Comunità Sant’Egidio Catania / Il presidente Abramo: “Nel nostro programma preghiera, poveri e pace”

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Emiliano Abramo

La Comunità di Sant’Egidio è un movimento internazionale di laici presente in oltre 70 paesi nel mondo. È stata fondata da Andrea Riccardi nel 1968 e ha l’obiettivo di impegnarsi gratuitamente per chi si trova in difficoltà. I volontari usano il loro tempo per portare soccorso a chi ha bisogno.
Acquistano con l’aiuto economico esterno generi alimentari e coperte, preparano pasti per chi vive per strada, realizzano scuole di pace e laboratori per anziani.
Abbiamo parlato della comunità Sant’Egidio di Catania con il suo presidente, dottor Emiliano Abramo.

Dottore Abramo, la comunità da lei presieduta di cosa si occupa nel particolare?

Con Sant’Egidio, a Catania, proviamo a mettere in pratica quello che ci ha suggerito papa Francesco: preghiera, poveri e pace. C’è una preghiera aperta, ogni sera a Catania, a Tremestieri e ad Acireale una volta a settimana. A partire dalla preghiera si trova una sintonia e cerchiamo, assieme, i più poveri come gli anziani, ne monitoriamo più di 600 solo nel centro storico. Ci prendiamo cura dei bambini più bisognosi della città, dei senza tetto. Per provvedere a tutto ci incontriamo tre volte a settimana. Cerchiamo di muoverci in diversi ambiti e negli anni siamo riusciti a servire i più poveri.Emiliano Abramo, presidente Comunità sant'egidio catania

Qualche nuova iniziativa?

Si, il prossimo 17 maggio inaugureremo la, cosìddetta, “lavanderia del Papa”.

Cos’è?

Il Papa ci ha regalato delle lavatrici perché vuole che i poveri possano pulire i vestiti. Così daremo a tutti la possibilità di lavare e asciugare senza problemi i propri indumenti e in modo gratuito. Oltre alle lavatrici e alle asciugatrici ci saranno anche i vani doccia.

La comunità Sant’Egidio presta servizio a domicilio?

È anche a domicilio, ma soprattutto presso la nostra sede. Per esempio, una volta a settimana, il venerdì, gli anziani vengono e pranzano da noi, nei locali di Sant’Egidio. Abbiamo gli uffici legali per chi ne ha necessità e anche un doposcuola per i ragazzi.

Dottore Abramo, le problematiche degli ultimi anni, come il covid o le ristrettezze economiche che tutti stiamo vivendo, hanno inciso sulle vostre attività?

Noi partiamo da quello che la gente ci dà per aiutare i più bisognosi, in un modo o nell’altro riusciamo a reperire dei fondi. Ma ci sono anche i soldi dei nostri stipendi che in parte vengono destinati ad attività caritatevoli. Lo facciamo tutti, dai più giovani ai meno giovani. Per dire la verità troviamo sempre tanta solidarietà in città.logo comunità sant'Egidio

Per quanto riguarda il covid, ha inciso parecchio perché, purtroppo, ha generato un maggior numero di poveri e, ancora più grave, ha segnato tanto perché ha instillato una paura nella socialità. Però io sono convinto che il Signore ci dona sempre degli anticorpi tant’è che in molti è nata la voglia di aiutare chi sta peggio.

Questo si è tradotto in tanto sostegno per i lavori della comunità. Durante il covid abbiamo avuto il permesso del Prefetto per potere girare e dare sostegno a chi ne aveva bisogno. Grande problema è nato dal post covid che ha visto, soprattutto, gli anziani spaventati dalla società. Ma noi ci siamo fatti trovare pronti con una rete forte di elementi pronti a spendersi in questo senso.

Ci parla del gruppo di Sant’Egidio che sta nascendo ad Acireale?

C’è un gruppo di giovani e di adulti che chiedono di vivere lo spirito di Sant’Egidio. E’ un inizio. Andiamo insieme a trovare degli anziani, ci ritroviamo in preghiera al Santuario del Sacro Cuore con padre Orazio Barbarino. Speriamo che il signore benedica i nostri umili inizi.

Speriamo possa attirare i giovani che vivono l’oggi con tanta apatia….

La nostra realtà di Sant’Egidio punta molto sui giovani e, soprattutto, perché i giovani hanno bisogno di una proposta anche molto audace. È vero che troviamo le parrocchie più svuotate ma è anche vero che il Papa ci invita a vivere una chiesa in uscita. Ci invita a mettere insieme cose vecchie e cose nuove. Bisogna dare in mano ai ragazzi il Vangelo, e servire i poveri, per me, è una strada che porta al Vangelo, anzi viene prima.

Vuole lasciare un messaggio?

Viviamo in un tempo in cui siamo particolarmente esposti alla guerra e con una scarsa capacità di vivere e costruire la pace. Questo non è un problema geo politico ma una dimensione del cuore che vive anche un altro orizzonte che non è il grande mondo ma la nostra città. Tutto dovrebbe partire non solo dalla preghiera ma anche da azioni di pace come la solidarietà verso chi ci vive vicino. Bisogna avere, tutti, la visione di città.

 

Mariella Di Mauro

 

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