Medicane / La Sicilia jonica in ginocchio

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Continua il maltempo lungo le coste della Sicilia jonica con l’arrivo del Medicane (Mediterranean Hurricane): critiche le giornate di venerdì 29 ottobre e di prima parte del finesettimana. Dichiarato lo stato di emergenza, allerta rossa in particolare per la Sicilia orientale, dove gli organi competenti si sono subito attivati. Salgono a 3 le vittime nella provincia di Catania. Anche il presidente della regione siciliana Nello Musumeci esprime tutta la sua preoccupazione ed esorta i cittadini a prestare la massima attenzione e limitare il più possibile gli spostamenti. Nel frattempo lo stato di allerta rischia di prolungarsi fino a domenica.

Medicane / Non un semplice evento isolato

Non parliamo di un evento isolato, né tantomeno raro. Il cambiamento climatico è sotto i nostri occhi. Il verificarsi di eventi climatici di tale entità, è il campanello d’allarme che ci avverte che qualcosa non va. Il Medicane, che in queste ore minaccia la Sicilia jonica è un ciclone mediterraneo. Il rischio è che assuma le caratteristiche e la potenza di un vero e proprio uragano di tipo 1. Precipitazioni di questo tipo non sono tipiche delle nostre zone. Eppure gli avvenimenti di questi giorni paiono smentire tali affermazioni.

«I cambiamenti climatici, la fragilità del territorio e le condizioni di dissesto sono elementi che combinati possono causare conseguenze catastrofiche». È quanto ha dichiarato lo stesso Nello Musumeci, preoccupato per le sorti della nostra isola. Non parliamo di semplici fenomeni naturali, ma di conseguenze estreme dell’intervento umano. Il riscaldamento globale ci permette di godere di giornate un po’ più calde anche nei mesi invernali. Ma se il prezzo da pagare è questo, ne vale davvero la pena?

Medicane / Come si forma un uragano?

Gli uragani sono tipici dell’oceano Atlantico e del Pacifico Orientale. Sono eventi che si formano a causa dell’aria calda e umida che evapora dal mare e incontra l’aria fredda. I venti superano i 119 km/h e le grandi masse d’aria cicloniche superano le centinaia di chilometri di ampiezza. Sono tra le tempeste più potenti sulla Terra. Si verificano nelle zone di forte umidità, dove la superficie dell’acqua supera i 26.5°C. Sfruttano la convergenza dei venti, che collidendo portano al sollevamento dell’aria causando potenti temporali.

Solitamente non si allontanano di molto dalle coste, ma può capitare che si inoltrino nell’entroterra. Quando raggiungono la terraferma perdono la loro potenza, alimentata dal mare. Gli uragani del Mediterraneo hanno alcune caratteristiche che li differenziano da quelli tropicali. La peculiarità principale è il vortice di aria calda che si sviluppa centralmente salendo dal mare verso il cielo. Come per gli uragani tropicali, l’aria calda e umida che si scontra con l’aria fredda causa la tempesta. Una volta superata la costa, la durata può variare di qualche giorno. Di norma invece, nelle zone dell’Atlantico in particolare, può arrivare a durare per qualche settimana. L’attuale Medicane che interessa la Sicilia jonica si estende per circa 300km.

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Sicilia jonica / Le province siciliane più colpite dal Medicane

Tra le città maggiormente colpite sicuramente Catania e dintorni hanno registrato molti danni. Nell’arco di 5/6 ore, l’acqua piovana ha superato la quantità di pioggia che cade in 6/8 mesi, secondo la media annuale. Strade allagate e ricoperte da fango e detriti. Tanta paura anche nelle zone del ragusano e siracusano, verso le cui coste l’uragano si sta scagliando in queste ore. Chiuse scuole di ogni ordine e grado, le università, gli uffici e le attività commerciali non necessarie. Lungo le coste il danno maggiore è stato arrecato dalle mareggiate. Nella nottata tra il 28 e il 29 sono 70 i mm di pioggia caduti a Ispica, 80 mm a Pachino e 150 mm a Siracusa. L’allerta rossa prosegue per tutta la giornata di oggi e le istituzioni raccomandano ai cittadini la massima prudenza.

Catania / Riunione straordinaria in Prefettura

Le istituzioni competenti si sono subito attivate per fare la conta dei danni e cercare di limitarne altri. La Prefettura di Catania è subito entrata in contatto con la Protezione Civile Nazionale. Alle ore 16:30 dello scorso 26 ottobre, il prefetto Maria Carmela Librizzi ha indetto un incontro straordinario presso Palazzo Minoriti. A fare il punto della situazione i sindaci di Catania e dei paesi limitrofi e il dirigente generale del Dipartimento Regionale della Protezione Civile. Convocate anche le forze di Polizia, il Comandante della Capitaneria di Porto e il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco. Ancora i dirigenti della Polstrada e della Polizia di Frontiera. Infine anche rappresentanti dell’esercito, dell’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale), dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile), dell’RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e dell’Enel.

Catania / Si contano i danni

Dopo un’attenta analisi delle emergenze, l’assemblea ha constatato i danni principali. Prima di tutte la viabilità compromessa, in particolare nelle zone portuali, aeroportuali e ospedaliere. Per non parlare della tangenziale di Catania, un tratto dell’A18 e alcune strade provinciali e comunali. L’evento ha assunto perlopiù caratteristiche alluvionali. Per le giornate più critiche di giovedì e venerdì è stato chiesto l’aiuto del Comando Generale dei Vigili del Fuoco, dell’Esercito e dei Carabinieri. Questi hanno messo a disposizione 18 mezzi 4×4 e circa 26 miliardi per un ulteriore rinforzo.

Il Porto di Catania nel frattempo ha ripreso alcune attività, mentre l’Aeroporto ha continuato ad essere operativo, nonostante la chiusura del Terminal C. Per quanto riguarda gli ospedali, il più colpito è il Nuovo Garibaldi che ha registrato allagamenti e infiltrazioni. Per quello che invece riguarda la rete ferroviaria, quasi tutti i tratti sono stati ripristinati. L’unico a rimanere bloccato è quello che collega Catania a Caltagirone. L’Enel è intervenuta tempestivamente per tentare di risolvere tutti i casi di interruzione della corrente elettrica. Le criticità maggiori si registrano tuttavia nella fornitura di acqua. Le numerose frane causate dall’alluvione hanno arrecato danni alle tubature, compromettendone il corretto funzionamento.

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Aiuti e finanziamenti

Il presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, ha dichiarato che in quanto a finanziamenti la Sicilia è tra le prime in Italia. Dal 2018, infatti, ammontano a 400 milioni le sovvenzioni a favore della risoluzione del dissesto idrogeologico. Ma in un clima sempre più tropicalizzato non basta. Musumeci sostiene che sia necessario l’intervento straordinario dell’Unione Europea e finanziamenti maggiori. Tuttavia mentre si discute su questioni burocratiche e politiche, i danni rischiano di diventare incalcolabili.

Inoltre, i cittadini di buona parte dell’area metropolitana non riescono spesso ad avere contezza di tali interventi. Sia perché caditoie, tombini e corsi di deflusso tendono a non reggere in pochissimo tempo per scarsa manutenzione, sia perché spesso non si trova traccia, nei conti dei comuni, di note spese relative a questi interventi citati. Nel frattempo si cerca di offrire un aiuto concreto a chi nell’emergenza è tra i più sfortunati. Il Comune di Catania ha messo a disposizione i locali del PalaSpedini, allestendo un centro di accoglienza per i senzatetto e i senza fissa dimora. A dare una mano anche i cuochi dell’associazione Ristoworld Italy che hanno distribuito pasti caldi.

Mariachiara Caccamo

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