Diocesi / Fontana e Salonia spiegano al Meic la “Grammatica delle relazioni affettive”

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Si è tenuta giorno 1 dicembre nella Parocchia San Paolo ad Acireale una conferenza dal tena “Grammatica delle relazioni affettive” organizzata dal Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic).
Il presidente Santo Toscano, dopo aver rivolto un saluto, presenta i due relatori: l’assistente sociale Maria Pia Fontana e il prof. Giovanni Salonia.
Fontana introduce il suo discorso iniziando da una breve trattazione sulle emozione e sugli affetti. Le emozioni mettono in gioco il corpo e la mente: ad una nostra emozione si puó verificare  una reazione fisiologica come per esempio il rossore sul volto. Mentre i sentimenti (o affetti) mettono in gioco  un codice etico. Noi viviamo in una società fortemente emozionale dove manca un’educazione sentimentale. Quest’ultima é la qualità umana per eccellenza: l’uomo é un essere sempre in relazione e tale relazione é generativa (in senso biologico e in senso educativo). Come entrano in gioco emozioni e sentimenti nelle relazioni famigliari? Nel legame di coppia le componenti della responsabilità (codice etico)  e dell’affettività entrano in gioco soprattutto nei momenti di transizione e di crisi.  Tuttavia la nostra società preferisce legami “leggeri” e non impegnativi. Si sente dire tante volte: “il matrimonio é la tomba dell’amore” oppure “c’è amore finché dura”. Ciò evidenzia la difficoltà di prendere un impegno a lungo termine, l’alta emotività della coppia ed il venir meno della responsabilità all’interno dei rapporti umani. La dottoressa Fontana conclude il suo intervento spiegando che affinchè un matrimonio vada a buon fine c’è bisogno dell’incontro tra  il patto formale (fedeltà, assistenza reciproca, contratto civile) ed il patto implicito (insieme di aspettative, desideri, bisogni che fanno parte della storia di ciascuno).

Salonia discorre sui cambiamenti ben visibili anche nella lingua italiana: qual è il pronome più usato dai nostri nonni? Il “noi”! Mentre oggi si usa maggiormente il pronome personale “io”. Egli ritine però questo tempo fecondo, ricco per la famiglia in quanto una volta un matrimonio era sotto il segno dell’istituzione, mentre oggi il matrimonio è sotto il segno dell’innamoramento. La riflessione di Salonia pone domande serie come questa: “perchè una persona oggi non riesce a relazionarsi con l’altro? non perché sia egoista, ma perché risulta difficile metter insieme spontaneità e relazione”. E’ dall’apertura alle relazioni che io posso ricevere un arricchimento per la mia persona, e le relazioni “corpo a corpo” sono molto più impegnative rispetto a quelle “virtuali” dei social network. Questo è un passo ulteriore da compiere per i giovani quando stanno ore ed ore nella rete. Conclude affermando la cogenitorialità come modello ideale per le nostre famiglie: “Bisogna educare i nostri figli alla diversità che si incontra. Bisogna educarli all’interiorità che pensa, bisogna educarli secondo le tre prospettive della cogenitorialità che sono: rispetto (per ciò che dici come padre), interesse (per ciò che si dice) e  gratitudine”.

 

Riccardo Naty

 

Conferenza "Grammatica delle relazioni affettive"

 

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