Migranti su navi ONG / ONU, vescovi siciliani e associazioni chiedono lo sbarco a Catania

0
98

Quello che sta succedendo nella costa del catanese, più precisamente al Molo di Levante a Catania, fotografa di ora in ora quella che è stata la svolta del governo di centro destra italiano rispetto all’immigrazione. Una linea dura e addirittura contraria alla Costituzione e alla giurisdizione marittima che, attraverso un decreto interministeriale del responsabile della difesa e delle infrastrutture del Viminale firmato da Salvini, vieta lo sbarco di migranti dalle navi delle ONG straniere al Porto di Catania. Ma soprattutto vuole riaffermare il principio della responsabilità dello “stato di bandiera” della nave che ha accolto i migranti. OIM e UNHCR chiedono però “agli Stati della regione” del continente di proteggere le vite delle persone soccorse offrendo un porto sicuro.

Impegno umanitario e omissione di soccorso, il Papa: “I migranti devono essere salvati” 

A riflettere sul tema con preoccupazione su quanto sta avvenendo nel porto siciliano arrivano anche le parole di Papa Francesco rispetto alla situazione della nave Humanity 1: “I migranti devono essere salvati in mare. Ma l’Italia, così come Cipro, Grecia e Spagna, non possono essere lasciati soli a gestire il grande fenomeno globale dell’immigrazione”. Un Papa che ha dunque chiesto l’appello di una politica unitaria dell’Unione Europea. “Il Mediterraneo è un cimitero, forse è il cimitero più grande. Ha spiegato Bergoglio.

Ogni governo dell’Unione europea deve mettersi d’accordo su quanti migranti può ricevere prendere in mano una politica di collaborazione e di aiuto”. Da parte dell’opposizione parlamentare del partito democratico e della sinistra italiana arrivano accuse di un atteggiamento inumano e di violazione del diritto internazionale nei confronti del governo Meloni.

Migranti: sbarco a Catania, violazione del diritto internazionale

Dopo lo sbarco di gran parte dei migranti che erano stati salvati in mare dall’imbarcazione. Il comandante della nave della ONG Sos HumanityJoachim Ebeling, si è rifiutato di salpare portando con sé i 35 rimasti sulla nave. Spiega in un’intervista a Repubblica: Sarebbe contro la legge. Se andassi via adesso violerei una serie infinita di leggi e convenzioni internazionali”. Dei sopravvissuti, 36 sono stati classificati come “sani” dagli ispettori inviati dal Ministero della Salute e hanno dovuto rimanere a bordo.

Secondo gli avvocati, lo sbarco riservato solo a pochi eletti di migranti dalle navi ONG è illegale. Inoltre, respingere tutti gli altri al di fuori delle acque territoriali nazionali costituisce una forma di respingimento collettivo. Viola sia la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che il principio di non respingimento della Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Proprio dal PD, il senatore Borghi afferma: “Si vuole dimostrare che l’aria è cambiata. In realtà ci sono aspetti molto contraddittori rispetto alla vicenda. Se vogliamo rimanere sul piano strettamente giuridico, le persone che si trovano su quelle navi sono dei naufraghi e come tali devono essere accolti ed identificati”.

Migranti Navi ONG Humanity 1 Catania

I vescovi Raspanti e Renna: “Accogliere si deve” 

A causa della selettiva decisione rispetto allo sbarco, ad intervenire è il capo della Diocesi catanese. L’arcivescovo, mons. Luigi Renna nonché vicedirettore della Caritas diocesana, presentatosi personalmente al porto insieme a delegati della Comunità di Sant’Egidio, chiede “che l’accoglienza sia totale, tenendo conto che coloro che sono rimasti a bordo, provengono da situazioni di grave disagio, oltre che da molti giorni di navigazione”.

Sulla stessa linea, il presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, Antonino Raspanti, vescovo della Diocesi Acireale: “Non mi pronuncio, né mi tocca, sul piano giuridico. Ma analizzo e vedo quanto accade da un punto di vista umanitario. L’uomo non può, davanti a queste scene, fare finta di nulla. Non può non considerare l’altro come un fratello, una sorella. Le vite vanno salvate. Vanno accolti. Bisogna dare aiuto. Capisco che ci sono problemi più complessi, da affrontare meglio e nei giusti tavoli a tutti i livelli. Ma dinnanzi all’emergenza non ci sono molte alternative. L’accoglienza va fatta”.

Del resto, lo stesso Papa Francesco si era già pronunciato sulle soluzioni per affrontare alla radice la questione. “E’ un problema da risolvere già in Africa”. L’appello del pontefice è stato ancora verso l’Europa, chiamata ad attuare collettivamente piani di sviluppo per l’Africa perché è una ipocrisia pensare di risolvere il problema dei migranti esclusivamente allo sbarco in Europa stessa.

Giuliana Aglio

Print Friendly, PDF & Email