Cala il sipario sul GP del Messico con il trionfo di Norris e la ricomparsa delle Ferrari, ma tutto può ancora succedere
Solo 4 gare al termine del mondiale che sembrava già chiuso con il sigillo di Oscar Piastri. Improvvisamente è diventato più aperto che mai, con una sola certezza: la McLaren ha vinto il titolo costruttori già da qualche gara
Il mistero della McLaren scomparsa
Se Austin aveva riaperto il mondiale piloti con un incredibile Max Verstappen che, inaspettatamente, aveva ripreso a combattere attivamente per il mondiale numero 5 in carriera e con un Norris che si era messo ad inseguire da vicino il compagno di squadra Oscar Piastri, il Messico cambia completamente le carte in tavola. Il Paese “de los muertos” in questi giorni vede, infatti, lo “swap positions” delle due papaya nel mondiale piloti con Norris leader e Piastri che insegue da vicino a meno un punto dalla vetta e Max dietro, a meno 36 che aspetta solo un passo falso della scuderia di Andrea Stella per salire in vetta alla classifica piloti.
Un cambio di rotta completamente inaspettato fino alla prima settimana di settembre che aveva visto l’australiano della McLaren saldamente al primo posto del mondiale, ad una buona distanza di sicurezza dall’inglese del suo team, senza contare la distanza abissale che lo separava dall’olandese della Red Bull. Un cambio repentino dovuto, in parte, alla ritrovata competitività della Red Bull numero 1 di Max, in parte, ad una guida sottotono dei piloti dell’astronave Papaya ma, soprattutto, alla scomparsa della monoposto di Piastri da dopo il GP di Monza. Dopo ben 7 vittorie e 7 podi in 16 gare, ecco chiudere la striscia di podi – fino ad ora – per Piastri che registra il suo ultimo podio nel terzo posto del GP di Monza. Dopodiché tutte gare a dir poco anonime: ritiro ad Azerbaijan, quarto a ..
CONTINUA A LEGGERE l’articolo di Noemi Di Benedetto su www.cittànuova.it
