Vangelo domenica 12 settembre / Liberarsi degli egoismi per vivere l’amore di Gesù

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Gesù parla ai discepoli

Canto al Vangelo domenica 12 settembre ( Gal 6,14 )

Alleluia, alleluia. Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Alleluia

Vangelo domenica 12 settembre ( Mc 8,27 – 35 )

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».gesù parla ai discepoli
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».
Parola del Signore.

Riflessione sul vangelo di domenica 12 settembre

La Liturgia di questa domenica presenta il brano del vangelo di Marco nel racconto di Gesù che parla ai suoi discepoli e alla folla riguardo alle condizioni necessarie per essere autentici suoi discepoli.

Il brano si apre con l’immagine di Gesù che in cammino con i suoi discepoli li interroga chiedendo chi fosse lui per la gente e chi fosse lui per loro.

Gesù pone questo interrogativo per chiarire la sua reale missione. In Israele infatti, si attendeva il “Messia”, Messia però come il liberatore politico. Gesù è il Messia, il Cristo, l’unto, Figlio di Dio che viene nel mondo per liberare l’uomo da un’altra schiavitù: la schiavitù dal peccato.

Ai discepoli Gesù chiarisce la sua missione, iniziando ad insegnare loro che il Figlio dell’Uomo doveva soffrire molto. Ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. A queste parole di Gesù, Pietro manifesta la sua contrarietà. Ma Gesù rimproverandolo rileva che è necessario che il discepolo ragioni non secondo la mentalità del mondo ma secondo i pensieri di Dio.

E chiamata adesso anche la folla, Gesù rivela le condizioni essenziali per essere autentici suoi discepoli dicendo: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà,ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”.

In questa frase si sottolinea la necessità di una decisione personale a rinnegare se stessi. A rifiutare cioè ogni tendenza di egoismo, di smania di potere e di dominio sugli altri per vivere l’amore annunciato da Gesù che conduce alla salvezza. Come si legge nel Canto Alleluiatico di questa domenica.

Letizia Franzone

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