Catania / Da Europe Direct, disamine sulle competenze necessarie per la Transizione Ecologica

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Futuro e competenze: la sfida della transizione ecologica” è il tema dell’incontro promosso lo scorso lunedì 23 ottobre da Europe Direct Catania nell’auditorium dell’ex Chiesa della Purità a Catania, insieme ai Dipartimenti di Giurisprudenza e Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania. Ad aprire l’incontro, i saluti di Salvo Zappalà e Pinella di Gregorio, rispettivamente Direttori del Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catania. Oltre a Rosario Sapienza, Responsabile Accademico del Centro di Documentazione Europea dell’Università degli Studi di Catania.

In questa prima parte, è stato sottolineato come sia di fondamentale importanza la collaborazione fra le generazioni e l’adozione di un approccio transdisciplinare. “Le questioni che riguardano la biodiversità non sono di esclusiva pertinenza delle discipline legate alle scienze biologiche ma riguardano anche le scienze sociali […] affinché si possa creare una società che sia connessa a quello che chiamiamo ambiente naturale“. Queste le parole di Luca Ruggiero, Docente di Geografia Economico-Politica, presentando il Progetto Biotraces che ha come obiettivo dare un contributo concreto per la difesa della biodiversità con progetti che coinvolgano le comunità locali e le istituzioni.

Auditorium ex chiesa Purità
Auditorium ex chiesa Purità

Catania / Competenze per la Transizione Ecologica: le norme

Come anticipato sopra, l’incontro si è svolto nel segno della collaborazione fra diverse discipline e Daniela Fisichella, Docente di Diritto Internazionale e dell’Unione Europea, ha esposto come la questione della transizione ecologica sia supportata da accordi internazionali e, di conseguenza, da politiche comunitarie.

Una di questi progetti è il Green Deal europeo, un insieme di iniziative politiche proposte dalla Commissione europea con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050. Per arrivare all’obiettivo della neutralità climatica il progetto prevede una serie di più piccoli traguardi che se rispettai porteranno al raggiungimento dell’obiettivo finale. Per contribuire al conseguimento degli obiettivi, mantenendo nel contempo una certa flessibilità in funzione delle circostanze nazionali, la normativa impone agli Stati membri di elaborare piani nazionali di ripristino.

La sostenibilità ambientale ed economica sono antagoniste?” È questo l’interrogativo pressante specialmente per gli imprenditori. A questa domanda, Fisichella risponde che mentre è ragionevole perseguire una sostenibilità ambientale che non frustri lo sviluppo economico, è altrettanto vero che affinché ciò si realizzi è necessaria una cooperazione a livello globale non solo europeo e programmazioni nazionali degli investimenti da dedicare alla transizione ecologica.

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Europe Direct Catania / Competenze per la Transizione Ecologica: il ruolo dell’industria

Carlo Nicolais, Institutional Relations, Communication and Sustainability VP di Maire Tecnimont, ha offerto una panoramica di come il settore della chimica verde sia in rapida crescita e di come l’Italia sia, contro tutte le aspettative, un leader silenzioso in questo campo grazie all’esperienza nel mondo della chimica dei rifiuti. Le sfide che si prospettano alle aziende sono quelle di trovare un’alternativa alle fonti fossili e fare in modo che le nuove fonti e i nuovi materiali abbiano una migliore qualità e costi inferiori tanto da diventare realmente alternativi alle fonti fossili. Un altro aspetto fondamentale che concerne il mondo della green chemistry è la grande opportunità di sbocchi lavorativi che offre alle nuove generazioni.

C’è una grande mancanza di personale a tutti i livelli, non solo come ingegneri ma anche come tecnici, i quali potrebbero essere formati a partire delle scuole superiori. I nuovi esperti della transizione energetica deve avere un bagaglio di competenze multidisciplinari che includano una conoscenza dei problemi ambientali e dell’impatto sociale che le infrastrutture industriali hanno sul territorio. Secondo la visione del gruppo societario Maire Tecnimont, di cui Nicolais è portavoce, è ormai passata l’epoca degli addetti iper-specializzati che non si domandano i possibili risultati dell’interazione tra infrastruttura, territorio e comunità locali. La figura che si adopera in questo campo è definita come di un “ingegnere umanista”.

Europe Direct Catania / Competenze per la Transizione Ecologica: le comunità energetiche

E’ una novità che viene dal passato” è lo slogan accattivante con cui Marisa Meli, Responsabile del Master in Diritto dell’Ambiente e Gestione dei Territori, introduce la realtà delle comunità energetiche. Le prime comunità energetiche si sono formate in Italia agli inizi del secolo scorso soprattutto nel Trentino-Alto Adige. Sono associazioni tra persone o tra persone e enti locali che si occupano di produrre e distribuire energia da fonti rinnovabili. Un grande aiuto per le piccole realtà locali, ma anche per le grandi città e le aziende.

Da queste unioni possono scaturire nuovi soggetti giuridici che possono essere un’associazione, una cooperativa etc., il cui obiettivo è auto-produrre e poi distribuire energia rinnovabile a tutti gli appartenenti alla comunità. Non solo le comunità energetiche apportano il loro contributo al processo di riduzione delle emissioni carbonio entro il 2050 ma diventando un soggetto giuridico, forniscono dei benefici economici, ambientali e sociali al territorio in cui sorgono.

Tania Sambataro

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