Interviste / Fratel Carlo: “Orgogliosi del carisma camilliano e sempre all’opera per realizzare il progetto di Dio”

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Si è appena concluso l’Anno vocazionale camilliano della Provincia siculo-napoletana, un cammino che ha registrato diversi momenti di formazione, spiritualità, confronto, organizzazione.
Ne parliamo, per saperne di più, con fratel Carlo Mangione  Vicario provinciale e consigliere per la formazione in provincia.
Ci spiega cos’è e come si è sviluppato l’Anno vocazionale camilliano?
Si è aperto in tutte le comunità della provincia siculo napoletana, che comprende le regioni della Campania, Puglia e Sicilia. Ogni comunità ha riflettuto, meditato e pregato ad intra e ad extra con attivita specifiche atte a prendere coscienza del grande dono della nostra vocazione e di farla conoscere ad altri, in modo speciale ai giovani.
Cosa ne è venuto fuori per ciò che riguarda l’ Ordine, le singole comunità che i Camilliani servono e, in generale per il territorio della Provincia siculo-napoletana?
Intanto un rinnovato entusiasmo per il dono ricevuto, la vocazione camilliana, sempre attuale e proponibile. Questo è il bilancio più bello. Da questa presa di coscienza ne scaturisce il pensare e attuare alcune iniziative specifiche.
Quali sono le iniziative che possono scaturire subito?
L’ incentivazione delle Missioni camilliane parrocchiali; cioè andare in comunità parrocchiali dove noi non siamo presenti e portare il carisma di San Camillo ai malati e ai cosiddetti “sani” per far si che le parrocchie diventino vere famiglie dove ci si fa carico dei piu deboli e fragili, e tra questi i malati e i poveri.
Ci sono nuove vocazioni? Cosa pensate di fare per suscitarne di più?
Come provincia religiosa stiamo vivendo un bel risveglio vocazionale; in questi ultimi anni abbiamo avuto alcune professioni solenni, ordinazioni e attualmente tre novizi a Messina e tre postulanti ad Acireale e  a luglio prossimo un ordinazione sacerdotale a Palermo.  Tutto questo è un grande dono di Dio e una grande grazia per tutti noi. Come fare a suscitare altre vocazioni? Semplicemente vivendo con fedeltà creativa e radicale il nostro carisma e la nostra spiritualità, tutto il resto lo farà poi il Signore.

Un momento dell’assemblea di Acireale

Come vede il servizio che i Camilliani svolgete nel territorio della Diocesi?
In diocesi la presenza dei religiosi camilliani è ben radicata  dal lontano 1743. Attualmente siamo presenti ad Acireale con il centro di prima e pronta accoglienza, a Mangano con l’ istituto Giovanni XXIII per diversamente abili e la casa famiglia per malati di Aids, la Tenda San Camillo. Inoltre le nostre sorelle Ministre degli Infermi di San Camillo svolgono un prezioso servizio agli ammalati a domicilio, sensibilizzando le comunità parrocchiali.
Ci sono emergenze che vorreste coprire meglio?
Un desiderio nel cuore c’è; ritornare a prendere la Cappellania dell’ ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale, dove siamo stati presenti per ben 97 anni…….
Qual è l’apporto dei volontari?
Ad Acireale c’ è una bella tradizione di laici camilliani che hanno sempre seguito e collaborato con i religiosi:, volontari e famiglia camilliana laica. Quest’ apporto non solo è necessario ma è soprattutto arricchente ed entusiasmante per tutti, religiosi e laici
Se dovesse fare un appello, cosa direbbe?
Direi semplicemente di essere orgogliosi di avere un carisma e una spiritualità cosi forte e far si che tutto questo ci aiuti a realizzare il progetto di Dio nella nostra vita: la santità, così come Papa Francesco ci sprona ogni giorno. Una santità vissuta nella ferialità e nel quotidiano con i poveri e malati.

 La Voce

 

 

 

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