Moda / Una botta di “Vita” il debutto della stilista catanese Francesca Abate al Palazzo Biscari di Catania

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È stata davvero convincente la sfilata intitolata “Vita”, della stilista catanese emergente Francesca Abate, che a soli 27 anni ha presentato la sua prima collezione al palazzo Biscari di Catania. Una serata che non passerà certo inosservata. Numerosi i partecipanti, ottimo l’addobbo del palazzo, giuste le musiche d’accompagnamento e promettenti gli abiti.francesca abate singola
Cosa rappresenta per lei questa serata?
“Un grande obiettivo raggiunto , il sogno di una vita realizzato, spero sia l’inizio di una grande avventura”.
Svolgendo questo lavoro è chiaro che lei crede fortemente nel made in italy: c’è quindi qualche speranza per i giovani?
“Esattamente, altrimenti non avrei fatto tutto questo, non avrei fatto questo grande investimento scegliendo soltanto prodotti Made in Italy. Io ci credo, credo che si possa fare qualcosa. Ho 27 anni, e “Vita” è proprio legata a questo, io mi sono immaginata “Vita”: svegliarsi una mattina e avere ancora tutta la vita davanti e quindi perchè non credere nei propri sogni”?
Ha dei maestri da seguire? A chi si ispira?
“Ovviamente c’è molto, anche del made in Italy: vanno da Versace, Armani, Chanel, a Ghesquière ed Elie Saab che è il mio modello di riferimento.
C’è un perché alla scelta di sfilare in questo luogo?
“Ovviamente, il mio pensiero principale era quello di esaltare le bellezze dei luoghi siciliani, e il palazzo Biscari è il palazzo barocco più bello che abbiamo in città”.
Quali ostacoli ha dovuto superare per emergere? Il fatto di non nascere in una grande capitale della moda può essere un peso, un ostacolo?
“Lo è sicuramente, nel senso che non ci sono le stesse opportunità; io ho uno stile che può essere apprezzato forse più facilmente, perchè magari è l’abito del matrimonio che si sogna , ma se si va un po’ oltre, provando a sperimentare negli abiti, qua siamo ancora un po’ bloccati su alcuni stereotipi di moda”.
Cosa vuole far emergere dalle collezioni, quale messaggio portano?
“Il mio messaggio è quello di perseguire sempre i propri sogni , che siano quelli utopici, quasi come il mio che è legato al mondo pazzesco della moda, cosi come potrebbe riguardare qualsiasi altro ambito della vita. Quindi non lasciarsi mai niente alle spalle e non vivere mai di rimorsi. Io ho mi sono detta: in questo momento lo posso fare, mi gioco questa carta, se va bene ok , se va male ok. Mi rivedrò tra tanti anni a raccontare di questa serata”.
C’è un processo creativo particolare per la realizzazione delle sue collezioni?corretto Palazzo Biscari (1235 x 835) (617 x 417)
“Le mie collezioni sono dei pezzi unici, anche volendo non li potrei mai più riproporre uguali, perchè sono tutti quanti fatti con applicazioni a mano, anche quelli che si vedono, quei pizzi, sono intagli, quindi un tessuto che dal produttore non è arrivato qua, sono stati tutti quanti elaborati”.
Cosa vorrebbe che percepisse il pubblico da esse? Il messaggio che vuole dare al pubblico arriva?
“Io spero di si, perchè il messaggio che volevo dare era proprio la concezione della bellezza e della femminilità ; non sono abiti che possono indossare solamente le taglie 38, ma abiti pure adatti a donne con delle belle forme e fisici mediterranei. Quindi l’importante è stare bene con se stessi, godersi la vita, anche da questo punto di vista”.
Ci sono dei marchi italiani che investono sui giovani? Com‘è il sistema Italia, oggi rispetto ieri è diverso?
“È da approfondire questo argomento perchè non è cosi tanto semplice, perchè ci sono dei marchi, più che altro aziende, che investono di più sui nomi giovani, ma relativamente…”
Cosa vuol dire la parola “eleganza” per lei?“Per me l’eleganza è segnata da linee, è data dai tessuti soprattutto, è uno stile di vita, non è un vestire o un vestire bene, un portamento. E’ tutta una serie di cose, che poi porta all’essere femminile, che è diverso dall’essere femmina, dall’essere donna, ci sono tante sfaccettature”.
Quali i progetti per il futuro?
“Ancora non lo so. Spero, ovviamente, di continuare questa strada, e da quello che è un progetto ancora vergine poter avviare una vera e propria azienda. Chissà….”

Salvatore Calabretta

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