Pillole di scienza – 5 / Riscaldamento globale e cambiamenti climatici: i veri termini della questione

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L’argomento affrontato oggi dal prof. Pagano è di strettissima attualità. Ma non sempre le cose stanno come si pensa, o come “si dice”. Ce lo spiega il nostro insigne studioso, con il suo consueto linguaggio semplice e chiaro.

L’allarme per i cambiamenti climatici è oramai cronaca quotidiana. Leggiamo: La World Metereological Organization lancia l’allarme: mai raggiunto un livello così alto di gas serra nell’atmosfera; i principali gas responsabili dell’effetto serra, e dunque del riscaldamento del pianeta e del cambiamento climatico, hanno raggiunto un nuovo record: è questo il nuovo allarme lanciato dall’Onu che torna a chiedere alla comunità internazionale di intervenire rapidamente; l’anidride carbonica, il metano e il protossido di azoto sono molto al di sopra dei livelli preindustriali, senza alcun segno di un’inversione della tendenza al rialzo…; e via di questo passo, quasi fosse un bollettino di guerra; all’infinito. Dall’autunno del 1997 i satelliti della Nasa tengono sotto controllo il pianeta Terra con l’obiettivo di monitorarlo. È così che viene registrata la lenta ed inesorabile agonia del pianeta che, nel nostro sistema solare, ha avuto il privilegio di ospitare la vita. Il monitoraggio evidenzia con certezza deserti che avanzano, ghiacci che si sciolgono – soprattutto al polo Nord e sulle alte cime –, mari che si surriscaldano in prossimità delle coste. “Colpa dell’uomo”, si grida oramai da più parti. Ma non mancano gli scettici e persino chi si oppone testardamente a queste grida allarmanti. La confusione aleggia sovrana.

Vediamo, in breve, la questione ambientale dal punto di vista della termodinamica, scienza sicura perché fondata sulle solide basi dell’esperienza scientifica secolare. Senza entrar troppo nei particolari, riservandomi di ritornare sull’argomento, in primo luogo segnalo che ridurre il problema del cambiamento climatico solamente alla presenza in atmosfera dei gas serra inquinanti è riduttivo. L’argomentare sull’annerimento dell’atmosfera – seppur questo sia un fatto reale – conduce a conclusioni fuorvianti: si tende a far passare l’idea che basta ridurre (o meglio azzerare) l’emissione dei gas inquinanti ed il problema ambientale è automaticamente risolto. Non è affatto così. La Terra viaggia nello spazio attorno al Sole, investita quotidianamente da una inimmaginabile energia raggiante: parte dell’energia viene (fortunatamente) riflessa (circa il 60%) e non passa gli strati atmosferici. La restante parte viene assorbita da aria, acqua e terre emerse. Questa alimenta tutti i cicli geo-termici e le correnti marine ed aeree. Una piccolissima parte (circa l’un per mille del totale) viene assorbita dalle piante, uniche depositarie del mistero della vita sul pianeta. Le piante (in particolare le grandi foreste tropicali) svolgono una funzione decisiva per la vita sul pianeta: esse incessantemente immagazzinano la parte più nobile dell’energia solare (fotosintesi clorofilliana) trasformando ciò che non è organico e sparso senza ordine certo (ad esempio, anidride carbonica ed acqua) in materia organica ben organizzata in strutture biologiche essenziali alla vita (zuccheri, ecc..). Le piante sono gli unici depuratori del pianeta. Lo si gridi. Una diminuzione sensibile di biomassa-vegetale (alberi) produce effetti catastrofici. Questa diminuzione è in atto, sensibilmente: più del 30% di biomassa è stata cancellata negli ultimi 100 anni dalla superficie terrestre.

La scomparsa delle foreste è la vera minaccia ecologica in atto. Lo si gridi. Questa induce tutti gli altri effetti negativi, compresi la scomparsa oramai costante nel tempo di migliaia di specie animali e vegetali e l’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera (osserviamo che le piante letteralmente si nutrono di anidride carbonica nel loro ciclo metabolico, producendo anche ossigeno).

Ed ecco la mia tesi: lo spostare (coscientemente o per ignoranza strutturale) il problema ecologico dalla lotta alla scomparsa certa delle grandi foreste (imminente) alla lotta ai gas inquinanti (certamente molto nocivi per la salute assieme alle polveri sottili, soprattutto nelle caotiche città super affollate) produce una distorsione nella metodologia scientifica ed economica di contrasto alla più grande insidia globale oggi in atto: lo sfruttamento indiscriminato delle risorse biologiche di cui dispone il pianeta da parte di un sistema economico-produttivo-consumistico che, in nome del libero mercato e del progresso, nasconde, alle coscienze ignare, la schiavitù di tutti gli esseri viventi al cieco profitto monetario. “Semplicemente si tratta di ridefinire il progresso. Uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e qualità di vita integralmente superiore non può considerarsi progresso“ (Papa Francesco, Laudato si’, lettera enciclica: sulla cura della casa comune).

Angelo Pagano 
(dirigente di ricerca dell’Istituto di Fisica Nucleare di Catania)

 

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