Regalbuto / Intitolata piazza a fratel Giuseppe Calabretta in ricordo del suo apostolato nella comunità

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busto in onore di fratel Calabretta

“Chissà cosa avrebbe detto se fosse stato qui…”, questa la frase ripetuta da molti dei presenti alla semplice, ma solenne, cerimonia per l’intitolazione a Fratel Giuseppe Calabretta di una piazza a Regalbuto.
Fratel Giuseppe non era certamente uomo di cerimonia e di cerimonie, tanto attento al prossimo quanto attento a non mettersi mai al centro della scena, umile e semplice. Ma nel contempo autorevole come solo i grandi uomini sanno essere.
Siamo però certi che avrebbe partecipato alla festa in suo onore lasciandosi contagiare dalla gioia e dalla commozione che hanno pervaso i tanti partecipanti convenuti nella ormai ex Piazza Costituzione, inondata di sole e di colori in un bel pomeriggio di maggio.

La piazza  riqualificata la scorsa estate attraverso l’iniziativa “Cantiere Aperto”, ha visto numerosi giovani e associazioni di Regalbuto partecipare alla rivitalizzazione di questo spazio. Non solo dal punto di vista strutturale, ma anche per renderlo spazio vissuto del quale prendersi cura come comunità.

fratel Calabretta
Fratel Giuseppe Calabretta

Alcuni progetti di democrazia partecipata presentati al Comune di Regalbuto da diverse associazioni hanno reso possibile questo lavoro sinergico. L’intitolazione a Fratel Giuseppe è stata pertanto una scelta quasi consequenziale rispetto al percorso intrapreso.
È toccato al sindaco Francesco Bivona fare gli onori di casa. E ricordare nel contempo come l’idea di intitolare una piazza a fratel Giuseppe sia nata in occasione dei suoi funerali nel gennaio del 2020. Questa cerimonia -ha commentato- rappresenta la naturale e ideale prosecuzione del conferimento a fratel Giuseppe della cittadinanza onoraria qualche anno fa.

L’apostolato di fratel Giuseppe Calabretta

A Regalbuto fratel Giuseppe Calabretta giunse a metà degli anni ’80. E qui ha dato vita a una feconda azione di apostolato che ha lasciato il segno nelle tante opere e rapporti intessuti  con quella comunità. Ma anche con quelle di altri centri vicini (Agira, Barrafranca, Gagliano Castelferrato). Opere che fratel Giuseppe ha portato avanti con zelo, costanza e tenacia coinvolgendo numerosi giovani con un metodo educativo originale e innovativo, anche fuori dagli schemi tradizionali.

E così in questa occasione si sono ritrovati assieme i confratelli di fratel Giuseppe, fratel Armando e fratel Rosario (presente anche Fratel Gabriele Di Giovanni, visitatore della Provincia Italia dei Fratelli delle Scuole Cristiane), i giovani del centro giovanile lasalliano, molti dei parenti giunti da Acireale e Catania, gli scout, dai castorini in sù compresi tanti capi ed ex scout dei gruppi di Regalbuto e non solo, molta gente comune. Si potrebbe dire che erano rappresentate tutte le componenti della famiglia allargata che Fratel Giuseppe ha voluto bene nel corso della sua vita operosa.

Commovente il momento dell’inaugurazione del busto in bronzo che lo raffigura, opera molto apprezzata dell’artista Igor Castellano. È stato quindi il vescovo di Nicosia mons. Salvatore Muratore a prendere la parola e benedire i presenti ricordando la testimonianza di fratel Giuseppe e il suo servizio svolto a favore della comunità di Regalbuto per tanti anni. piazza intitolata a fratel Calabretta
Si sono quindi succeduti gli interventi di Fratel Gabriele, di un nipote di Fratel Giuseppe, di una rappresentante del Centro giovanile. E, in collegamento telefonico, di Fratel Ciro, per molti anni presente a Regalbuto a fianco di Fratel Giuseppe. Questi ne aveva accompagnato la salma a Regalbuto da Roma dove il frate era morto il 23 gennaio 2020.
La Voce dell’Jonio aveva, in occasione della morte di Fratel Giuseppe, già ospitato sulle sue pagine un ricordo.

L’intitolazione della piazza a fratel Giuseppe Calabretta
meritato riconoscimento

La cerimonia di intitolazione della Piazza a fratel Giuseppe a Regalbuto è l’occasione per ricordare le sue tante attività svolte a servizio dei giovani anche ad Acireale, sua città natale, dove oltre all’attività di insegnamento, egli si è speso negli ambiti dello sport (basket) e dello scoutismo, con numerosissime iniziative.

Come è stato ricordato egli è stato molto attento alla formazione completa dei giovani, non solo in ambito spirituale ma anche e soprattutto per la loro crescita dal punto di vista umano, sociale e anche professionale. Ha creduto fermamente nel lavoro come strumento di promozione sociale. E molte iniziative sono state improntate alla sua non comune capacità di progettare e innovare in tanti ambiti, alla sua curiosità e alla sua intraprendenza.

Il busto che lo raffigura e che lo ricorderà per sempre lo coglie in un atteggiamento di apertura molto tipico e caratteristico della sua persona, con lo sguardo “dritto e aperto nel futuro” e con le braccia protese in avanti per venire incontro al prossimo in un atteggiamento inequivocabile di apertura e di fiducia. Quella fiducia che per tantissimi anni ha riposto nei giovani e meno giovani che ha incrociato nel suo cammino. Sono gli stessi che oggi continuano a portarla nel cuore e a custodirla come dono prezioso.

Stefano La Malfa

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