Costume / Reality show, la realtà oltre la realtà. Ma dobbiamo imparare a distinguere ciò che è da ciò che appare

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Temptation Island, attualmente in onda sulle reti Mediaset, è il reality che realizza la fantasia di quanti vorrebbero spiare il compagno o la compagna per testarne il grado di fedeltà e appurarne il comportamento in assenza della “dolce metà”. Un po’masochista nella sua struttura ideale, ma di sicuro attira molti curiosi, spinti dalla voglia di scoprire, di vedere che in fondo nessuno è immune della temute corna.reality show (620 x 877)

Grande risorsa della tv italiana, i Realities allietano le ore trascorse davanti al piccolo schermo. Presenti nei palinsesti in maniera organica già da oltre un decennio, si trascinano stancamente nella calda estate. Ritorneranno, nella nuova programmazione, ad occupare i loro spazi o non avendo niente di più “reale” da trasmettere, godranno di una espansione ancora più vasta? In prima serata, in diretta in seconda serata, primo e tardo pomeriggio, durante le ultime ore dalla mattina, in replica la notte: praticamente onnipresenti, a cui fanno seguito programmi affollati da opinionisti, commentatori e specialisti in varie discipline che si esprimono su un qualcosa che ci si ostina a voler definire materiale per studi sociologici e comportamentali.  Inizialmente, essendo una novità i cui meccanismi non erano ancora ben noti, il reality risultava imprevedibile e come tale interessante da monitorare. Ma voler far vivere ancora ciò che si e consumato in virtù di antiche vestigia, significa tutt’altro che andare avanti ma indica il voler irretire le menti fermandole su di un già vecchio presente che si fa identico nel futuro.

Ovviamente è solo un ipotesi fondata su quanto avvenuto negli ultimi anni, un timido invito a riflettere su ciò che il telespettatore è, su ciò che vorrebbe vedere, lasciandolo libero di scegliere e non nell’illusione di esserlo, limitando la qualità e varietà dei palinsesti. In un certo senso è come se il pubblico televisivo venisse educato alla visione di determinati programmi nella certezza che, alla fine di tale processo, lo spettatore, peccando  di superficialità, guarderà quello che le emittenti televisive trasmettono, credendo che sia lo specchio delle tendenze più vive al momento nella società, desideroso di integrarsi, di condividere interessi ed emozioni, sentendosi una parte dello stesso costrutto sociale.

Magari è così, è l’essere social…, o forse no.

Basta un ragionevole dubbio per rimettere tutto in discussione?

Più spazio alla gente, all’uomo comune, alla spontaneità, elementi difficili da ritrovare in un “programma” che si dichiara reale, poiché è soggetto a regole e restrizioni come tutti gli ordinari programmi.

Cavalcata l’onda del reality show che mostrava comuni individui alle prese con le situazioni più disparate, la curiosità inizia a scemare e, come per altri realities, l’attenzione degli autori si è spostata su personaggi il cui unico requisito deve essere la notorietà, come la prossima edizione del Grande Fratello in veste VIP, dal profilo sicuramente più accattivante.

Tuttavia sarebbe un errore confondere la realtà con la selezione di persone scelte allo scopo di apparire reali, impariamo a scindere ciò che è da ciò che appare e a vivere, piuttosto che essere spettatori di un ipotetico vissuto.

Vanessa Giunta

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