Spettacoli / Nelle canzoni di Levante storie di vita e l’amore per Catania

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Opera futura, Levante

Grande successo di Levante (pseudonimo di Claudia Lagona) nella sua terra natia. La stella siciliana di Palagonia ha approdato al Teatro Metropolitan di Catania. Con voce confidenziale è stata capace di donare intime emozioni a quanti sono accorsi numerosi per ascoltarla. Un concerto, “Opera Futura live”, con tratti di racconto vero e sincero.

Levante indossava una camicia rossa a maniche lunghe, un collant blu con sopra calzoncini attillati color azzurro. Rosso e azzurro, i colori simbolo della nostra Catania.
“Sono di Palagonia – ribadisce Claudia – la mia presenza a Catania mi ricorda la mia infanzia. Catania mi mancherai sempre, ti porto in tutte le mie canzoni, ti porto sempre al mio fianco”. Mostra così un tatuaggio sul braccio sinistro poco sotto il gomito che raffigura il Liotro, simbolo di Catania.

Levante canta l’amore per Catania

Levante canta l’amore per Catania omaggiandola sulle note di “Lo stretto necessario” brano molto gradito dai fan in sala. In scaletta i suoi più grandi successi. Andrà tutto bene / Non me ne frega niente / Alfonso / Tikibombom / Vivo, singolo che ha preceduto “Opera Futura”. Un omaggio alla piccola Alma Futura, sua figlia, nata il 13 febbraio del 2022. Il concerto si conclude sulle note di “Mi Manchi”, brano iconico che ha fatto alzare in piedi tutto il pubblico presente in sala. Un lungo applauso ha omaggiato così l’artista per la sublime interpretazione.Levante in concerto

La scaletta scelta con la cura e l’attenzione di chi ha voluto raccontare la propria storia, per regalare al pubblico un viaggio di parole, suoni ed immagini. Contraddistinta dall’eleganza delle scelte musicali che raccontano momenti in sequenza della storia di vita della cantante. Canzoni dove il racconto mette in luce le debolezze e le sofferenze vissute da Claudia già dalla tenera età. Quando rimane orfana del padre Rosario già a 10 anni. Dona il suo cuore al pubblico e veramente canta con amore quando, a cappella, accompagnata dalle sole note di una chitarra a ridosso del proscenio, interpreta la canzone “Abbi cura di me”, brano dal profondo significato.

Una scenografia essenziale per una interpretazione incisiva

Sul palco i musicisti e le coriste si sono esibiti in un ambiente minimalista  su uno sfondo nero arricchito dalla luce di un proiettore che dava vita e risalto a delle figure semplici ma ricche di significato, capaci di creare armonia tra la scena e la poesia, al suono di una musica pop dai toni sintetici, facilitandone l’interpretazione dei testi.

Un fascio di luce bianco illuminava la sua figura longilinea dalle sembianze a volte feline, una pantera capace di mantenere la scena e occupare tutti gli spazi vuoti del palco con molta eleganza e con una scenografia che sembrava un quadro in movimento. Una scenografia essenziale per i suoi brani malinconici, introspettivi ed energici, interpretati con voce dura e decisa manifestazione di grande senso di libertà, femminilità e voglia di esserci, come a dire “vivo anche io”. Anche la sicilianità esprime il suo essere isolana come alcune volte si evince dal forte attaccamento alle origini sicule, che ricorre spesso nella sua ricerca artistica.

In due ore di spettacolo 10 anni di musica

Tappa prodotta da Giuseppe Rapisarda Management. La tournée dell’artista siciliana prende il nome dal suo ultimo album “Opera futura” e segna un traguardo di grandi soddisfazioni per la cantante. Il concerto del 9 aprile al Teatro Metropolitan di Catania ha visto in circa due ore la cantautrice, autrice e scrittrice. La poliedrica artista ripercorrere con il pubblico i 10 anni di musica della sua carriera.

Ad accompagnare Levante sul palco la band composta da: Alessio Sanfilippo alla batteria, Alessandro Orefice alle tastiere, Eugenio Odasso alle chitarre, Matteo Giai al basso oltre alle coriste Lorenza Giusiano e Elisa Semprini. In aggiunta all’ immancabile scaletta, sono stati proposti alcuni brani che mancavano da tempo nelle sue esibizioni.
Alcune canzoni sono state rivisitate con l’aggiunta di strumenti nuovi, non usati convenzionalmente come il violino e il contrabbasso elettrico che le portano su arie armoniche più vicine al trip-hop che al suono originale.

                       Giuseppe Lagona

 

 

 

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