Giuseppe Patanè / L’emozionante mostra di Monreale

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Si è conclusa a Monreale, in provincia di Palermo, la mostra personale dal titolo Magma dell’artista siciliano Giuseppe Patanè. La mostra è stata accessibile dal 26 marzo al 24 aprile 2022 è stata allestita all’interno del Duomo di Monreale e del Museo Civico nel Palazzo di Guglielmo II. Sono trenta le opere esposte, divise in quattro differenti cicli. L’artista è famoso per le sue sculture e dipinti che hanno anche attirato l’attenzione anche di alte cariche della chiesa cattolica italiana, tra i quali troviamo Athanor

“TORI” rappresenta gli animali che appaiono nella corrida. Definita corrida, per accentuare la brutalità dello spettacolo al quale i bovini prendono parte. Poi è presente “VISCERE” con le sue facce di pietra e dipinti su cemento che illustrano parte della mitologia della regione madre dell’artista, la Sicilia. “NATURA UCCISA” riprende in parte i concetti di TORI, con alberi rinsecchiti, uccisi in qualche modo dall’azione sconsiderata e noncurante dell’essere umano. “LATERIZIO PRIMO MODULO” ,nome scelto dal curatore della mostra, Carlo Micheli, è invece un creativo esempio di come alcuni materiali come mattoni, mattonelle e tegole possano essere plasmate nella forma di sculture.

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L’opera in questione è intitolata “Athanor”.

Giuseppe Patanè / I pezzi esposti alla mostra di Monreale

Di particolare rilevanza tra i pezzi di Giuseppe Patanè esposti alla mostra di Monreale è il dipinto Athanor, realizzato su commissione per celebrare i 700 anni dalla nascita di Dante Alighieri. Il dipinto è diviso in tre sezioni tra volti contorti, demoni e figure paradisiache. Rappresenta il viaggio di Dante e Virgilio e l’ascensione in paradiso narrata nella Divina Commedia.

Tra le opere che non appartengono ad un ciclo specifico troviamo anche Verbum e Logos. Sono dei dipinti a tecnica mista su pelle, che vogliono rappresentare l’Etna. Nel suo essere “sublime capacità della dialettica di fondere pensieri fra loro differenti per giungere ad una visione condivisa della realtà”. Supremo, un dipinto a tecnica mista su tela, conclude la personale narrazione della Montagna da parte di Patanè. Un occhio che osserva lo spettatore, un chiaro riferimento al cratere centrale del Vulcano.

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L’opera in questione è “Supremo”

Il ciclo “LATERIZIO PRIMO MODULO”, rappresenta con le opere Certezza, Potere, Raku e Conoscenza la volontà dell’artista di far tornare alle origini e di legare fra loro i componenti esemplari di una dimora. Mattonelle, mattoni e tegole si uniscono per formare un forma terza, sculture concettuali di nidi umani. Come espresso dallo stesso Giuseppe Patanè, “ritengo che un uomo diventi il più ricco del mondo se crea la sua dimora”.

Giuseppe Patanè / L’artista e l’uomo dietro la mostra

Giuseppe Patanè, siciliano d’origine nato nel 1960, non ha solo lavorato nel campo dell’arti pittoriche e scultoree. È infatti un professionista nel campo della moda nel ruolo di direttore artistico. La carriera di artista così come descritto in questo articolo, comincia nel 2015 con l’invito da parte di Giorgio Gregorio Grasso a esporre le sue opere all’Expo di Milano 2015. Successivamente ottiene nuovo successo a cadenza annuale. Durante il 2016 ottiene il Premio delle Nazioni alla XXVII edizione del Premio delle Arti-Premio della Cultura, a Milano. L’anno successivo partecipa alla Biennale di Venezia. Nel 2018 partecipa come ospite della Galleria di Palazzo Nicolaci a Noto e, nello stesso anno, allestisce la mostra 10 Dieci – io per l’evento Palermo, Capitale della Cultura 2018. Più recentemente è tornato alla Biennale di Venezia e ha presenziato la X edizione di Taobuk a Taormina, rispettivamente nel 2019 e 2020.

                                                                                                         Simone Corsaro

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