La scienza vista da vicino – 7 / Il 6 agosto 1945, con la distruzione di Hiroshima e Nagasaki, si realizza la “rivelazione” apocalittica dell’apostolo Giovanni

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Le rovine di Hiroshima dopo il lancio di "Little Boy", con quello che diventerà il monumento alla pace

Continuando i suoi dotti interventi scientifici, il prof. Pagano ci fa ricordare le conseguenze del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki nell’imminenza della tragica ricorrenza, vedendo in esso anche un legame con le Sacre Scritture.

Le rovine di Hiroshima dopo il lancio di “Little Boy”, con quello che diventerà il monumento alla pace

Il sei di Agosto del 1945 la “rivelazione” all’apostolo Giovanni (si legga: Apocalisse 8, 6-12) entra nella realtà della storia umana: gli Stati Uniti d’America decidono di sganciare sulla città giapponese di Hiroshima (ora locale 08:15’) la prima bomba nucleare all’Uranio (Little Boy), dalla potenza distruttiva equivalente a milioni di tonnellate di tritolo (con effetti diretti e indiretti di radiazione nucleare che però il tritolo non ha), per mettere fine – è questa la tesi “ufficiale” prevalente – alla Seconda guerra mondiale, ed ottenere la resa incondizionata del Giappone. La città venne spazzata via in pochi minuti. Si stima che circa 80.000 civili siano stati disintegrati: rimasero ombre, larve umane e macerie. I morti accertati nel lungo periodo, direttamente collegabili all’evento, ammonteranno a circa 200.000 unità. I danni genetici subiti dai superstiti si trasmetteranno di generazione in generazione e provocheranno migliaia e migliaia di nascite deformi. Lo stesso effetto si è riscontrato in piante e animali, in un vasto territorio equivalente ad un quadrato di 100 Km di lato.

Quello che rimase di Nagasaki

Tre giorni dopo, il nove di Agosto, un altro ordigno nucleare al Plutonio (Fat Man) venne sganciato su Nagasaki con effetti micidiali praticamente identici. Si stima che gli effetti delle radiazioni nucleari dei due eventi si siano diffusi praticamente in tutto il globo terrestre. Scarsa (se non top secret) è l’informazione in proposito.

L’era nucleare era iniziata, bagnata dal sangue degli innocenti. I giapponesi si arresero senza condizioni. Paradossalmente, la corsa agli armamenti nucleari non si è più arrestata (sia all’est che all’ovest) e armi nucleari sempre più sofisticate hanno riempito gli arsenali di molti stati (democratici e non) con potere distruttivo decine di volte superiore a Little Boy, malgrado la ferma opposizione di uomini di scienza, statisti, associazioni e milioni di semplici cittadini. Lo spauracchio dell’arma nucleare è diventato merce di scambio nelle dispute internazionali, come l’esperienza recente e gli anni della “guerra fredda” ci insegnano.

Gli effetti delle esplosioni nucleari sulla pelle di una sopravvissuta

Alcuni (abusando della pazienza degli uomini di buona volontà) arrivano a giustificare la corsa agli armamenti (nucleari e non) come deterrente contro le guerre. È lo stesso luogo comune che troppo spesso (anche da parte di politici) si ostenta per sostenere la tesi secondo la quale il possesso dell’arma facile per tutti sarebbe un deterrente contro furti, stupri e atti vandalici. Per dimostrare la falsità di queste tesi basterebbe consultare le statistiche più elementari. Non è certo questo lo spazio idoneo per affrontare questo delicato argomento. Oggi abbiamo voluto semplicemente ricordare – ed espressamente in questo giornale dedicato a credenti – eventi atroci della storia umana, affinché quegli eventi non possano più ripetersi.

Angelo Pagano
(dirigente di ricerca dell’Istituto di Fisica Nucleare di Catania)

 

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