“La Chiesa, la parrocchia deve essere Casa, un luogo accogliente per tutti. Perché la Chiesa non è solo dei credenti ma di tutti, dei cattolici, degli evangelici, dei protestanti, di tutti”. Queste le parole del nuovo parroco della chiesa Madre San Leonardo Abate di Mascali, don Giovanni Marino, nominato nei giorni scorsi dal vescovo mons. Antonino Raspanti alla guida della comunità religiosa mascalese per i prossimi nove anni.
Un invito quello di padre Marino che vuole giungere ai cuori e alla coscienze di ogni parrocchiano che può trovare nella Chiesa un luogo non solo di preghiera ma anche di conforto, aiuto e consiglio.
Diacono nel 2001 a Randazzo e poi per 4 anni vice parroco della comunità Sacro Cuore sempre a Randazzo, padre Marino è stato parroco a Fiumefreddo per 6 anni, dal 2006 al 2012. Poi a Santa Venerina dal 2012 al 2025. E ora a Mascali, ufficialmente solo da qualche settimana.
Don Giovanni Marino ricorda il ministero pastorale a Santa Venerina
Padre Marino si racconta iniziando dalla richiesta giunta proprio dal vescovo Raspanti di mettere insieme il cammino pastorale delle due parrocchie di Santa Venerina, la chiesa Madre di Santa Venera e quella del Sacro Cuore.
Due realtà vicine logisticamente e che assieme contano poco più di 2200 parrocchiani.
“Mantenendo separato l’aspetto giuridico ed amministrativo – ricorda – ma unificando il gruppo catechesi, le varie associazioni e gli orari delle sante messe, ho cercato di fissare degli obiettivi che potessero migliorare la vita religiosa delle due comunità.
Non fu semplice. Ricordo solo il sisma del 2018, che danneggiò la chiesa Madre, riaperta solamente lo scorso aprile, dopo un intenso lavoro di ricostruzione e di restauro. Ma, tracciando un bilancio degli ultimi 12 anni, posso affermare che molti traguardi sono stati raggiunti.
Sono state create delle nuove realtà: il gruppo Caritas, il gruppo della catechesi, il coro interparrocchiale. Poi un gruppo sportivo dei ragazzi, un gruppo di azione cattolica, la via Crucis vivente.
Abbiamo continuato l’opera delle suore canossiane, attraverso il mantenimento dell’asilo che accoglie ben 44 bambini e creato l’associazione San Giuseppe che si occupa della mensa dei poveri. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’affetto delle persone
che mi sono state vicine.
E’ nata una grossa rete che viene incontro a tante famiglie. Ma c’è ancora tanto da fare – conclude – e sicuramente il mio successore, don Orazio Tornabene, saprà fare bene”.
I progetti di don Giovanni Marino per la nuova parrocchia
A Mascali padre Marino ha trovato una realtà che ha definito “molto variegata” e che conta 6 mila parrocchiani. “C’è una bella presenza di giovani e questo mi rincuora. Grazie all’oratorio e al lavoro fatto dai miei predecessori, ho trovato una realtà di gente volenterosa che mi ha chiesto di essergli vicino e di essere per loro un punto di riferimento. Riprenderò la visita agli ammalati e dopo Pasqua inizierò la benedizione delle famiglie per
conoscerle e farmi conoscere.
Sto cercando di fare ripartire la Caritas e di ricreare una comunità parrocchiale e cittadina. Perché la chiesa sia la casa di tutti, dove ognuno possa trovare un ambiente familiare.
Magari il credente si fermerà a partecipare alla messa, ai momenti rituali ma il tutto deve essere vissuto nella massima libertà. Perché dobbiamo accogliere chi bussa per un piatto di pasta, ma anche chi viene solo per una chiacchierata, chi ha bisogno di sfogarsi o di incontrare la gente.
Testimoniare il vangelo
L’ordinarietà – continua don Marino – deve diventare accoglienza per tutti. La chiesa non deve fare proselitismo, ma deve testimoniare, narrare un incontro che ha fatto con Gesù. Ma soprattutto dobbiamo lavorare su noi stessi, testimoniare e narrare l’ incontro che noi abbiamo fatto con Gesù.
Noi sacerdoti, che ricopriamo il ruolo di pastori, abbiamo una grossa responsabilità di cui dovremo rendere conto al Padre Eterno. A noi chiederà cosa siamo stati capaci di trasmettere e in fin dei conti il Vangelo è questo.
La conversione nasce perché gli altri vedono che sono innamorato di Gesù Cristo e gli altri grazie a questo amore si fidano. La comunità cristiana deve quindi ritornare ad essere innamorata di Gesù Cristo.
Purtroppo determinate tradizioni ci hanno appesantiti, la tradizione ha preso il posto della vera Tradizione quella con la “T maiuscola” che è il Vangelo. Determinati eventi servono a coinvolgere e dare il senso di comunità, ma le tradizioni non devono prendere il posto di Gesù Cristo.
Dobbiamo ritornare a stare in mezzo alla gente togliendoci di dosso quegli orpelli che ci appesantiscono. Tornare all’interno delle nostre comunità – conclude – ed essere annunciatori di Gesù, che abbiamo incontrato con il canto, con l’oratorio, con la devozione a Maria”.
La prima festa patronale a Mascali
Giovedì 6 novembre, padre Marino celebrerà la sua prima festa patronale a Mascali. In quel giorno, in occasione della solennità di San Leonardo Abate, Mascali sarà pervasa da momenti di fede intensa e di profonda commozione che accomunerà non solo Mascali, ma anche le frazioni e i fedeli provenienti da tutto l’hinterland.
Sarà un’occasione per ogni fedele, come ha fatto San Leonardo Abate, di manifestare con la parola e la vita la Speranza in Gesù Cristo.
“La nostra devozione in San Leonardo – afferma padre Marino- ci deve portare ad essere attenti ascoltatori della Parola, testimoni della Carità fraterna, operatori di giustizia e legalità”.
Angela Di Francisca
