Dentro la Tv / Startup di successo? “Shark Tank”, il nuovo programma di Italia 1 in onda il giovedì sera

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Promo: un giovane uomo fa una proposta di matrimonio a una signora anziana ed evidentemente ricca, subito dopo la dichiarazione interviene una voce fuori campo che dice: “C’è un modo più semplice per finanziare le tue idee”. Ed eccolo, il citato modo più semplice: “Shark Tank”, nuovo programma di Italia 1 in onda il giovedì sera al posto di “Le Iene Show” che per questa stagione ha chiuso i battenti.

Il nuovo programma è dedicato alle startup e, al di là di un lancio non propriamente consono allo scopo shark_tankdel programma (e, anzi, perfino fuorviante), propone un business format dedicato alle nuove idee imprenditoriali che oggi vanno tanto di moda e che sono – molto più che in passato – una possibile risposta alla crisi persistente.

I protagonisti principali – gli “squali” del titolo – sono cinque manager che hanno fatto carriera: Fabio Cannavale, presidente di lastminute.com; Mariarita Costanza, direttore tecnico di Macnil-Gruppo Zucchetti; Luciano Bonetti, presidente del gruppo Foppapedretti; Gianluca Dettori, fondatore e presidente di Dpixel; Giampietro Vigorelli, consulente pubblicitario. I 5 manager sono stati chiamati a incontrare e giudicare i loro aspiranti emuli, tutti convinti di aver trovato l’idea vincente per la loro carriera professionale e per il loro futuro.

I requisiti principali per il successo da parte dei concorrenti sono fondamentalmente due: avere un’idea assolutamente innovativa e un ottimo business plan. Se ci sono queste condizioni, i cinque “shark” rispondono alla richiesta iniziale di finanziamento degli aspiranti imprenditori, decidendo se e quanto finanziare le loro idee. Le trattative fra i proponenti e i potenziali finanziatori avvengono sotto lo sguardo delle telecamere in un tempo breve ma sufficiente a far capire in che cosa consiste l’idea innovativa e quali sono i motivi per decidere se finanziarla o no.

Prima di ottenere l’investimento auspicato, i proponenti rispondono alle domande dei manager, che per metterci dei soldi vogliono aver la certezza che il loro investimento sia effettivamente fruttifero. Per questo, sottopongono i concorrenti a una verifica di tutti i potenziali punti deboli del progetto, con richieste di precisazioni, obiezioni e domande trabocchetto. Durante la negoziazione, i finanziatori possono chiamarsi fuori in qualsiasi momento oppure chiedere una contropartita adeguata (per esempio l’acquisto percentuale di quote e di profitti) nel caso si lascino persuadere dell’utilità di un investimento a sostegno di una startup.

La puntata si snoda fra flop e successi, a seconda della proposta e della capacità di presentarla da parte degli aspiranti imprenditori. Fra le trovate premiate, quella di un bergamasco che ha inventato la “polenta take away”, da lanciare nel settore dello street food (cibo venduto per strada) che tanto va di moda oggi anche in tv, con programmi dedicati. Anche la proposta di un sensore di parcheggio multifunzionale ha conquistato il parere favorevole e il finanziamento degli investitori, come pure la produzione di mais corvino da parte di un ventenne pieno di passione per l’agricoltura. Non sono piaciute, invece, le case-albergo per i gatti, il sito di incontri basato sulla grafologia, l’etilometro da collegare al cellulare e altre proposte più o meno realizzabili.

L’esordio di “Shark tank” è stato positivo: nella prima puntata ha conquistato lo stesso pubblico del film premiato con l’Oscar “La grande bellezza” di Sorrentino, in onda contemporaneamente su Canale 5. Il pubblico è incuriosito dalle idee innovative, dalla possibilità che vengano finanziate e dal fatto che le trattative siano vere.

Marco Deriu

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