Libri / La”Guerra Ucraina” vista da Domenico Gallo

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presentazione libro Guerra ucraina

Ad Acireale, presso il Palazzo del Turismo in via Ruggero Settimo, si è tenuta alla presenza di un nutrito pubblico,  la presentazione del libro di Domenico GalloGuerra Ucraina”. L‘evento era organizzato dal Coordinamento per la Pace, col patrocinio del Comune e con la partecipazione della Caritas Diocesana.

Citto Leotta, del Coordinamento acese per la pace, nell’introdurre il volume del noto magistrato, evidenzia come la raccolta di articoli di Gallo si legga con interesse come fosse un romanzo. Il testo coinvolge il lettore e lo proietta nella situazione storica della guerra che da oltre un anno si sta combattendo in Ucraina. Guerra che sembra una partita a scacchi con la morte e il cui esito – se non si arrivasse a un cessate il fuoco e al negoziato- sarebbe l’annientamento.
Domenico Gallo, politico e giornalista, impegnato nella difesa dei valori costituzionali, è  qualificato alfiere delle speranze a cui guarda chi sostiene la pace.

La Guerra ucraina vista da Domenico Gallo

Nel prendere la parola l’autore ripercorre alcune dinamiche storico-politiche che hanno portato alla situazione odierna della guerra avviata il 24 febbraio 2022. Contrapposizione formale di Russia e Ucraina, ma di fatto di una Russia nazionalista e degli Stati Uniti. Contrapposizione preparata da scelte belliche e politiche aggressive come la guerra in Iraq, da una consistente corsa agli armamenti, dallo spostamento a Est della Nato.Domenico Gallo presenta il suo libro Guerra ucraina

La guerra, prevedibile, era anche prevenibile. Nel dicembre del 2021, nel momento di forti tensioni tra la Russia e la Nato, la Russia aveva pubblicato una bozza di trattato per niente presa in considerazione. E a guerra avviata il 16 marzo di quest’anno il Financial Times aveva pubblicato una ulteriore bozza di accordo accompagnata dal silenzio delle cancellerie occidentali. E’così saltata a fine marzo la possibilità di porre fine alla guerra ucraina.

Essa, inoltre, ha cambiato natura, superando la fase di difesa da un’aggressione esterna prevista dall’art. 51 della Carta dell’ONU e configurandosi invece come uno scontro senza esclusione di colpi e di armi efferate. Armi come le cluster bomb e le munizioni all’uranio impoverito, queste ultime già impiegate in Bosnia e in Kosovo. Paradossalmente non vietate da accordi internazionali ma responsabili della morte di almeno seicento soldati italiani impiegati nei  teatri bellici della ex Jugoslavia. Sono armi che resterebbero nel terreno continuando a restare letali nell’ambiente a danno della popolazione.copertina libro Guerra ucraina

Possibilità di risoluzione del conflitto

Seguono gli interventi di alcuni dei presenti. Sulla possibilità di risoluzione del conflitto, oggetto di una narrazione degli eventi quasi univoca, pesano gli interessi legati alla fornitura delle armi all’Ucraina.  E anche l’atteggiamento amorfo di un’opinione pubblica pur contraria alla guerra.
D’altra parte, negare gli aiuti militari sarebbe come accettare la logica della violenza del più forte. E il rafforzamento dell’ONU e della cooperazione internazionale, auspicabili, sono ancora da costruire. Un segnale di speranza viene in questi giorni dal tentativo di pace del pontefice sia presso la Russia che presso gli Stati Uniti, dove si è recato di recente il cardinale Zuppi.

A conclusione dell’incontro, Domenico Gallo riafferma che ci troviamo di fronte a un fondamentalismo che impedisce la conclusione di questa guerra da una parte e dall’altra.
E configura un’impasse per cui la Russia potrebbe decidersi per l’atomica. Mentre l’Ucraina, almeno sul breve periodo, non può essere accolta nella Nato in quanto non può garantire adeguata sicurezza agli altri membri dell’alleanza.

Non è solidarietà quella di chi a un Paese devastato offre la prospettiva di ulteriori distruzioni e massacri. La trattativa si può tentare col cessate il fuoco e l’avvio di azioni diplomatiche, sostenendo la diplomazia del Papa e uscendo dalla logica della “vittoria” e dell’incremento dell’industria bellica, così spesso responsabile – dietro le apparenti giustificazioni di tutti i conflitti – della negazione dell’umanità che la guerra sempre rappresenta. Perché davvero si possa progettare, come dice a conclusione della Prefazione del volume Raniero La Valle, un mondo diverso.

 

Marie Ortolani

 

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