Crisi demografica / Cause e possibili soluzioni in Sicilia

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Anche in Sicilia è in corso una triste crisi demografica. La nostra natalità non è molto bassa però il numero di anziani è alto e, inoltre, lo spopolamento della regione si deve al fatto che molte persone cercano lavoro all’estero. Gli anziani restano in maggior numero rispetto ai giovani e alle nascite. Aumenta la pressione verso i servizi sanitari e sociali, si svuotano le aree rurali. Le soluzioni possibili per il fenomeno sono molteplici, tra cui: maggiore sostegno la maternità, creazione di posti di lavoro per spingere i giovani a non emigrare.

I numeri della crisi demografica

La Sicilia si trova in crisi demografica in quanto è passata da cinque milioni di abitanti al 31 dicembre del 2011 a 4 milioni e 833 mila al termine del 2021. In dieci anni, sono 169.575 gli abitanti persi dall’Isola. Il dato viene dall’ultimo censimento Istat e mostra un calo nel decennio del 3,4 per cento nella popolazione. In particolare diminuisce densità demografica delle aree interne, specialmente nelle province di Enna, Caltanissetta, Messina e Agrigento.

La provincia che ha perso più abitanti in questi 10 anni è Messina, passata da 649.824 del 31 dicembre 2011 ai 603.229 della fine del 2021. La provincia di Palermo è seconda a livello regionale, (perde 34.594 residenti in dieci anni), passando da 1.243.585 a 1.208.991 abitanti. Segue Agrigento che in dieci anni è passata da 446.837 a 415.887 abitanti. Caltanissetta passa invece da 273.099 abitanti della fine del 2011 ai 251.715 di fine 2021. Il caso più eclatante, in termini percentuali, è quello di Enna. Si è passati infatti da 173.451 abitanti del 31 dicembre 2011 a 156.730 di fine 2021.

I dati di natalità, età media e migrazioni

Il 2022 è stato l’anno peggiore della storia italiana per numero di nascite secondo l’ISTAT. I nati sono stati 391 mila. La Sicilia occupa il secondo posto in Italia per tasso di fecondità ma vi è comunque una crisi demografica in quanto molte persone hanno lasciato la regione o sono morte, essendo una popolazione prevalente anziana. La media di popolazione vede infatti il 13,3 per cento di persone sotto i 14 anni contro una media italiana del 12,5. Gli over 65 nell’Isola sono invece il 22,9 per cento contro il 24,1 medio nazionale, con una conseguente età media inferiore, pari a 45,2 anni contro i 46,4 nazionali.

Secondo i dati ISTAT in Italia abbiamo meno di 7 neonati e più di 12 decessi per 1.000 abitanti. Questo è il motivo per cui la popolazione non riesce ad aumentare, non è un caso se abbiamo il maggior numero di abitanti anziani d’Europa e siamo secondi solo al Giappone a livello globale. Per quanto riguarda i movimenti migratori, aumenta l’attrattività nei confronti dell’estero per i siciliani: il saldo migratorio netto sale da +88mila nel 2020 e +160mila nel 2021 a +229mila nel 2022. Lieve crescita del numero degli stranieri: la popolazione di cittadinanza straniera al 1° gennaio 2023 è di 5 milioni e 50mila unità, in aumento di 20mila individui (+3,9‰) sull’anno precedente.

I dati della popolazione anziana: Catania e Palermo a confronto

Su 21,3 milioni di italiani che risiedono nelle dieci città metropolitane, poco meno di cinque milioni sono gli over 65. Di questi 270 mila risiedono a Palermo, 231 mila a Catania. Numeri che, rapportati alla popolazione residente, restituiscono una percentuale del 22,5 per cento di over 65 nel capoluogo siciliano (il 9,1 per cento in più rispetto a 30 anni fa) e del 21,6 per cento sotto l’Etna (8,6 per cento in più rispetto al 1993). Gli anziani siciliani però sono più “giovani” in confronto agli anziani del centro-nord.

I dati di Catania sono distribuiti in modo omogeneo sul territorio. Nel capoluogo gli over 65 sono al 1 gennaio 2023 poco meno di 69 mila (il 23 per cento). Quelli residenti nella prima cintura 43 mila (20,3 per cento). Nella seconda cintura vi sono nuovamente poco meno di 69 mila (20,6 per cento). In più vi sono altri 50 mila residenti negli altri Comuni più lontani dal capoluogo (22,4 per cento). Palermo presenta uno scenario simile, pur considerando che oltre della metà della popolazione della città metropolitana è residente nel capoluogo.

Gli interventi contro la crisi demografica

In Italia ci sono 1,24 figli per donna (il primo figlio, mediamente, dato alla luce a 32 anni), e sempre meno donne scelgono di fare un figlio in quanto rischiano il posto di lavoro. L’ISTAT ha suggerito di lavorare per migliorare le condizioni di benessere delle donne e dei giovani per incentivare la natalità, implementando il welfare attuale con servizi e aiuti specifici per le famiglie. L’obiettivo deve essere quello di aumentare il benessere del Paese e delle nuove generazioni, che al momento non vedono in Sicilia alcuna prospettiva futura a livello lavorativo o familiare.

Qualche giorno fa si è svolto il Consiglio regionale dell’Anci Sicilia, a cui era presente anche il presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari. Si è parlato molto di iniziative contro la denatalità e lo spopolamento. Hanno espresso la loro volontà di eseguire azioni specifiche sul territorio per fare rientrare questi fenomeni. Pochi giorni fa inoltre è stato approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge di bilancio 2024-2026. Un miliardo di euro saranno investiti per aiutare le famiglie, i giovani e alzare la natalità. Una misura per esempio è quella di decontribuire le madri con 2 (fino a 10 anni) e tre figli (fino a 18 anni).

Martina Fidelio

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