Premio Andò / Conferenza su “Il Mezzogiorno senza meridionalismo”: necessita un cambiamento radicale

0
110
relatori conferenza Mezzogiorno senza meridonalismo

Nell’aula Magna del liceo scientifico “Leonardo” di Giarre ha avuto luogo la terza conferenza organizzata nell’àmbito del Premio Biagio Andò (presidente Orazio Licciardello). L’incontro ha affrontato un tema di carattere storico e politico sempre di grande attualità: “Il Mezzogiorno senza Meridionalismo”. E trae spunto da un saggio del prof. Giuseppe Giarrizzo del 1992.

Dopo i saluti della dirigente scolastica Tiziana D’Anna, si sono alternati al microfono i vari relatori. Ha cominciato Roberto Tufano, coordinatore della conferenza e presidente della commissione giudicatrice del Premio. Egli ha spiegato “le ragioni di un rilancio della ricerca storiografica sul meridionalismo, indebolitasi sul piano culturale con la fine dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno. Mentre invece oggi più che mai serve una rivitalizzazione del pensiero meridionalista per fornire una nuova progettualità allo sviluppo del Sud”.

Mezzogiorno senza meridionalismo, intervento della prof. D’Antone

E’ poi intervenuta Lea D’Antone, ordinario di Storia contemporanea all’università “La Sapienza” di Roma. La prof.ssa ha sottolineato che parlare di Mezzogiorno senza meridionalismo significa “studiare bene il Sud nella sua realtà e fuori dalla ‘gabbia ideologica’ in cui è stata costretta a lungo da un certo meridionalismo che ha guardato al Mezzogiorno solo come luogo di ‘problematicità’ e sottosviluppo economico. Come area di arretratezza sociale e culturale, di mafiosità e corruzione, incapace di fornire una classe dirigente”.Premio Andò tavolo relatori

“In un Mezzogiorno non uniforme – ha continuato D’Antone – c’è stata invece una forte partecipazione delle regioni del Sud a tutti i fenomeni nazionali, culturali, politici ed economici innovativi. Il Mezzogiorno è stato sempre un pezzo di mondo e, soprattutto, non è stato mai uniforme ma estremamente differenziato. Non deve essere raccontato come questione ma come un’area con i suoi problemi reali. Ma anche con grandi risorse e opportunità, in modo particolare la Sicilia”.

Salvo Andò: il pensiero meridionalista eredità storica e culturale

Quindi, l’ex ministro (e figlio di Biagio) Salvo Andò, presidente dell’associazione “Odimed“, ha detto che il Mezzogiorno senza meridionalismo “è stata una sconfitta perché dimostra che le classi dirigenti non sono state in grado di appropriarsi di una grande eredità storica e culturale qual è quella del pensiero meridionalista. Eredità e tradizione che è stata fondamentale per il processo democratico del Paese”.

Sul fatto se sia possibile rilanciare il Mezzogiorno con un nuovo pensiero meridionalista Andò ha soggiunto che “occorre un meridionalismo. Tenuto conto che delle politiche di coesione adesso si occupa l’Europa, e bisogna fare i conti con l’U.E. Ma le Regioni meridionali possono fare la loro parte cercando di fare massa critica, cosa che non riescono a fare attraverso la Conferenza delle regioni”.Studenti al Liceo Leonardo Giarre

Andrea Piraino: il Mezzogiorno necessita di interventi di cambiamento

Andrea Piraino, ordinario di Diritto pubblico all’università di Palermo, ha affermato che “il Mezzogiorno ancora oggi non ha una sua identità culturale, politica, sociale ed economica. Purtroppo ancora oggi è soltanto un’entità geografica. Nessuno sembra più occuparsi del Mezzogiorno, compreso chi ci abita. In quanto trascuriamo di agire in una maniera che sia adeguata ad un realtà che, comparata al resto del Paese, necessita di interventi molti radicali di cambiamento”.

I fondi del PNRR in Sicilia devono esserci restituiti -ha continuato Piraino – mentre adesso sono stati stornati quasi 15 miliardi che complessivamente erano stati assegnati al Mezzogiorno. E dopo dobbiamo essere attrezzati dal punto di vista dell’organizzazione tecnica, della capacità di realizzazione e di spesa dei vari progetti. Proprio in molti casi addirittura mancano i progetti stessi e in buona sostanza manca una vera struttura in grado di perseguire gli obiettivi. Quindi, sarà tutto molto difficile e complicato. Nel timore di non riuscire a spendere i fondi dell’U.e. e di doverli restituire, si fanno o si annunciano delle scelte di dirottare le risorse finanziarie assegnate alla Regione Sicilia. Come quelli del Ponte sullo Stretto, che invece dovrebbe essere realizzato con finanziamenti nazionali” – ha concluso Andrea Piraino.

Gli studenti hanno poi posto varie domande ai relatori. In questa occasione il segretario della Fondazione Nuovo Mezzogiorno ha annunciato per i prossimi mesi un progetto per somministrare un format di educazione civica.

Mario Vitale

Print Friendly, PDF & Email