Diocesi / Ordinazione sacerdotale: ad Acicatena il gioioso “Eccomi” di don Riccardo Leonardi

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L’ordinazione sacerdotale del diacono Riccardo Leonardi, sodale della Congregazione dei Padri dell’Oratorio di San Filippo Neri di Acicatena, ha costituito un momento storico per la chiesa della ‘Divina Misericordia’ (Chiesa Nuova) di San Nicolò.
Per la prima volta, infatti, quella comunità ecclesiale ha ospitato una cerimonia particolarmente attesa, nonostante il periodo in cui la pandemia del ‘Coronavirus’ sta affliggendo il mondo intero, anche se la morsa sembra progressivamente allentarsi e, pian piano, si cerca di ritornare ad una situazione di normalità.
Un clima di grande festa si respirava giovedì 4 giugno scorso nella comunità ecclesiale della frazione catenota. La chiesa, moderna e particolarmente spaziosa, si presentava solo parzialmente piena in quanto l’accesso vi è stato contingentato e riservato solo a persone espressamente invitate, tanto che è stato possibile seguire la cerimonia anche in diretta streaming sulla pagina Facebook diocesana, a cura del sac. Arturo Grasso, responsabile dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Acireale.

La cerimonia era presieduta dal vescovo di Acireale mons. Antonino Raspanti e, unitamente agli emozionati familiari dell’ordinando, vi prendevano parte, insieme con i Padri Dino Magnano, Franco Burgo e Stefano Panebianco ed il fratello laico Carmelo Nicotra dell’Oratorio di Acicatena, il vicario generale diocesano mons. Giovanni Mammino, i sacerdoti Andrea Sciacca, Raffaele Stagnitta e Gaetano Pappalardo, rispettivamente segretario vescovile, vice rettore e direttore spirituale del seminario acese, padre Salvatore Alberti, preposito dell’Oratorio di Acireale dove don Riccardo ha trascorso alcuni anni di cammino spirituale, il diacono Sebastiano Genco, nonché mons. Alfio Salemi ed il canonico sac. Salvo Gulisano, parroci ‘in solido’ della parrocchia ‘San Luigi Gonzaga’ di Catania, comunità di origine del novello sacerdote.

Pochi istanti dopo l’accoglienza del vescovo, con il canto ‘Christus vincit’, aveva inizio la solenne cerimonia, con il canto di ingresso ‘Lo Spirito del Signore’. La Liturgìa della Parola, come evidenziato dal vescovo nell’omelìa, invitava alla contemplazione della presenza sacerdotale del Cristo nell’Eucaristìa. La prima lettura, tratta dal ‘Libro della Genesi’, presentava la figura di Melchisedec, re pagano di Salem e sacerdote di Dio altissimo; egli, offrendo pane e vino, benedice Abramo, padre dei credenti. La figura di Melchisedec emergeva ancora dall’invocazione del salmo responsoriale e dalla seconda lettura, tratta dalla ‘Lettera agli Ebrei’, nella quale questi prefigura Cristo, sommo sacerdote che offre se stesso in cibo spirituale agli uomini proprio con il dono dell’Eucaristìa, di cui è annuncio e profezia la prima moltiplicazione dei pani e dei pesci, citata nella pericope evangelica lucana.
Cristo, che nel deserto nutre materialmente il suo popolo, prefigura proprio l’istituzione del sacramento eucaristico, nutrimento spirituale che aiuti il popolo a crescere nella fede e tale missione è affidata poi agli apostoli ed ai loro successori (vescovi e presbiteri) nel ministero. Come cita San Pietro nella sua Lettera, il sacerdote, che è espressione di paternità spirituale, è chiamato ad operare ‘non per spadroneggiare, bensi per far crescere nello Spirito il popolo di Dio’.

A conclusione dell’omelia, aveva inizio la Liturgìa dell’ordinazione: dopo che l’ordinando, chiamato per nome dal diacono, era presentato al vescovo e rispondeva con il suo gioioso ‘Eccomi!’, il preposito padre Dino Magnano chiedeva a nome della Santa Madre Chiesa che l’eletto fosse ordinato presbitero, attestandone la dignità in base alle informazioni raccolte presso il popolo cristiano e secondo il giudizio di coloro che nel tempo ne hanno curato la formazione spirituale.
Il conferimento dell’ordine presbiterale non può, comunque, prescindere dalla volontà che l’eletto ne assuma gli impegni e manifesti la propria promessa di filiale rispetto ed obbedienza al vescovo. Dopo il canto delle Litanie dei Santi, con la preghiera di ordinazione con l’imposizione delle mani sul capo, l’eletto finalmente era sacerdote; seguivano alcuni riti esplicativi, come la vestizione degli abiti sacerdotali, l’unzione crismale, la consegna del pane e del vino per il sacrificio eucaristico ed infine l’abbraccio di pace con il vescovo ed i presbiteri presenti.
Prima della conclusione della cerimonia, padre Dino Magnano formulava al novello sacerdote l’augurio personale e dei sodali della Congregazione di Acicatena, evidenziando alcuni aspetti fondamentali che regolano la vita di quella comunità oratoriana: l’incondizionata obbedienza al Papa ed al vescovo, ma anche la totale adesione alla tradizione del ‘Depositum Fidei’ trasmesso dagli Apostoli.

Don Riccardo, poi, ringraziando il vescovo, il preposito ed i sodali della sua Congregazione, nonché sacerdoti della propria comunità di origine, i confratelli nei ministeri ordinati del diaconato e del sacerdozio ed i fratelli e le sorelle del popolo santo di Dio, evidenziava come Dio chiami e sia sempre presente nella vita umana. Dio sceglie liberamente i suoi ministri, i quali altrettanto liberamente decidono di aderire alla chiamata divina. La Chiesa, comunque, vive e cammina solo in presenza di una relazione sincera tra il vescovo ed i presbiteri, ma vive anche attraverso il sostegno spirituale della preghiera di tutti, in ringraziamento a Dio che continua incessantemente a farsi dono.
A San Filippo Neri ed alla Vergine Maria, che la Congregazione catenota venera quale Patrona sotto il titolo di Madonna di Fatima, e che lo stesso San Filippo Neri riteneva vera fondatrice della Congregazione dell’Oratorio, egli chiede che gli siano guide preziose nel cammino sacerdotale di orazione e di perfezione evangelica.

Nando Costarelli  

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