Sicilia / La bellezza dimenticata in provincia di Enna: Aidone

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Sicilia Enna Aidone

Nell’entroterra della nostra bella Sicilia vi sono molti paesini, ognuno con una propria storia abbastanza lunga tanto, quasi, da insabbiarsi l’un l’altro. Ma tra questi ve ne sono alcuni che hanno ben più particolarità di altri e quasi non si direbbe che possano dare i natali a personaggi ribelli che hanno fatto la storia della propria città. Uno di queste è Aidone, un comune nella provincia di Enna di poco più di quattromila abitanti.

Aidone / La storia del paese: Greci e Longobardi

La sua storia può essere confusa con ciò che ha da offrire il suo territorio, come ad esempio la città greca di Morgantina, polìs greca che fu a più riprese distrutta nel V secolo a.C. fino a cadere in definitivo abbandono e scomparire verso gli ultimi anni del I secolo a.C., facendo pensare che Aidone sia molto antica.

Ma in realtà la sua fondazione risale al medioevo quando, nel XI secolo, con la conquista normanna della Sicilia, i conquistatori rifondarono un centro esistente già in età araba lasciandolo colonizzare da numerosi mercenari lombardi che avevano contribuito alla conquista della regione. A prova di ciò, infatti, nel comune si parla ancora oggi  il dialetto galloitalico siciliano. Dialetto derivante dalla commistione del siciliano con il dialetti settentrionali dei coloni lombardi (cosa che accomuna Aidone ad altri comuni limitrofi rifondati in tal maniera). La colonizzazione lombarda della Sicilia centrale però aveva creato solo dei piccoli centri divisi tra i parenti di Ruggero I, e nel caso di Aidone si dovette aspettare un secolo quando, grazie all’operato di Adelasia, diventò un centro fiorente.

Sicilia: Aidone / Le successioni di numerosi popoli ed i vespri

Adelasia era l’unica figlia di Rodolfo Maccabeo ed Emma d’Altavilla, sorella di Ruggero I di Sicilia. Ella, succeduta al fratello, imparentata coi reali di Sicilia, riuscì a sviluppare il possedimento, costruendo mulini e chiese ad Aidone e a Piazza Armerina. Merito anche dei forti contatti con il cugino, Simone Aleramico. Alla proprietà della contea successe nel 1160, il nipote Ruggero Avenel il quale successivamente aiutò Ruggero Sclavo e altri cospiratori che furono sconfitti da Guglielmo I di Sicilia, il quale confiscò la contea che da quel momento divenne di fatto un possedimento del re governato da un capitano di giustizia di nomina regìa. Il tentativo di Ruggero non fu l’ultimo episodio ribelle di qualcuno di Aidone poiché, nel secolo successivo, fu una delle tante città che si ribellò a Manfredi di Svevia, resistendo fino al 1257 quando venne saccheggiata.

Prese, inoltre, parte ai vespri siciliani sia dalla parte degli Aragonesi sia degli Angioini. Fu una delle città ad offrire supporto logistico a Pietro III d’Aragona, e dopo la rivolta di Gualtiero e Alaimo (protagonisti dei vespri che si erano ribellati agli Aragonesi). Con la loro conseguente esecuzione divenne una città protagonista grazie alle vicende di Fra’ Perrone di Aidone. Egli era un domenicano influente nonché uno degli inviati di Papa Onorio IV dediti a fomentare il sentimento guelfo anti-aragonese, riuscendo infine a promuovere una seconda spedizione angioina per la riconquista della Sicilia dove vi trovò la morte nel 1287 durante l’assedio di Augusta.

Castello di pietratagliata
il Castello di pietratagliata di Aidone

Sicilia: Aidone / Il terremoto e la peste di colera

Dopo i vespri, Aidone avrebbe passato vicende alterne e sarebbe passata da vari possessori fino a che, nel 1427 vennero concesse ampi privilegi e consuetudini ai Gioeni e al capitano di giustizia della città.  Sopravvissuta rovinosamente al terremoto della val di noto del 1693 Aidone divenne particolarmente secondaria sino al 1805. In quell’anno nel suo territorio venne infatti scoperto un giacimento di zolfo da cui nacque una fiorente estrazione.

Colpita violentemente dal colera nel 1837, la città diede i natali ad alcuni patrioti italiani particolarmente ferventi. La carboneria insorse in Sicilia nel 1848, e in tale contesto ad Aidone si distinsero Filippo Cordova e Vincenzo Cordova Savini. Al ritorno dei Borboni infatti i due patrioti trovarono rifugio in Piemonte dove Filippo strinse forti legami con Cavour divenendo poi giornalista. Grazie a loro Aidone prese parte attivamente alla spedizione dei Mille, facendo la fortuna della famiglia Cordova. Famigli che ricoprì varie cariche in Sicilia e all’interno del Regno d’Italia. All’operato politico di Filippo Cordova segue poi anche una nuova fioritura culturale della città. Al suo operato segue infatti la creazione della biblioteca comunale nel 1865, una biblioteca popolare nel 1884, la Società di mutuo soccorso Principe di Napoli. Venne infine fondata una scuola maschile nel 1884 e una femminile nel 1902.

Oggi di questo tortuoso passato rimangono le antiche chiese ristrutturate in stile barocco dopo il terremoto del 1693, le rovine del Castello di Pietratagliata, il castellaccio, i vari musei archeologici relativi agli scavi di Morgantina e infine dei monumenti dedicati ai patrioti che hanno contribuito a rendere Aidone importante nonostante le sue modeste dimensioni.

Emanuele Russo

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