Chiesa / Presentato l’ultimo libro dedicato a Santa Venera, Patrona di Acireale

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Da sin.: R.Strano, R.Pappalardo, M.Fresta, A.Agostini

Nel corso di un incontro tenutosi nella Cattedrale di Acireale è stato presentato il volume “A Venera Patrona. Liturgia, preghiere e inni”. Opera a quattro mani, composta dall’arciprete-parroco don Mario Fresta e da don Antonio Agostini, segretario vescovile. Un tributo alla Santa Patrona, dal ‘600 costante punto di riferimento per una comunità che ne ha sperimentato la protezione in numerose circostanze, da ultimo in occasione della tromba d’aria del 5 novembre 2014.

Il libro su Santa Venera agile strumento utile alla nostra vita di fede

“Uno strumento utile per vivere l’oggi della nostra fede attraverso la preghiera e la devozione a Santa Venera” lo ha definito il moderatore della serata don Rosario Pappalardo, vicario parrocchiale. Lodevole, quindi, l’iniziativa dei due sacerdoti perchè, come sottolineato nella prefazione dal vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, in questo modo “tutti coloro che ne hanno desiderio, possano avere a disposizione un agile manualetto di preghiere in qualunque necessità si trovino”.

“La città ha sempre guardato a Santa Venera – che mostra i tre segni del vangelo, del crocifisso e della palma – come esempio da seguire, come modello cui ispirarsi. Ha fatto della sua vita un’offerta verginale, intesa come dono ai fratelli attraverso la predicazione e il servizio agli ammalati”. Ha spiegato nella prima delle due relazioni della serata don Roberto Strano, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano.

Un libro su Santa Venera per diffonderne il culto

Tascabile, agile strumento per incrementare la devozione e diffondere il culto verso la Santa Patrona acese, questo nuovo libretto sostituisce il precedente, di impostazione prettamente devozionale, oramai superato anche nel linguaggio. Esso consta di tre parti. La più corposa, quella dedicata alla liturgia, è la parte fondamentale dell’opera. La liturgia, infatti, come scrisse il Papa San Paolo VI, è la “prima scuola della spiritualità cristiana, la prima sorgente a cui attingere”. La seconda parte, più devozionale, riporta le varie preghiere composte in onore di Santa Venera. La terza parte è dedicata all’innologia, a partire dall’inno più popolare, quello composto dal sac. Castorina. Anche in questo modo, infatti, si incoraggia la partecipazione attiva dei fedeli, per cui la Chiesa suggerisce di “promuovere il canto religioso popolare in modo che […] possano risuonare le voci dei fedeli” (Sacrosanctum concilium, 118).

Nella seconda delle due relazioni, curata da don Antonio Agostini, si è passata in rassegna attraverso una serie di immagini l’iconografia della Santa. Venera come donna che unisce due culture, quella orientale e quella occidentale. L’immagine più antica si trova nella Cappella Palatina del Palazzo reale di Palermo. Si tratta di un mosaico del XII secolo. Come in quello coevo, presente nel Duomo di Monreale, la Santa è rappresentata con paludamenti orientali e la croce in mano. Altre antiche ed interessanti immagini sono: una tavola esposta nel museo diocesano di Palermo (sec. XIII), una pittura rupestre della “grotta dei Santi” in località Castelluccio (Noto), i dipinti presenti a Venezia (1470), Ascoli Piceno (1482), Otranto (sex. XV) e nella chiesa rupestre di Malvagna (Messina) del ‘500.

In ambito locale ricordiamo l’immagine a stampa di Santa Venera nel “Liber Rubeus” dei privilegi cittadini (1631) e la prima statua a mezzobusto, raffigurante la Santa in abiti carmelitani (1649), realizzata a Palermo per la chiesa del convento di Acireale. L’iconografia “classica” acese è quella codificata da Giacinto Platania nel famoso dipinto, il cui recente restauro verrà presentato il prossimo sabato 11 novembre.

Guido Leonardi

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