Gli extracomunitari ad Acireale: ricordati 12 anni di accoglienza in occasione della Giornata mondiale del rifugiato

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12 anni di presenza ad Acireale, 12 anni di accoglienza degli extracomunitari sul territorio acese. In occasione della Giornata del Rifugiato, che da qualche anno l’UNHCR (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati) ha fissato in tutto il mondo per la data del 20 giugno, anche ad Acireale si sono svolte delle manifestazioni per dare rilievo alla presenza dei tanti extracomunitari che sono entrati a far parte del tessuto sociale e umano della nostra città.

L'intervento di Fabrizio Sigona al tavolo delle autorità
L’intervento di Fabrizio Sigona al tavolo delle autorità

La serata svoltasi nel chiostro dell’ex Liceo classico “Gulli e Pennisi”, su iniziativa del consorzio “Il Nodo”, ha dato lo spunto agli organizzatori per testimoniare la loro pluriennale presenza nel nostro territorio. A partire dalla locandina, che riproduce un muro fatto di tanti mattoncini sovrapposti, ognuno dei quali porta il titolo delle varie testimonianze presentate nel corso della serata e che hanno rappresentato la parte centrale e più significativa della manifestazione. L’incontro, dal titolo “Il diritto di asilo”, è stato infatti articolato in due parti: la prima in cui, dopo i saluti e le presentazioni del presidente del consorzio “Il Nodo” Fabrizio Sigona, i rappresentanti dei vari enti coinvolti hanno ribadito i diritti all’accoglienza e all’assistenza degli immigrati, a partire dal sindaco Nino Garozzo, per finire con don Guglielmo Giombanco, vicario generale della diocesi in rappresentanza del vescovo Nino Raspanti, e passando per la presenza significativa dell’imam della moschea di Catania Keith Abdelhafid. Tutti hanno sottolineato il fatto, inconfutabile, che si tratta di persone dotate di dignità umana e titolari di diritti sul piano umano, sociale, culturale e religioso.

Foto di gruppo con il sindaco Garozzo (al centro)
Foto di gruppo con il sindaco Nino Garozzo (al centro)

Nella seconda parte della manifestazione, sicuramente la più importante e la più coinvolgente, sono state presentate le testimonianze di tutti coloro che, da una parte, hanno messo a disposizione nel territorio acese la loro professionalità e le loro capacità umane per accogliere e “accettare” gli immigrati, e, dall’altra, di coloro che ne sono stati i “beneficiari”. Cioè “enti, aziende e cittadini raccontano 12 anni di accoglienza sul territorio”, come recitava il sottotitolo della manifestazione. E qui sono tornati in gioco quelli che potremmo chiamare “i mattoncini dell’accoglienza” di cui si parlava sopra: il medico (Enzo Carbonaro), la vicina di casa (Nerina Leonardi), il camilliano del centro di accoglienza (fratel Vincenzo Duca), le insegnanti (Martina Nicosia e Cettina Tudisco); ma anche il responsabile della moschea di Acireale (Bouchnafa Ismail) e il mediatore culturale ex beneficiario dei progetti Sprar (Ahmed Hxmed); ma soprattutto il titolare di un noto esercizio commerciale del centro cittadino (Mario Russo), dalle cui parole è uscita fuori la figura di un immigrato, un giovane nigeriano con cui egli stesso ha instaurato un rapporto che va oltre il semplice aspetto lavorativo per entrare nella relazione umana fatta di amicizia e di condivisione, un giovane che è stato per lui anche una “risorsa”, umana e professionale, sia per la sua amabilità e la sua esperienza, sia anche per la sua conoscenza delle lingue straniere, a partire dall’arabo.

La cena multietnica
La cena multietnica

Sono appunto i mattoncini che rappresentano i 12 anni di presenza nel territorio acese del consorzio “Il Nodo”, che mediante varie cooperative di lavoro si occupa non solo di accoglienza ed assistenza agli immigrati (mediante i progetti Sprar del Ministero dell’Interno e con la collaborazione dei Comuni), ma anche di assistenza ai minori, sia extracomunitari che italiani, e di altre iniziative di inserimento giovanile nel mondo del lavoro.

Una serata che si è svolta all’insegna della pace e della fratellanza dei popoli, senza distinzione di razza, origine, provenienza o fede religiosa, e che si è conclusa con una cena multietnica, in cui erano presenti cuscùs e arancinette, frittelline e formaggio pecorino, tè arabo e aranciata, in un incontro internazionale di gusti, colori e sapori provenienti dalle due sponde del Mediterraneo. E nessuno dei cibi conteneva carne di maiale.

Nino De Maria

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