Adam fecit – 19 / L’Eclittica e la sua importanza nella costruzione di una meridiana

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Eclittica

L’ing. Ortolani ci parla oggi dell’eclittica, che riguarda uno dei dati riportati sulla meridiana di Acireale, e ci spiega che cos’è. Nonostante il nome altisonante, è un concetto abbastanza semplice, ma è una cosa molto importante nella costruzione di una meridiana, come dice anche l’antico architetto romano Vitruvio.

OBBLIQUITÀ APPARENTE DELL’ECLITTICA 23° 27’ 36’’,56. LATITUDINE GEOGRAFICA BOREALE 37° 36’ 33’’,5. Questi i dati leggibili all’inizio del lato occidentale della meridiana. L’eclittica, che ha la stessa radice di “eclissi” (di Sole o di Luna), si può definire “traiettoria descritta apparentemente dal Sole sulla sfera celeste nel suo corso annuale” (Dizionario Devoto-Oli). Tale traiettoria è contenuta nel piano in cui avviene effettivamente il moto di rivoluzione del nostro pianeta attorno al Sole ed è quasi coincidente con quello su cui si muovono gli altri pianeti e la Luna.

L’inclinazione del piano equatoriale rispetto all’eclittica, che genera l’alternanza delle stagioni, era conosciuto da tempi immemorabili. Il valore della latitudine di un punto del globo terrestre fornisce la direzione del raggio solare, a mezzogiorno esatto, relativamente all’equinozio. Per i Greci come Eratostene (che ha misurato con buona approssimazione il raggio della Terra) o Aristarco (primo sostenitore del sistema “eliocentrico”) erano argomenti della quotidianità.

L’analemma vitruviano (secondo Barbaro, 1556)
Vitruvio e la costruzione della meridiana

La costruzione della meridiana è legata alla latitudine; infatti allontanandosi dal raggio equinoziale dell’angolo 23° 27’ 36”,56 verso sud si ottiene il solstizio d’estate, parimenti verso nord il solstizio d’inverno. Nel nono capitolo del “De Architectura” Vitruvio, parlando degli orologi come strumenti per la misura del tempo, descrive gli orologi ad acqua e si sofferma sulla costruzione di una meridiana.
Sicuramente il libro nella sua stesura originale conteneva disegni richiamati nel testo. Nel XVI secolo si ha una traduzione dal latino dell’opera; in essa nel descrivere una meridiana relativa alla città di Roma, si trova una costruzione grafica con l’indicazione della “parte del verno” e della “parte della state”.

Nino Ortolani

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