Al Festival del teatro scolastico l’Istituto Comprensivo “Gianni Rodari” di Acireale presentando l’opera “Kronos e Kairos: il tempo che attende”, martedì 3 maggio, ci ha fatto fare un tuffo nel mondo classico – e non solo – per capire la differenza tra la scelte del nostro modo di vivere il tempo e il lasciarsi condurre e programmare dallo scorrere del tempo.
Kronos è il tempo che ti domina. Ti condiziona. Ti costringe. Kairos è il tempo che tu costruisci. Che tu crei.
E così, “Il tempo che attende” si contrappone al tempo che scorre. Il lavoro dei ragazzi non è una semplice disquisizione sulla natura del tempo. È, soprattutto, la ricerca di come impiegare, come utilizzare il tempo. Perché il tempo non è un treno che scorre da una stazione all’altra trasportandoti come un carico di merci. Sei tu che conduci dei vagoni che tu stesso riempi lungo il tragitto e lanci verso il futuro.
C’è differenza tra il lasciarsi trasportare e organizzare il trasporto. Come c’è differenza tra un tempo già programmato e un tempo che tu riempi. C’è differenza tra il subire e il creare. C’è anche tanta differenza tra “quantità” e “qualità”.
Teatro scolastico / L’Istituto Rodari studia il tempo
Kronos e Kairos sono due modi diversi di interpretare il tempo: nel primo caso il tempo inteso come scorrere dei minuti e delle ore. Perciò il Kronos, può diventare quello che ci travolge, che non lascia spazio alla riflessione, alla meditazione, ai voli del pensiero e alle estasi della meraviglia. E non ci appare mai sufficiente, non basta mai e lo rincorriamo senza mai viverlo in pienezza di vita. Perciò ci lasciamo avvolgere dai ritmi frenetici del nostro momento storico che stiamo vivendo.
Diverso è interpretare il tempo come Kairos: è il momento giusto per qualcosa che ci fa crescere. Kairos è il tempo da vivere. Ed è anche un dare senso a ciò che accade, un essere presenti mentalmente nelle diverse azioni che svolgiamo nella vita, un aprirsi alla qualità del tempo che viviamo e un guardare le cose da un altro punto di vista. Questo è il kairos: il tempo in cui vivere e dove vivere. Un tempo che è essenzialmente amare.
Questo ci hanno detto i ragazzi del “Rodari” portando anche in campo Einstein e Leopardi, mettendo a confronto lo scienziato e il poeta per capire il loro approccio col tempo.
Teatro scolastico / L’Istituto Rodari presenta tre diversi aspetti del tempo
A seguire, i ragazzi hanno proposto tre scene con la presenza di personaggi di tempi diversi e situazioni diverse. Tre episodi che, con la ricchezza dei dialoghi e la dinamica dei movimenti ci hanno aiutato a riflettere sul tempo:
- i soldati de “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati in una vana attesa che si dilunga nel tentativo di capire il rapporto col tempo che passa;
- i personaggi di Estragone e Vladimiro in un dialogo tratto da “Aspettando Godot” di Samuel Beckett;
- i personaggi del Principe di Salina e di Vincenzo Florio, tratti da “Il Gattopardo” e da “Leoni di Sicilia” che si confrontano in quanto rappresentanti l’uno di un’aristocrazia al tramonto e l’altro di una borghesia in ascesa.
In conclusione, la ricerca del rapporto col tempo si personalizza nella presenza finale di Kronos (il tempo che trascorre), Kairos (il tempo opportuno) e Aion (il tempo ciclico ma eterno).
Dal dialogo fra i tre e dei tre con l’umanità rappresentata da un numeroso gruppo di ragazzi, scaturisce la spinta alla riflessione personale sul rapporto e sull’uso del tempo.
Per una scelta tutta personale, Per apprezzarlo e viverlo. Il tempo.
Chi entra e chi esce in un cammino di crescita
Abbiamo contato 38 ragazzi in scena: delle prime, delle seconde e delle terze classi. Ragazzi che entrano al Rodari e ragazzi che escono dal Rodari: il succedersi del tempo nella dinamica dei rapporti. E se si riesce a cogliere e a far cogliere ai ragazzi il cammino di crescita che si può operare col trascorrere del tempo e se si concretizza la preziosità dell’impiego del tempo, allora si vive una serenità interiore che cresce intensamente e ci proietta verso il futuro. Perché si alimenta la tensione alla speranza.
Con questo tipo di teatro scolastico sicuramente gli alunni-attori possono scoprire come vivere la propria vita. E come, attraverso una recita, possono comunicare con gioia gli autentici valori della vita.
La presenza e l’azione del team di insegnanti che nutre di queste riflessioni e convinzioni gli alunni, assicura un futuro di maturità di vita che riempie i tempi dell’esistenza di valori inestimabili.
I ragazzi “crescono” a tutti i livelli, nel tempo. E lo scorrere del tempo non è un arido succedersi di ore e di giorni ma si fa crescita, si fa vita. Nella consapevolezza di riempirlo, il tempo.
Ricordo un’affermazione che i miei insegnanti mi fecero conoscere: “tu vivi se la tua vita è un dono: perché solo chi ama vive”. L’amore inteso come palpito di vita che segna il ritmo esistenziale. Un modo come dire che sei immerso nel ritmo del tempo solamente se sei presente con la volontà di costruire l’oggi e inventare il domani.
Antonino Leotta