Papa Francesco nella favela di Varginha, come un povero fra i poveri

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La gente si prepara ad accogliere il Papa nella favela di Varginha

(25-7-2013) Un cartellone appeso su un palo dà il benvenuto al Pontefice: “Bem vindo a nossa comunidade Papa Francisco”. È dalle cinque della mattina che gli abitanti lo hanno aspettato, pregando e cantando. Erano sette le famiglie sorteggiate per essere visitate dal Papa. Alla fine il Papa è entrato nella casa di Manoel José e Maria Luisa da Penha.

Il Papa nella favela di Varginha
Il Papa nella favela di Varginha

“Oggi a tutti voi dico: non siete soli, la Chiesa è con voi, il Papa è con voi”. Le parole di Papa Francesco risuonano sul campo di calcio completamente inondato di acqua. Vanno dritte al cuore degli abitanti della favela di Varginha che si trova a Nord di Rio de Janeiro. È voluto venire qui il Papa argentino, è voluto venire nella periferia di questa città per stringere in un unico abbraccio tutti i poveri del mondo.

“Non pensavamo che il Papa venisse qui”. È grande la sorpresa degli abitanti della comunità. La zona è soprannominata “La striscia di Gaza” a causa della forte presenza di criminalità e per l’uso di crack. Sono oltre 700 le favelas che si trovano sul territorio della città carioca, per una popolazione di circa 2 milioni di abitanti. Tantissime se si pensa che Rio de Janeiro ne conta 7 milioni. Sono disseminate praticamente in tutta la città. A Copacabana, per esempio, cuore in questi giorni della Giornata mondiale della gioventù, ce ne sono 5. Quella di Virgihna sorge ai margini di un’immensa fogna a cielo aperto. Sia durante il governo Lula che in quello attuale è stato avviato un programma di “pacificazione” realizzato, però, con un massiccio intervento delle forze armate per la “bonifica” del territorio da ogni forma di violenza e criminalità. Ma gli sforzi – dal punto di vista soprattutto sociale e umano – non hanno prodotto gli effetti sperati. Anche perché – come ha detto il Papa oggi a Varginha – “nessuno sforzo di pacificazione sarà duraturo, non ci saranno armonia e felicità per una società che ignora. Che mette ai margini e che abbandona nella periferia una parte di se stessa”.

La gente si prepara ad accogliere il Papa nella favela di Varginha
La gente si prepara ad accogliere il Papa nella favela di Varginha

La voce della gente. Un cartellone appeso su un palo dà il benvenuto al Pontefice: “Bem vindo a nossa comunidade Papa Francisco”. È dalle cinque della mattina che gli abitanti lo hanno aspettato, pregando e cantando. Erano sette le famiglie sorteggiate per essere visitate dal Papa. Alla fine il Papa è entrato nella casa di Manoel José e Maria Luisa da Penha. “È stato un momento bellissimo – racconta Maria Luisa -. Io pensavo che non avrei trovato le parole per parlare con Papa Francesco. Eravamo sulla veranda io, mio marito, mia figlia e mia nipote, è stato tutto molto spontaneo e semplice, abbiamo chiesto la benedizione a Papa Francesco, gli abbiamo detto: sia il benvenuto qui, questa è la sua casa, questo è il messaggio che gli abbiamo trasmesso, e lui ci ha dato la benedizione”. “È una grande emozione – aggiunge un’altra signora al suo fianco – che Papa Francesco venga qui a benedire le nostre case. Ci aspettiamo ora che l’attenzione mediatica data da questa visita faccia anche migliorare le nostre condizioni di vita”.

L’impegno della Chiesa. La Chiesa brasiliana è fortemente impegnata sul fronte della lotta alla povertà. A Vargihna, ad esempio, opera la parrocchia São Jerônimo. Ci sono bambini qui che hanno imparato a leggere e scrivere grazie alle loro catechiste. “Il Papa – commenta il parroco Marcio Sergio de Queiroz – ha presa sulla gente per la sua semplicità, per le parole che dice. Lui si sente a casa nelle periferie. Compie gesti e dice parole che ci aiutano a concretizzare la Parola di Dio. Mi sembra che per questa comunità la parola che può riassumere meglio questa sua visita tra noi è solidarietà. La spinta affinché gli uomini riconoscano l’altro come fratello e sorella, si preoccupino per l’altro, gli stiano a fianco nei suoi dolori e nelle sue necessità, possano essere di aiuto”. L’arcidiocesi di Rio de Janeiro ha attivato da tempo una pastorale delle favelas. Il suo lavoro – spiega Jose M. da Rocha – punta a valorizzare l’uomo e la sua dignità e a risolvere i problemi legati alla povertà come le tossicodipendenze, l’abbandono dei minori, le donne sole, la mancanza di lavoro, a essere spesso quell’anello di congiunzione tra la favelas e le autorità pubbliche. “Papa Francesco – aggiunge – rappresenta una speranza per tutti i poveri non solo del nostro Paese ma del mondo intero”. La comunità di Vargihna e la Chiesa di Rio non saranno più le stesse dopo questa visita. Lo dice mons. Luiz Antonio Pereira Lopes, coordinatore della pastoral de favelas. “Noi tutti – dice – aspettavamo con impazienza questa visita. Siamo molto contenti perché significa l’impegno della Chiesa a favore dei più poveri e dei più sofferenti, non solo qui a Rio de Janeiro ma nel mondo intero. Abbiamo bisogno di una Chiesa che sia più vicina ai poveri”.

Maria Chiara Biagioni (inviata Sir)

 (Fonte: SIR)

 

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