Azione Cattolica Acireale / “Una storia di bellezza”: conversazione a più voci per ricordare la professoressa Camilla Bella

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Un ricordo della prof.ssa Camilla Bella, per diversi decenni stimatissima docente di materie letterarie negli istituti statali e per due trienni presidente diocesana di Azione Cattolica, è quanto l’associazione cattolica acese ha proposto nella sede diocesana di via San Martino con una conversazione a più voci, un vero e proprio ‘salotto’ tra amici, tra riflessioni ed intermezzi musicali, dal titolo “Camilla: una storia di bellezza”, con la presenza e la testimonianza di ospiti illustri, tutti diretti testimoni dell’intenso impegno della prof.ssa Bella.
Erano presenti, tra gli altri, il vicario generale della diocesi mons. Giovanni Mammino, il vescovo emerito di Ragusa mons. Paolo Urso, l’arciprete parroco della Cattedrale don Roberto Strano ed il decano della Basilica Collegiata di San Sebastiano don Vittorio Rocca, assistente generale dell’Azione diocesana, dinanzi ad una platea di numerosi amici e conoscenti che non hanno voluto far mancare la calorosa presenza.
Camilla Bella, scomparsa il 27 aprile del 2013 in seguito ai postumi di una vile aggressione, rimane nel ricordo di molti come un’insegnante che per decenni ha accompagnato diverse generazioni di studenti e che, da vera e propria maestra di vita, ha saputo intessere una fitta rete di relazioni umane sempre in un forte calorosissimo abbraccio. Ella è stata ricordata nell’occasione quale presidente dell’Azione Cattolica diocesana, servizio che ha offerto per due trienni (dal 1980 al 1986), per un’intensa testimonianza di adesione fedele ed incondizionata alle proposte dell’associazione, cui ella aveva aderito sin da giovanissima. Come affermato dall’attuale presidente diocesana Anna Maria Cutuli nel proprio saluto iniziale ai convenuti, l’Azione Cattolica diocesana ha voluto inserire il ricordo di Camilla Bella nel solco della celebrazione di testimoni che hanno con il proprio esempio accompagnato la comunità diocesana nel cammino di fede.
Di seguito, il vicario generale ha ricordato come lo stile e la profonda sensibilità di Camilla Bella siano da considerare quale luminoso esempio cui ispirarsi, mentre mons. Urso ricordava l’amicizia che lo legava alle tre sorelle signorine Bella (Aurora, Camilla e Maria), tutte profondamente impegnate nella pastorale della parrocchia Cattedrale, il cui parroco don Roberto Strano ricordava come la propria amicizia con Camilla risalisse ai tempi in cui egli era seminarista; negli anni ’90, poi, Camilla Bella sempre in Cattedrale fu responsabile del gruppo parrocchiale adulti di Azione Cattolica nonché membro del consiglio pastorale parrocchiale.
In qualsivoglia ambito, Camilla ha offerto il proprio generoso impegno, nonostante fosse una donna che amava stare ‘dietro le quinte’, pur essendo sempre e comunque presente. Aveva un modo straordinario di comunicare, in quanto soleva affidare i propri pensieri alla scrittura, il che le consentiva, a suo modo di vedere, maggior possibilità di riflessione.
Il Venerdì Santo del 2013, appena uscita di casa insieme con un’amica per recarsi alle funzioni nella parrocchia di Santa Maria degli Angeli, subì la vile aggressione, in seguito ai cui postumi tornò, il successivo 27 aprile, alla Casa del Padre. In quell’aggressione subita proprio nel giorno e nelle ore in cui la Chiesa Universale commemora il sacrificio del suo Signore, ella ‘leggeva’ un progetto d’amore del Padre ed ha lasciato in tutti noi il ricordo di una vita essenziale che, pur segnata da non pochi sacrifici, era vivificata dal soffio d’amore dello Spirito.
In un successivo intervento, la presidente della Consulta diocesana dei laici, Barbara Sgroi, delineava la figura di Camilla Bella quale donna dell’accoglienza, qualità che ella esercitava con l’intuizione tutta femminile propria della sua persona. Come Maria Ss. è ‘Vergine fatta Chiesa’, Camilla è ‘Donna fatta Chiesa’, colei che si faceva ‘prossimo’ nei confronti di tutti, come la definiva uno dei nipoti, il quale evidenziava la particolare fecondità dell’impegno della zia in diocesi.
Ma Camilla era anche ‘donna di fede’ che, con la propria cultura ed il proprio pensiero, perfettamente incarnava il rapporto tra la Chiesa ed il mondo contemporaneo. La sua vita, affermava Teresa Scaravilli, era profondamente segnata dall’incontro con il suo Signore con il quale ella, piccola scintilla sia nella preghiera sia anche nel silenzio della meditazione, instaurava senza riserve un rapporto di dialogo senza fine. Camilla ha espresso con la propria vita la gioia di sentirsi amati da Cristo Signore ed il miglior modo di onorarne il ricordo è sicuramente di imitarne le sue grandi, profonde virtù.
Cettina Barbagallo evidenziava la capacità di ascolto da parte di Camilla nei confronti di qualsiasi interlocutore, mentre il prof. Santo Toscano, successore di Camilla alla guida dell’Azione cattolica diocesana, la definiva maestra mite, intelligente e coraggiosa testimone dei suoi tempi. La mitezza di Camilla, che il prof. Toscano inquadrava secondo una definizione del card. Gianfranco Ravasi quale ‘dono divino capace di fiorire nel cuore del credente’, contrasta un contesto sociale in cui prevale la violenza anche verbale. La mitezza è certamente un modo ‘di fare’ ma anche un modo ‘di essere’; proprio per questo motivo, la testimonianza di Camilla Bella, ‘albero grande e forte da sempre abbeveratosi alla fonte della Parola di Dio’ (così la definiva la presidente diocesana Anna Maria Cutuli nel proprio intervento conclusivo dopo l’esecuzione di un brano musicale da parte di don Vittorio Rocca), non è mai esuberante ed invadente, ma si rivela sempre profondamente efficace per la sua discrezione.

Nando Costarelli

 

 

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