Il vicebrigadiere dei Cc Bruno Sica, cavaliere della Repubblica, esempio di dedizione verso chi ha bisogno

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vice brigadiere Sica”Non ho trovato nessuno con una fede così grande”. Con queste parole Gesù si rivolse al centurione romano che, con grande fede, lo aveva cercato per chiedergli la guarigione del suo servo affermando di credere che bastasse  una parola del Signore perché si compisse il miracolo. ”Va’ e sia fatto secondo la tua fede”, rispose Gesù a quel militare indicandolo quindi come un vero e proprio modello di fede.
Non è storia d’altri tempi. E’ vera e attuale. Lo testimonia l’operato di un carabiniere che, da qualche mese, presta servizio nella caserma di Pedara. L’“angelo” in divisa è il quarantacinquenne vicebrigadiere Bruno Sica. Arruolatosi nella Benemerita nel lontano 1987 Sica, prima di giungere a Pedara, ha prestato servizio per ben 25 anni a Trecastagni, rappresentando per la comunità locale una garanzia di legalità, di rispetto e di testimonianza forte del servizio al bene comune prima di tutto, svolgendo sempre e comunque un’azione preventiva ed educativa e non solo repressiva del crimine. Il vicebrigadiere Sica, che ha avuto modo di farsi apprezzare per il suo tratto, la sua disponibilità e l’elevata professionalità è stato insignito, il 2 giugno del 2012, dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana, prestigioso titolo onorifico conferito dal presidente della Repubblica e nato con lo scopo di “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nell’impegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini culturali, sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi ed importanti servizi espletati nella carriera militare”.
Va detto anche che Sica non è nuovo a ricevere onorificenze di natura istituzionale; infatti, nel corso degli anni, gli è stata conferita dalla Croce Rossa Italiana la Croce Commemorativa “per aver attivamente partecipato alle operazioni di soccorso e di assistenza della Croce Rossa Italiana nell’ambito dell’emergenza Sisma Haiti” e, nel 2001, la Protezione Civile con a capo Guido Bertolaso gli ha assegnato un’onorificenza nell’ambito dell’operazione “Emergenza Etna”.
Bruno, come viene amichevolmente chiamato da chi lo conosce e lo stima, oltre ad avere una grande abnegazione per il lavoro e provare un grande amore per la Benemerita, è anche un ‘volto noto’ del volontariato trecastagnese che opera mettendosi al servizio di quella parte della comunità più disagiata e con problemi.
Circa un ventennio fa, insieme con mons. Paolo La Rosa, fu uno dei soci fondatori della “Misericordia”. Nel 2010 ha iniziato a collaborare attivamente con la caritas ‘San Nicola’. ”La grande carica di umanità di Bruno è dettata soprattutto dalla sua profonda fede che gli fa vedere in chi soffre il volto di Cristo – afferma la signora Nerina Ferlito, ‘anima’ della caritas parrocchiale e collaboratrice di Sica – . E’ un uomo che vive la sua ‘difficile’ quotidianità sempre ancorato alla fede – continua – e con l’inseparabile corona del rosario, custodita gelosamente in tasca e sua fonte di rassicurazione. Bruno ha un cuore grande, magnanimo – conclude Ferlito -, quello stesso cuore di cui parla Papa Francesco.  “Conosco Bruno da quando ero seminarista a fianco di mons. Picchinenna – dice l’arciprete parroco Rosario Currò -. In occasione di solennità e feste come il Corpus Domini e Sant’Agata, lui prestava servizio in alta uniforme. Sono stato veramente felice di ritrovarlo qui in chiesa Madre impegnato, a trecentosessanta gradi nel gruppo Caritas. E’ un collaboratore sempre disponibile e dall’animo molto sensibile alle necessità di coloro che hanno bisogno. E’ lodevole quello che fa perché, nonostante la famiglia e gli impegni di lavoro, trova anche il tempo per lavorare nella vigna del Signore”.

                                                                                                                                                                               Caterina Maria Torrisi

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