Vangelo della domenica (15 novembre) / Dio dona il suo amore a tutti e ciascuno deve moltiplicarlo amando il prossimo

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Canto al Vangelo ( Gv 15,4a.5b )

Alleluia,alleluia. Rimanete in me e io in voi, dice il Signore, chi rimane in me porta molto frutto. Alleluia
Vangelo ( Mt 25.15 – 30 )
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo.
Il padrone gli rispose: Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti». Parola del Signore.
Riflessione
La Liturgia di questa domenica presenta il brano del vangelo di Matteo nel racconto della parabola del servo fedele che ha saputo far duplicare i propri talenti.
Il brano del vangelo si apre con l’immagine di Gesù che chiamati i suoi discepoli racconta loro la parabola dei talenti saputi trafficare dal servo fedele a differenza del servo cattivo che nascose il suo talento per paura. Il racconto inizia col  dire che un uomo prima di partire per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò i suoi beni. Gesù, dopo aver vissuto sulla terra ascese al cielo donando il dono del suo amore e del suo Spirito ai suoi discepoli. Il bene, i talenti citati in questa parabola, rappresentano l’amore che Dio dona ad ogni uomo affinchè questi lo faccia duplicare.
I servi fedeli che avevano ricevuto chi cinque talenti, chi due, seppero trafficarli duplicandoli, mentre chi aveva ricevuto un solo talento, per paura e per pigrizia non lo trafficò nascondendolo sottoterra. Dio dona il suo amore a tutti ed ogni uomo deve ridonare questo amore amando Dio ed il prossimo. Il cristiano è chiamato a trafficare questo amore, a metterlo in circolo non a nasconderlo per paura di riamare o per pigrizia di operare il bene.
E il cristiano può far duplicare il dono dell’amore ricevuto da Dio solo restando in Lui, dimorando in Gesù attraverso una vita di preghiera, di ascolto della sua Parola e di partecipazione all’Eucarestia, come ricorda il Canto Alleluiatico di questa domenica: “Rimanete in me e io in voi, dice il Signore, chi rimane in me porta molto frutto”.

                                                                                                              Letizia Franzone

 

 

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