è stato il giusto riconoscimento ad una “istituzione” tutta italiana, che comunque nel corso degli anni si è aperta anche alla musica internazionale con la presenza di piccoli cantanti stranieri. Auguriamo di cuore lunga vita ad una così importante e sentita manifestazione, che coinvolge ancora oggi non solo i piccoli ma anche noi adulti affascinati da un mondo fatto di note e di spontaneità.

Gabriella Puleo

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