Generatività / Le parole di Papa Francesco

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Le parole pronunciate da Papa Francesco in merito alla generatività, in particolare sulla scelta di non avere figli e magari avere tanti animali per casa, hanno acceso tante polemiche. Eppure la procreazione, sul piano antropologico, è uno degli atti sacrali della trasmissione culturale poiché utile e funzionale alla conservazione della specie. I social si sono scatenati con vignette più o meno satiriche, alcune anche di dubbio gusto, storpiando quanto affermato dal Santo Padre. Come se avesse voluto contrapporre l’amore per gli animali a quello dei figli.

Non si è tenuto, invece, in debito conto che solleva una questione seria legata al calo demografico e all’invecchiamento della popolazione. Tra l’altro non si tratta di un tema nuovo ma, al contrario, dibattuto da tanto tempo, malgrado le politiche a favore delle famiglie. Gli studi sul calo delle nascite hanno cercato cause e rimedi senza trovare risposte efficaci. Spesso si è fatto riferimento alla mancanza di servizi che non permettono alle donne di poter conciliare il lavoro con le necessarie esigenze di accudimento dei figli.

Generatività / Le parole di Papa Francesco: natalità e benessere economico

Rappresentativo, a questo proposito,  è uno studio sull’Emilia-Romagna una delle regioni più ricche d’Italia e che fino alla metà degli anni novanta aveva i migliori servizi dell’infanzia che attiravano gli esperti di tutta l’Europa. Eppure in quel periodo il tasso di natalità era di 0,9. Quindi la crescita economica e l’organizzazione dei servizi per l’infanzia non sembrano essere i parametri con cui confrontarsi per la decrescita della popolazione. D’altronde, la Germania, che è il paese europeo più prospero da anni, soffre una crisi di natalità. Il paradosso è che la crescita economica e dei servizi non è sinonimo di una maggiore fertilità.

Basti citare, a questo proposito, quanto successo con la promulgazione delle leggi fasciste per il sostegno alla natalità. Le classi proletarie e contadine hanno colto immediatamente l’occasione mentre le famiglie borghesi rimasero tiepidi. Con la crescita economica, al contrario di quanto si possa pensare, i tassi di natalità si contraggono perché tendono a emergere altri interessi. Non vi è dubbio che oggi stiamo meglio che nell’ottocento o nel settecento eppure facciamo meno figli. Allora il problema della natalità investe problematiche di carattere antropologico. Fare un figlio rientra all’interno delle categorie dell’individualismo, dell’utilitarismo e del calcolo razionale. Caratteristiche che contraddistinguono i paradigmi culturali di un nuovo tipo di uomo, nato negli ultimi due secoli: l’homo oeconomicus volto alla ricerca dell’interesse individuale più che a quello collettivo.

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Generatività / Le parole di Papa Francesco

Il monito di Papa Francesco ha il pregio, invece, di accendere un dibattito più che mai necessario. Un dibattito sulla ricerca di valori che, quando investono la generatività, portano inevitabilmente verso una condizione di rifiuto di quelli che hanno da sempre guidato l’umanità. Oriana Fallaci, senza subire gli stessi attacchi del Papa, aveva posto questo problema tanti anni fa all’interno del libro “Lettera ad un Bambino mai Nato”. Lo aveva fatto descrivendo le condizioni di una donna in carriera di fronte al problema esistenziale e antropologico: “il dilemma di dare la vita o negarla”.

Non vi è dubbio che il dono dei doni dal punto di vista antropologico è dare la vita. Io dono nella speranza e nella fiducia di poter essere ricambiato. La stessa Fallaci, sempre nello stesso libro, nel colloquio immaginario con il bambino che dovrà nascere, descrive in maniera esemplare questo processo: “Ti porterò avanti lo stesso, che ti piaccia o no. Te la imporrò lo stesso quella prepotenza che fu imposta anche a me, e ai miei genitori, ai miei nonni, ai nonni dei miei nonni: su fino al primo essere umano, che gli piacesse o no”.

Generatività / Un punto di vista psicologico

Dal punto di vista psicologico gli stessi concetti vengono ribaditi dal modello relazionale simbolico nato presso il Centro Studi della Famiglia dell’Università Cattolica di Milano diretto per tanti anni da E. Scabini e V. Cigoli. Qui lo studio e l’analisi dei passaggi generazionali ha assunto valore scientifico ed è stata trovata una spiegazione a molte delle patologie che affliggono oggi le famiglie.  I loro studi sulla generatività portano alla conclusione che un albero senza radici è destinato a morire, così come senza chioma si inaridisce. Se è assodato che per lo sviluppo dei figli sono importanti i genitori e i nonni (generazioni precedenti). Ma per la continuità e per la conservazioni della specie sono necessari quelle future (figli).

Generatività / Le parole del Papa: un invito aperto a tutti

Voglio concludere invitando tutti detrattori delle parole del Papa a visitare due monumenti dei caduti realizzati da S. Incorpora, uno a Solicchiata e l’altro a Fiumefreddo  di Sicilia, in cui viene plasticamente messo in risalto il valore della generatività. Lo stesso autore in fonderia rispondendo alle domande del figlio, il quale chiedeva spiegazioni sul come mai avesse rappresentato donne incinte in un monumento per i caduti in guerra,  risponde: “Una resistenza non vinta, ma che, alla luce della vita che nascerà, proietta oltre la soglia del male e del tempo, l’uomo”.

 

Mariano Indelicato*Mariano Indelicato psicoterapeuta

*Psicologo Psicoterapeuta; Docente a.c. di Psicometria delle Neuroscienze cognitive, Università degli Studi di Messina

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