Libri / “L’intervista” di Alberto Campoleoni: un giornalista a colloquio con Gesù

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L'intervista

Alberto Campoleoni nel suo libro L’intervista, presenta un giornalista a colloquio con Gesù, nello scoop della sua vita

“Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana. È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

L’intervista

Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità”. Lo scrive Barbara Alberti nella prefazione al nuovo libro di Alberto Campoleoni, “L’Intervista”, edito da Albatros e disponibile in libreria.
Campoleoni, 63 anni, è giornalista e scrittore. Ha all’attivo numerose pubblicazioni di testi scolastici, saggi su argomenti pedagogici e religiosi e diversi testi di narrativa. L’ultimo volume racconta la storia di un’intervista alla radio appunto.

Nell’intervista il giornalista a colloquio con Gesù

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L’intervista

Paolo è un giornalista vaticanista – la trama – che si trova improvvisamente alle prese con lo scoop della vita, a colloquio con Gesù. Quel Gesù che lo ha sempre affascinato, l’uomo che ha cambiato la storia e al quale tutti vorrebbero porre domande e soprattutto chiedere risposte. Sta leggendo un libro sull’uomo di Nazareth e da qui nasce un’intervista surreale, che si intreccia con i sentimenti e i turbamenti molto concreti, personali del protagonista, un giornalista ormai un po’ deluso dal proprio mestiere e in cerca di riscatto professionale e umano.

Il racconto ha una grande forza narrativa, perché alterna la dimensione onirica a quella reale e concreta della vita di Paolo e attraverso la sua specialissima intervista lascia emergere i tratti e le vicende di Gesù, una persona provocante, che si fa vicino all’esperienza e alla storia di ogni donna e uomo, anche oggi.

L’intervista: la forza narrativa del racconto

“A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde. Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo – prosegue Alberti -. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: ‘Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov’”.

I libri maestri di vita

Per la Alberti, i libri sono amici pazienti che ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo. Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire”.

Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana “Nuove voci” – al cui interno è presente il libro di Campoleoni – una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte.

“L’editore – conclude Barbara Alberti -, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze”.

Andrea Regimenti

 

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