S. Maria Ammalati / Apertura straordinaria della cappella di Maria Salus infirmorum nella chiesa parrocchiale

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 Un momento straordinario quello vissuto nella quinta domenica di Quaresima nella parrocchia di Santa Maria degli Ammalati, frazione di Acireale, dove si è vista aprire la Cappella dell’ amata Patrona Maria Salus Infirmorum.
Una svelata diversa dalle altre volte perché vissuta  dalle proprie case in diretta sulla pagina FB della parrocchia, ma vissuta tuttavia con lo stesso ardore ed amore di sempre.
Mentre  il cielo si colorava delle primi luci del tramonto rallegrato dal cinguettìo degli uccellini, dalla chiesa si udiva il dolce canto dell’Inno a Maria SS. Salute degli infermi che si diffondeva nell’aria come preghiera.
Si apriva la Cappellina, si svelava Maria con in braccio il piccolo Gesù, mostrandosi ad un paese che con fiducia ricorre all’amata Mamma.
Ad accogliere Maria sul Presbiterio è stato il  compatrono San Giuseppe, il quale era stato posto là in occasione delle celebrazioni della sua festa.
Unica e speciale in chiesa è l’occasione di vedere sul Presbiterio Maria e Giuseppe insieme che portano in braccio Gesù!
Una svelata straordinaria vissuta nella domenica che apre il periodo liturgico quaresimale più intenso, nel quale ci si prepara a vivere la settimana Santa con il Mistero pasquale.
E’ anche la domenica nella quale la Liturgia presenta il vangelo di Giovanni nel brano del miracolo del ritorno alla vita di Lazzaro: Gesù risuscita dalla morte l’amico Lazzaro di Betania.
Significativo è rilevare questo contesto liturgico nel quale si è svolta, in modo provvidenziale, la svelata di Maria Salute degli  infermi.
Notiamo infatti che il brano del Vangelo parla di un uomo di nome Lazzaro del villaggio di Betania, risuscitato dalla morte da Gesù.
Betania significa:  “Casa del povero” o “Casa dell’infermo” e il nome Lazzaro significa “Dio aiuta”.
Nel racconto sono presenti  Maria e Marta che vanno da Gesù a chiedere la grazia per il fratello malato ed è presente anche tutto un popolo.
Solo dopo due giorni, il terzo, Gesù si reca davanti la tomba di Lazzaro e commosso, piange.
Ordina ai presenti di togliere la pietra gridando a Lazzaro di uscire fuori dal suo sepolcro, e  appena uscito,  Gesù chiede ai presenti di liberare Lazzaro dalle bende che avvolgevano il suo corpo.
Andando al di là del miracolo operato da Gesù, il messaggio di questo brano indica chiaramente un invito ad uscire fuori dai nostri sepolcri, a permettere a Gesù di togliere le pesanti pietre poste davanti ai nostri cuori, come ha sottolineato nell’omelia il parroco don Claudio Catalano: “Uscire fuori dai nostri egoismi, anche noi, come Lazzaro, siamo chiamati ad uscire fuori dai nostri sepolcri e scoprire Dio nella nostra vita, nella nostra famiglia, come resurrezione e Vita, e liberati dal peccato, andare incontro a Gesù  come  fece Marta e dire a Gesù: “Io credo che Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, Colui che viene nel mondo”. E’ il tempo nel quale ci e stata tolta la libertà, la possibilità di stare con gli altri, ma una cosa sola nessuno ci potrà mai togliere: l’amore di Dio presente nel nostro cuore”.
E questo infinito amore di Dio ce lo ricordano Maria e san Giuseppe che amorevolmente sembrano indicare ai fedeli Gesù , posto nelle loro braccia; quell’amore misericordioso cantato dal Salmista biblico nel Salmo Responsoriale di questa domenica che dice: “Il Signore è bontà e misericordia”.
Entrando in chiesa e vedendo Maria, Salute degli infermi e san Giuseppe, custode della Santa Famiglia e della Chiesa, posti attorno al Tabernacolo, si crede con fiducia di figli che  accolgano il gemito, le ansie, i timori, la preghiera che ogni cuore consegna a loro, per riceverne protezione, speranza, consolazione, guarigione del corpo e dello spirito.
E’ bello pensare che presto ci si rincontrerà insieme nella nostra amata chiesa, attorno a Maria e a Giuseppe, per dirgli il nostro “Grazie”, con la gioia di chi ha sperimentato la nostalgia di un incontro, e ci si guarderà con occhi nuovi  perché si è vissuti nel deserto in compagnia di Dio.
Ogni inverno porta dentro di sé la sua primavera; ogni deserto conduce a  verdi pianure; ogni Quaresima conduce alla Resurrezione divenendo un invito ad una rinascita del cuore.
E allora… è bello pensare che quelle prime luci di un tramonto, rallegrato dal cinguettìo degli uccellini unito al dolce canto a Maria, conducano alle prime luci di un nuovo giorno, in cui le campane suoneranno a festa e insieme,  riuniti in chiesa, ogni voce intonerà il canto a Maria, Salute di ogni infermità corporale e del cuore, con la gioia di chi nel deserto ha compreso e riscoperto l’Amore.

Letizia Franzone

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