Imprenditoria / Storia di Giacomo Di Muro: da youtuber al “piacere di toccare con mano”

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Non ci sogneremmo mai di leggere una storia come quella del youtuber Giacomo Di Muro che sembra andare un po’ controcorrente o, forse, sarebbe più corretto dire, decisamente al contrario dell’attuale corrente socio-imprenditoriale. Eppure, in un’epoca in cui il mondo virtuale affascina e guadagna sempre più terreno – ma allo stesso tempo ci ruba furbescamente il piacere del contatto e della sostanza – c’è chi ha trovato appagamento nel fare un passo indietro rispetto ad un mondo fatto di cose che non si possono toccare, e ha riscoperto i benefici ed il piacere del “toccare con mano”.
La storia di Giacomo è la storia di un uomo che aveva sempre lavorato nel virtuale raggiungendo grandi traguardi come gestire il primo motore di ricerca italiano ma che, ad un certo punto della sua vita, mentre cerca di mettere ordine tra le sue idee perché non del tutto soddisfatto dei suoi successi, dedicandosi a realizzare personalmente i mobili di casa sua, rimane catturato ed affascinato dal processo di creazione in cui è coinvolto e che gli regala inaspettate e smisurate soddisfazioni.Lui stesso racconta in un’intervista, riportata in un comunicato stampa: Credo che chi ha voglia di creare cose e lo fa nell’etere, prima o poi abbia il bisogno impellente di toccare con mano le sue creazioni. Le mani piene di segni, tagli e vernice sono qualcosa che una app non può darti.E con queste nuove consapevolezze decide di spostare il suo lavoro dal virtuale al reale, ottenendo risultati che lo hanno enormemente sorpreso. Comincia con un’idea piuttosto semplice: quella di un coltellino, ricevuto come regalo qualche anno prima e che lui trova sicuramente utile in molte occasioni ma allo stesso tempo ingombrante e scomodo da portarsi dietro; decide, allora, di realizzarne uno che possa convenire alle sue esigenze.
Ci lavora duro per ben tre 3 mesi e dopo innumerevoli prototipi, test funzionali parziali, notti lunghe e frustranti, riesce a realizzare un coltello pratico e maneggevole basato sull’ elettroerosione, una tecnica di taglio che utilizza un filo, non più spesso di un capello, caricato di elettricità per rimuovere lentamente il materiale.Si chiama Maker Knife e Giacomo spiega nel comunicato: è il coltellino migliore che potessi fare, quello che volevo usare ogni giorno. Come me, anche altre 20 mila persone hanno pensato che fosse lo strumento perfetto per le loro esigenze, che potesse trovare utilizzo concreto in tutte le situazioni della vita quotidiana.
Di lì in poi, la sua mente ha continuato a cercare sempre nuove idee trovando nuove soluzioni: con un budget di soli 5000 euro e le sue competenze sui video virali, dopo aver studiato bene il panorama di Youtube e aver messo in atto una serie di test e di valutazioni, ha lanciato la sua startup  e i suoi  prodotti hanno avuto un grande successo: il primo ha registrato oltre 1.200.000 euro di venduto, il secondo oltre 500.000 euro a soli 30 giorni da lancio.
E ora ha iniziato a fare sul serio, perché la sua storia non è finita qui. Giacomo, infatti, ha acquistato un capannone di 3.500 mq e messo insieme un team che lui definisce “il team dei sogni: persone volenterose, brillanti e umanamente eccezionali. Insieme possiamo fare tutto!”  E poi spiega ancora nel comunicato: “Ogni membro del team non sa fare niente ma può fare tutto. Questo è lo spirito, non mi serve nessun “esperto” che venga ad insegnarci cosa fare. Vogliamo imparare tutto da soli, l’importante è avere il cervello e lo spirito per farlo. Esattamente come quando ho venduto la mia azienda IT e deciso che avrei imparato da solo a costruirmi i mobili di casa, la cucina, il camino, il letto… Non credo che ci sia un miglior modo di imparare se non quello di sbatterci la testa sopra ogni giorno. Imparare dai propri errori e trovare delle soluzioni direttamente sul campo e non solo in via teorica, credo che conferisca il know how migliore in assoluto”.
E così è riuscito nuovamente a sostituire il virtuale con un’esperienza di vita concreta; infatti, alla domanda su cosa volesse ancora fare per il futuro, lui conclude con una simpaticissima immagine: quella dei videogiochi, e ci spiega: “La vita in questo team è un videogioco. Ogni giorno raggiungiamo nuovi livelli e sblocchiamo nuove porte che si aprono su nuove possibilità che non sapevamo neanche di avere. Il futuro è molto eccitante, ma l’unica cosa che qui è vietato fare è sognare. Il nostro motto è “fuck dreams, make plans!” (fanculo i sogni, pianifica!)”.

 Cristiana Zingarino

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