Vangelo della domenica (3 novembre) / L’amore di Dio guarisce ogni fragilità umana

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Canto al Vangelo ( Cfr. Gv 3,16 )

Alleluia, alleluia. Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna. Alleluia

Vangelo ( Lc 19,1 – 10 )

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io dò la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Parola del Signore

Riflessione

La Liturgia di questa Domenica ci presenta il brano del vangelo di Luca nel racconto dell’incontro di Zaccheo con Gesù. Zaccheo era un pubblicano, cioè, un pubblico peccatore e quindi allontanato e considerato indegno di accostarsi alla Legge e al culto religioso. Ma quando Gesù attraversò Gerico ed entrò in città, Zaccheo sentì il desiderio di vedere chi era Gesù.
Da questa frase si può rilevare il messaggio di Luca nel voler dire che Gesù attraversa la miseria degli uomini, la loro fragilità entrando nel loro vissuto, e nel momento in cui Gesù attraversa la vita dell’uomo, questi sente il bisogno di chiedersi chi è colui che lo cerca.
Il brano del vangelo dice che Zaccheo voleva vedere Gesù ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. La folla dei pregiudizi, delle accuse, impediscono all’uomo di vedere Colui che lo chiama alla salvezza; si sente piccolo e impossibilitato di vederlo.
Zaccheo, proprio perché riconosce la sua piccolezza di fronte a Gesù può incontrare  il suo sguardo. Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “ Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”.
Gesù alza il suo sguardo per invitarlo a scendere e prendere dimora con Lui, lo chiama per nome, come si chiama un amico e gli chiede di poter entrare nella sua casa. E Zaccheo non può far a meno di riconoscere le sue colpe e di convertirsi a questo amore grande di Gesù che desidera prendere dimora presso di lui: Zaccheo, alzatosi, disse al Signore “Ecco Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, e se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Quando s’incontra Gesù non si può rimanere gli stessi di prima.
E di fronte all’umiltà di Zaccheo, a quell’uomo allontanato e scartato perché giudicato perduto, Gesù dice: “ Oggi per questa casa è venuta la salvezza,perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.
Questo brano del Vangelo ci invita a credere che Dio ha per ogni uomo un amore infinito e la sua misericordia attraversa e guarisce ogni fragilità umana, come ci ricorda il Canto Alleluiatico di questa Domenica: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna”.

Letizia Franzone

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