Intervista / Gesuele Sciacca: “La mia vita tra i suoni della musica e gli ultrasuoni delle ecografie”

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Gesuele Sciacca

Mi hanno colpita dal primo momento in cui li ho ascoltati. Il contesto suggestivo, certo, ma Gesuele Sciacca  e  Daniela Greco lo hanno reso speciale per un’alchimia magica, proiettando, con la loro musica, fuori dal tempo e dallo spazio.
Coppia nell’arte e nella vita, lui dirigente medico lei funzionaria delle Poste, entrambi in pensione, innumerevoli concerti in teatri e sedi importanti, come al Vaticano nel 2016, quasi cinquecento testi poetici musicati, svariate collaborazioni con artisti come Battiato.

Gesuele ha condotto numerosi corsi e seminari di musicoterapia. Da alcuni anni compone musiche per i versi dei classici della letteratura, realizzando le “poesie cantate” dalla voce suggestiva di Daniela. Musica che diventa impegno sociale e messaggio esistenziale, società e vita, come lo è la grande canzone d’autore sviluppatasi da noi in Italia dagli anni Sessanta in poi, ma con la particolarità di attingere al nostro patrimonio letterario. Musica su poesie, non su canzoni. E questo colpisce: l’unire la musica alla parola poetica che resta se stessa.

Gesuele e Daniela hanno collaborato con La Voce dell’Jonio musicando i testi di Non vedo l’ora e di Versi di pace. Per Algra, invece, Gesuele ha pubblicato nel 2019 la sua prima raccolta di poesie, Come note sospese sul tempo.

Gesuele Sciacca e Daniela Greco
Gesuele Sciacca e la moglie Daniela Greco

Gesuele Sciacca, lei è musicista ma anche medico. Colpisce la fusione tra due discipline apparentemente antitetiche, l’una immateriale l’altra molto fisica…

La passione per la musica si è scontrata nella mia vita con la medicina a diciotto anni. Avevo studiato musica e realizzato con successo un provino per la RCA , mi si prospettava un contratto di alcuni anni. Mio padre mi consigliò invece il percorso più sicuro della medicina e oggi non mi pento della scelta compiuta, anche se allora mi pesò. Ho finito per fondere le due attività e oggi la mia vita si colloca tra i suoni della musica e gli ultrasuoni delle ecografie. Sia musica che medicina si applicano all’uomo e lo portano alla ricerca di un oltre.

Come si collegano musica e corpo?

Noi siamo musica, il rapporto che lega le componenti del nostro corpo è di tipo musicale e insieme fisico-matematico, come le leggi che regolano i rapporti nel cosmo. I suoni armonici, quelli che  cullano il bambino, sono collegati al rapporto di 1,6 che è quello della sezione aurea… Che è poi quello tra la contrazione e la dilatazione del cuore, quello delle proporzioni nelle statue greche, nella spirale di Fibonacci, nei colori complementari, tra il moto del pianeta e la sua stella.

Anche le particelle interne all’atomo presentano rapporti armonici. La musica coinvolge ogni area celebrale e diventa esperienza terapeutica quando ascoltiamo la musica che amiamo. Chi ha perso tutto, perfino il nome dei figli, come i malati di Alzheimer, sentendo musica inizia a cantare. Questo fa capire la sua ricchezza terapeutica, tanto più che a oggi non abbiamo farmaci che curino ma solo quelli che agiscono sugli effetti della malattia. E’ fantastico che si riattivi qualcosa che sembrava definitivamente perduto. Si aprono scenari sorprendenti.

Cosa comporta aggiungere la musica a testi poetici? Quali poesie del panorama letterario italiano avete trovato più vicine alla vostra ispirazione?

La musica può evocare ricordi, emozioni e creare suggestioni poetiche. Da poesia a musica si opera una traduzione di un testo che possiede la sua musicalità ma rimane identico a se stesso nelle parole, arricchendosi di melodia: la parola è preminente. Ho scoperto che Pascoli aveva rifiutato un adattamento musicale di sue poesie perché avrebbe comportato il rimaneggiamento delle parole.
Nella canzone invece a differenza della poesia il testo si deve adattare alla melodia, a dominare è la musica sulla parola poetica. Amo Pascoli, Montale, Quasimodo e particolarmente Ungaretti, che ha vissuto come mio padre l’esperienza della guerra, scoprendo come lui accanto alla morte il suo attaccamento alla vita.

Ogni artista ha la sua musa, qual è la musa di Gesuele Sciacca?

Dante aveva Beatrice che lo portava in Paradiso, io ho Daniela. La mia musa è lei, ma è anche il mio personale critico musicale, spesso è lei che sceglie i testi da musicare. Per lei sono il migliore compositore! Io sono ammaliato dalla sua voce. Una consonanza di vita e arte che dura da ventisei anni.

Musica e volontariato…

A settembre riprenderemo il progetto di concerti per i malati di Alzheimer, per un’associazione coordinata da un neurologo che a Catania si occupa di questi malati. Esperienza che nasce dalla professionalità ma che sarà condotta senza scopro di lucro.

Gesuele e Daniela, amici di Alessandro Quasimodo, figlio del Premio Nobel per la Letteratura modicano, saranno a Modica il 20 per la ricorrenza della nascita del nostro poeta siciliano che sarà celebrata nella sede del Museo casa natale Salvatore Quasimodo.

Marie Ortolani

 

 

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