Una vita di Parola / Giuseppe Vecchio: “Troppo semplificato il racconto giornalistico su padre Puglisi

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Pino Puglisi Giuseppe Vecchio

Lo scorso 21 ottobre, nella chiesa di San Rocco ad Acireale, è stato presentato il libro del giornalista e scrittore Mario Agostino, dal titolo: “Una vita di parola-Padre Puglisi e il Movimento Presenza del Vangelo”. In particolare, in questo articolo, ci soffermeremo sulle parole di Giuseppe Vecchio, direttore de “La Voce dell’Jonio” sulla figura di Don Pino Puglisi. Il libro, incentrato sulla vita di Padre Pino Puglisi si articola tramite testimonianze, storie e narrazioni. Il tutto all’interno dei contesti palermitani in cui “3P” si trovò a dover operare, con documentazioni che spaziano dai quartieri del capoluogo di provincia siciliano fino a giungere nel quartiere periferico di Brancaccio.

Facendo questo excursus, per lo scrittore Mario Agostino è stato possibile delineare interamente la personalità di Don Pino Puglisi, comprendendo non solo il suo legame con il Movimento Presenza del Vangelo, ma tanto altro. Infatti, il libro ci tiene a sottolineare come la figura di padre Puglisi non debba essere ricondotta solamente ad essere un “prete antimafia”. Padre Pino Puglisi fu molto di più! Fu amico, educatore, fratello e confidente per comunità, apparentemente abbandonate, in cui portava avanti i suoi ideali.

In foto da sinistra: Giuseppe Vecchio, Paola Faraci, Monsignor Antonino Raspanti, Barbata Condorelli e Mario Agostino: autore del libro. Foto di Giorgia Fichera

Nella ricorrenza della memoria, a trent’anni dal martirio, la presentazione del libro si è articolata con la presenza della moderatrice Barbara Condorelli, responsabile del servizio regionale dell’insegnamento Religione Cattolica per la Sicilia. Invece, insieme all’autore, sono intervenute personalità come monsignor Antonino Raspanti e Paola Geraci, ginecologa palermitana e presidente del Movimento Presenza del Vangelo. E’ inoltre intervenuto anche il direttore della Voce dell’Jonio, testata editrice del libro: Giuseppe Vecchio.

L’intervento di Giuseppe Vecchio sulla figura di Don Pino Puglisi

Presentato dalla moderatrice Barbara Condorelli, il direttore Vecchio ha così esordito, rispondendo alle domande poste:

In foto il Direttore de “La Voce dell’Jonio”: Giuseppe Vecchio. Foto di Giorgia Fichera

“La storica testata “La Voce dell’Jonio” fondata nel 1958 da Orazio Vecchio, mio padre, è una testata laica di ispirazione cattolica. Nel corso degli anni, nonostante mille peripezie economiche, la “Voce dell’Jonio” vive ancora. Siamo diventati un giornale online e da qualche anno siamo anche casa editrice, con ancora vivo in Noi il motto del fondatore ‘informare per formare’.

Essere qui, oggi, mi dà la possibilità di riflettere sul ruolo della professione giornalistica odierna con respiro più ampio sulla comunicazione in generale. E spero che questa riflessione possa essere utile al pubblico. 
Mi chiedo, è più facile che un giornalista diventi scrittore o che uno scrittore diventi giornalista? Sembra una domanda retorica ma non è così. A cominciare dal fatto che la deontologia che segue il giornalista è diversa da quella che segue uno scrittore, che maggiormente asseconda le proprie priorità personali piuttosto che un codice deontologico. Per questo vi ricordo che l’autore è sia giornalista che scrittore. Ma a tal proposito, sarà lui stesso a dirvelo”.

Le parole di Giuseppe Vecchio/ In che modo si è posto il mondo dell’informazione nei confronti di Don Pino Puglisi?

“Vi propongo un’altra domanda: quale è stato il luogo dell’informazione che ha meglio compreso la vicenda umana di Don Pino Puglisi? Questo mondo si è accorto troppo tardi del ruolo e della persona che era e purtroppo, inizialmente, è passato alla ribalta il suo assassinio nel quartiere periferico di Brancaccio per mano della mafia. Questo ha permesso una narrazione della vicenda in modo fin troppo riduttiva e semplificata, quasi offensiva. Per tutti, ma soprattutto per il mondo dell’informazione, Don Pino Puglisi era un “prete anti mafia”.

Ma non era solo questo! Io sono tra quelli che l’ha conosciuto post mortem. E mi rendo conto che, soprattutto le testate cattoliche, negli ultimi dieci anni post beatificazione, sono riuscite a delineare una figura ben diversa; comprendendo davvero la vera natura di Don Puglisi. La verità è subentrata dopo, come giusto che fosse, attenzionando con nuovi spunti di riflessione la memoria del sacerdote palermitano. Si trattava, infatti, di ben di più. Era un prete nella quotidianità, un amico, un fratello ed un compagno di strada come modello per moltissimi giovani”.

In foto l’autore del libro: il giornalista e scrittore Mario Agostino

Conclude il suo intervento, riprendendo il discorso iniziale, dicendo che: “L’atteggiamento da parte di noi giornalisti di fronte alla verità dev’essere diverso, con maggiore sensibilità, con una preparazione professionale e culturale nei confronti della deontologia professionale, per poter svolgere la professione giornalistica nel miglior modo possibile nei confronti dell’opinione pubblica.”

Giorgia Fichera

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