Università / Veltroni ai Benedettini di Catania: “la fantasia come atto rivoluzionario”

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conferenza Veltroni
La locandina dell'evento

Nell’auditorium “Giancarlo De Carlo” del Monastero dei Benedettini di Catania, ha avuto luogo un incontro pubblico tra lo scrittore ed ex politico Walter Veltroni, tra diversi giovani universitari. Un evento promosso dalla Scuola Superiore dell’Università di Catania con SUPERTalks, un ciclo di eventi costituito da conferenze e workshop con alcune delle voci più autorevoli del pensiero contemporaneo.

Veltroni ai Benedettini di Catania / L’autoritarismo costituito da tre pilastri

Un focus particolare è stato dedicato al concetto di autoritarismo che, secondo lo scrittore, è fondato su tre verbi: immaginare, credere, costruire. Secondo Veltroni, “i regimi autoritari non amano l’immaginazione, ma amano la propaganda”. Aggiunge che “l’immaginazione è un gigantesco potere della libertà, si immagina per poter entrare in relazione con gli altri”. Viene citato inoltre come sprechiamo il nostro tempo sul cellulare togliendo spazio alla nostra immaginazione, a scapito di quella fantasia definita “strumento meravigliosamente rivoluzionario”, citando il celebre discorso di Martin Luther King nel 1963 “I have a dream”, che era il racconto di un sogno.

conferenza Veltroni Catania
Da sx: Maria Elena Arrigo, Walter Veltroni e Vincenzo Scarvaglieri

Credere: la mobilitazione delle masse

L’attenzione si è spostata anche sul verbo credere:  “credere a ciò che dici è la più alta forma di libertà”, dichiara Veltroni. E aggiunge inoltre  “che non si ha il vuoto dentro”, esempio lampante le manifestazioni verso la pace del conflitto Israelo-palestinese. Soffermandosi sui giovani, aggiunge che non devono abbandonare mai il dubbio e non credere mai alle “verità assolute”.

Costruire con le parole 

Veltroni si è soffermato poi sul verbo “costruire”, partendo dal ruolo fondamentale delle parole poiché le dittature sono le prime a vietare “l’uso delle parole”. Queste invece, sono straordinariamente importanti oggigiorno. “Sono le parole che costruiscono”, evidenzia Veltroni citando esempi su come ci possa far piacere “un amico che utilizza le parole simili alle nostre” o meglio ancora un “professore che spiega bene con le parole”. Un altro esempio che ha ricordato Veltroni durante la conferenza, è il celebre no di Franca Viola, vista come parola di “resistenza” nel 1965 al suo stupratore ai tempi del “matrimonio riparatore”.

                                                                                               Davide Zagami