La casa sulla roccia / Maletto, don Salvatore Cucè: “La mia comunità è una grande famiglia”

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don Salvatore Cucè

A Maletto, piccolo comune in provincia di Catania particolarmente noto per la sua straordinaria produzione di fragole, nella parrocchia dei Ss. Cuori di Gesù e Maria, c’è una comunità che si è fatta famiglia accogliendo l’unicità del contributo di tutti per vivere un progetto condiviso di testimonianza di fede.

A guidarli c’è il parroco, don Salvatore Paolo Cucè, che ha cucito un percorso di reciprocità che vede bambini, giovani, adulti e anziani custodire, assieme, l’unità della parrocchia. Una casa grande dove c’è posto per tutti, al centro una roccia solida, l’amore della Chiesa.
Le loro vite – si legge in una nota stampa – sono illustrate su TV2000 nella docu-serie “La casa sulla roccia”, che racconta storie di comunità parrocchiali. Con testimonianze di laici e sacerdoti, di giovani e anziani sul senso di essere Chiesa. Chiesa intesa come una casa che accoglie tutti, che difende e cura chiunque bussi alla sua porta, rivelando un mistero profondo: l’amore per il prossimo.

Per don Salvatore Cucè la parrocchia come una grande famiglia

La parrocchia è un luogo dove ci si incontra e si resta in comunione d’intenti – spiega don Salvatore Paolo Cucè nel video ‘La casa sulla roccia: Maletto (Catania)’ che si può vedere al link
www.youtube.com/watch?v=0v4CZ6SYVqA&list=PL6UQ3Q9l9_u4yXW1rPeGjxQ6JyeLTAlDr&index=8 . Ed è qui che si realizza il sogno di Gesù di essere una cosa sola, un sol corpo e una sola anima”.

la casa sulla roccia
Un’immagine del video “La casa sulla roccia”

Destinato ai giovani, per irradiarsi poi verso tutti i parrocchiani, è il messaggio di don Salvatore: “In chiesa si entra per pregare e si esce per amare”. E l’amore è il verbo di una comunità in cammino che lo interpreta in tutte le voci possibili: ascoltare, comprendere, perdonare, essere resistenti e sensibili. Un processo che si sviluppa a partire – spiega don Cucè – da “un dialogo schietto e sincero, non ci sono muri tra me e i fedeli. Viviamo un’intesa che è anche una comunione visto che tutti perseguiamo l’unica via, quella del Vangelo, la via che porta a Gesù Cristo”.
Preti come don Salvatore non si rivolgono solo ai più abbandonati ma ad ognuno di noi. Quotidianamente ci fanno spazio, ci offrono il loro tempo, dividono volentieri un pezzo di strada e ascoltano le nostre difficoltà.

Una giornata per il sostentamento del clero

I sacerdoti, donando sé stessi, ci insegnano che Dio è la realtà più bella dell’esistenza umana”. Sono circa 32 mila in Italia i sacerdoti che – come evidenziato da Papa Francesco – si dedicano agli altri.
Per richiamare l’attenzione sulla loro missione, torna domenica 17 settembre la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero diocesano, celebrata nelle parrocchie italiane.Locandina giornata sostentamento clero

Don Salvatore, per tutti padre Salvo, è parroco da otto anni in questo paese di circa 3mila abitanti dell’area etnea. Nato nel 1978, ha ricevuto la sua formazione culturale allo Studio Teologico san Paolo di Catania, ottenendo il baccalaureato in teologia. Nel 2006 è stato ordinato sacerdote e ha cominciato il suo percorso come vicario parrocchiale in diverse realtà del centro cittadino. Da sempre in prima linea nella cura ed educazione dei più giovani, è stato insegnante di religione all’Istituto don Lorenzo Milani di Lineri, in provincia di Catania. Una formazione dedicata alle tematiche del mondo giovanile che è stata tenuta particolarmente in considerazione nel suo percorso presbiterale che oggi lo vede anche responsabile della pastorale giovanile e vocazionale del XV vicariato che comprende anche i centri di Bronte e Maniace.

L’impegno d’amore di Paolo e Annunziata

E di fedeli pronti a testimoniare la forza trainante di don Salvatore ce ne sono tantissimi. Come testimoniato dalla meticolosa organizzazione delle attività parrocchiali – presenti sul sito parrocchiamaletto.it . E anche dalle decine di persone che si sono messe a disposizione per legare la comunità con i fili stretti e robusti dell’amore condiviso.
Tra costoro ci sono certamente Claudio e Annunziata, due catechisti, che hanno vissuto storie individuali fatte anche di dubbi e riflessioni. Essi, adesso, insieme, costituiscono una bellissima testimonianza di una coppia che vive e promuove la fede cristiana.

Siamo una famiglia costruita sulle fondamenta del Signore – spiega  – che potrebbe resistere anche a un terremoto, alle prove più difficili”. Un senso di appartenenza che i coniugi ritrovano anche nei bambini del catechismo: “Noi non abbiamo figli, i primi anni sono stati difficili – prosegue Annunziata – poi ci siamo affidati al Signore. E anche poter fare il catechismo ci permette di trasmettere l’amore in un altro modo, così tutto diventa anche più semplice”. E qui, ricorda Claudio, “abbiamo trovato la nostra seconda famiglia che è imperfetta ma qui sentiamo la presenza di Dio”.

Storie e vite che s’intrecciano per crescere nel solco di una comunità edificante che raccoglie il contributo di tutti. “Dai miei fedeli non mi aspetto collaborazione ma corresponsabilità   – conclude don Salvatore – perché io non voglio servirmi di loro, ma voglio dargli la possibilità di esprimersi, di mettere in gioco i loro carismi, i loro talenti, perché credo nell’azione dello Spirito Santo che realizza grandi cose attraverso l’umano, soprattutto nell’umano”.
Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità.

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