Testimonianza / Il Cardinale Zuppi, nuovo presidente della Cei, e il Vangelo vivo

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cardinale Zuppi

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, classe 1955, dal 2015 Arcivescovo di Bologna, è dal 24 maggio 2022 Presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), nominato da Papa Francesco.  E’ quel giovane Matteo Maria Zuppi che, nel lontano 1973, al Liceo “Virgilio” di Roma, insieme ad altri suoi coetanei tra cui anche Andrea Riccardi, ha sperimentato il tesoro del Vangelo vivo. Vivendo l’incredibile avventura di dare spirito e corpo alle parole di Gesù dei Vangeli. E divenendo così “cristiano sul serio”, per usare un’espressione di Kierkegaard. In quegli anni si respirava un’aria frizzante, di cambiamento, d’innovazione sociale e culturale, erano infatti gli anni del ‘68 e del Concilio Vaticano Secondo.

All’inizio non ci furono preti a dare corso a questa esperienza. Eppure al Liceo “Virgilio” alcuni giovani della Roma – bene stavano passando attraverso la cruna di un ago, da una vita vissuta per sé ad una vita donata, per vie che soltanto Dio stava aprendo.

Le borgate delle periferie romane, come quella di Primavalle, attendevano e pullulavano di mille contraddizioni. Lì si respirava il naufragio della Costituzione e la Chiesa era assente. Quei giovani studenti, sentendone profondo desiderio, provarono a mettersi in gioco, senza alcun tentennamento. Sporcandosi le mani, ritrovandosi così, in pochi anni, con tanti altri fratelli e sorelle. Insieme si misero a vivere il Vangelo, tra preghiera e servizio, tra speranze e delusioni da superare.

Il percorso ministeriale del cardinale Zuppi, neo presidente CEI

Fu proprio da quella vivificante esperienza che il giovane Matteo capì di essere chiamato a servire Dio e i poveri attraverso il servizio ministeriale. Entrò quindi nel seminario di Palestrina e nel 1981 fu ordinato sacerdote.
Come il giovane Agostino che deve all’ascolto della predicazione del vescovo Ambrogio, la sua apertura della mente e del cuore verso la bellezza del mistero cristiano, alla stessa maniera il nostro don Matteo scopre nella Comunità di Sant’Egidio, una Chiesa viva, piena e bella, non chiusa in se stessa, arroccata o autoreferenziale.

convegno a Zafferana con card.Zuppi
Nel convegno a Zafferana nel 1985, sono riconoscibili : il secondo da sin. don Orazio Barbarino, e a seguire, il vescovo Antonio Riboldi e il cardinale Zuppi

Subito dopo l’ordinazione ricopre, per diversi anni, l’incarico di vicario del parroco mons. Vincenzo Paglia di Santa Maria in Trastevere a Roma divenendone poi il suo successore.
E’ proprio in questi anni in cui don Matteo intuisce che “la carità non ha confine” e in forza di ciò, con l’amico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità, si impegna come mediatore per la pace in Mozambico. Questa viene raggiunta, dopo 27 mesi di trattative, il quattro ottobre del 1992, nell’ex convento di Piazza Sant’Egidio a Trastevere.

Negli anni successivi, con gli amici della Comunità e anche in collaborazione con Nelson Mandela, parteciperà alla pacificazione di altre nazioni africane, come il Burundi, l’Uganda, il Ruanda, il Congo, il Sudan, Zimbabwe, Angola, Namibia, Ciad, Tanzania. E s’impegnerà sempre per le missioni tra i poveri nelle periferie delle grandi metropoli del mondo.

Ad Auschwitz con Francesco Guccini

Nel 2016, come arcivescovo di Bologna, si reca con il “treno della Memoria”, partendo dal binario 21 della stazione di Milano, ad Auschwitz con il cantautore Francesco Guccini e alcuni giovani studenti. Il 14 gennaio 2022 nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma ha presieduto anche la celebrazione dei funerali di Stato del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, suo amico dai tempi del liceo.

Don Matteo Maria Zuppi, diventato Vescovo, Cardinale e Presidente della CEI, resta un costruttore di ponti, un artigiano della pace, un seminatore di speranza. Convinto, come lo è, che “avrà un futuro chi non ha paura del futuro”.

card. Zuppi
(Foto Siciliani-Gennari/Sir)

Alla scuola dei Padri con una predilezione per Ambrogio, nella lettura dei grandi teologi, come Congar e attento alla testimonianza dei vari Mazzolari, Milani, Charles de Foucauld, Madeleine Delbrêl, Etty Hillesum, don Matteo matura una teologia e di conseguenza un cristianesimo incarnato, non da scrivania, di carte su carte. Dove non c’è vita, tutti i messaggi come anche le più belle intenzioni, lasciano il tempo che trovano!

Il suo compito sarà arduo, difficilissimo, ma non impossibile. Cioè far uscire la Chiesa dal pantano troppo umano in cui si trova. E spingerla a gettare, con fiducia, la rete del Vangelo dalla parte destra della barca, non fidandosi delle astuzie umane ed ecclesiastiche e di confidare in Dio che in Gesù ha tanto amato il mondo da mandare il suo stesso Figlio.

Il cardinale Zuppi al convegno di Zafferana….

Infine, un ricordo personale. Era il 1985 e a Zafferana Etnea, insieme alla Comunità “Tra i Tempi” di Acireale, avevo organizzato un grande convegno. Ad esso avevano partecipato tantissimi giovani, con la presenza significativa del Vescovo di Acerra, Mons. Antonio Riboldi. Ricordo la sfida del Convegno: “Vivere la Speranza nella Città”. In una giornata si unirono a noi anche i rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio di Roma. E fu in quell’occasione che ebbi il piacere di conoscere il giovanissimo don Matteo Zuppi. Quella presenza e soprattutto, quella speranza annunciata nel Convegno di allora, è la stessa passione che mi muove oggi. Penso, credo fermamente che don Matteo Zuppi abbia sempre testimoniato quella fiducia nella compagnia delle donne e degli uomini d’oggi. Ieri come oggi! Sempre!

 

don Orazio Barbarino
Arciprete di Linguaglossa

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