Abusi sui minori / Seminario a Catania: ascoltare, proteggere e curare

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I luoghi educativi sono quelli dove maggiormente si può intervenire per prendersi cura dei più fragili. Il Convegno tenutosi nei locali del Seminario Arcivescovile di Catania, nell’ambito del cammino della Chiesa Italiana sull’impegno della Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili indicato dal Santo Padre, venerdì 14 ottobre 2022, ha inteso fare luce su quest’attuale piaga della società. Ha ricordato come si possa prevenire e curare, ma anche e prima di tutto tutelare con lo scopo di scambiare buone prassi, per raggiungere più obiettivi. Tra questi, potenziare la rete dei referenti diocesani, i centri d’ascolto per gli abusi sui minori e la collaborazione con le istituzioni pubbliche.

Accoglienza e tutela minorile

Grazie alle Comunità cristiane, chiese, comunità civili e istituzioni della Repubblica, nessun minore o persona vulnerabile viene lasciato solo ad affrontare la mostruosità degli abusi. I servizi di tutela minori di CataniaAcireale e Caltagirone, si sono riuniti assieme ai servizi diocesani e a tutto l’apparato coinvolto con responsabilità, al fine di poter sviluppare una cultura dell’accoglienza e della tutela dei minori. Ma anche di incentivare nella cultura di tutti, in tutti i settori, la tutela e l’accoglienza. Questa la mission, principale. Siamo nella fase in cui si comincia a prendere coscienza e a fare statistiche sui numeri. Ci rendiamo quindi conto di quanto sia stata e sia ancora importante la comunicazione.

Come afferma anche Mons. Raspanti, vescovo di Acireale intervenuto, tutta la comunità ecclesiale è sofferente. Siamo chiamati a scegliere la via della trasparenza cogliendo che la comunicazione non è solo una questione tecnica, ma fa parte di un processo comunicativo e di vita. Insieme alle alte competenze guarda all’unitarietà e alla concretezza di ciò che avviare. I media non devono mai dettare l’agenda. Davanti allo scandalo degli abusi occorre chiedersi qual’è l’approccio, se noi guardiamo al passato ci rendiamo conto di quanto la visione falsata della realtà sia l’origine di azioni scomposte verso le persone e di conseguenza verso la Chiesa.

La lettera di Benedetto XVI sugli abusi sessuali 

Nel 2010, in una lettera ai cattolici irlandesi, Benedetto XVI aveva scritto chiaramente, rivolgendosi ai sacerdoti che si macchiano di abusi sessuali. “Dovrete risponderne davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti”. Nel 2019, Papa Francesco ha convocato in Vaticano un summit senza precedenti sul tema. “La Chiesa, con l’aiuto di Dio, sta portando avanti con ferma decisione l’impegno di rendere giustizia alle vittime degli abusi operati dai suoi membri. In questa luce ho recentemente proceduto all’aggiornamento delle norme sui delitti riservati alla Congregazione per la dottrina della fede, con il desiderio di rendere più incisiva l’azione giudiziaria”.

Secondo il risvolto civilistico della diocesi si intrecciata la rivendicazione economica, addirittura in Italia mancava la coscienza drgli abusi sui minori. Negli anni 2000 anche in Italia cominciano ad emergere dei casi in varie città, e si prende coscienza attraverso la denuncia. Ma la prima forte vera presa di posizione si ha con il Documento di Papa Joseph RatzingerLa Cei, Conferenza episcopale italiana, attualmente non dà segni di volere censire e fornire i numeri dei casi di pedofilia in Italia, anche se un dibattito interno è in atto e i favorevoli a un’indagine sono sempre più numerosi. Non c’è più un approccio emergenziale sul tema ma  pastorale ordinario per prendere piena coscienza di ciò che accade e può accadere. Tenendo conto di una giusta circolarità per ciò che si pensa, si comunica e si dice.Tutela minori vulnerabili Mons Antonino Raspanti

La comunicazione come cassa di risonanza

A inizio 2000 c’è il dilagare dei Social Media che diventano la cassa di risonanza gigantesca per la società” parole di Mns. Antonino Raspanti. Siamo pressati a livello mediatico dalla richiesta di dati ma nessuno sottolinea quanto sia stato fatto in questi anni e quanto sia maturata la conoscenza della prevenzione contro gli abusi sui minori in particolare nell’ambito ecclesiastico. Come ribadito da Mons Mogavero, appuntamenti come questi, contro l’abuso sui minori, fanno passare il tema della tutela da un approccio di straordinarietà a ordinarietà perché è quello che sta avvenendo nella nostra Chiesa italianaAbbiamo ascoltato il dato ecclesiastico, il dato giuridico.

Ma la comunicazione è proprio questo intreccio non è la sorella minori rispetto a un approccio complessivo, ma fa parte integrante di questo approccio. Come ci ricorda il Dott. Corrado, direttore Comunicazione CEI, la collaborazione e la circolarità dell’incontro tenutosi deve essere impiegata ogni giorno all’interno dei processi ecclesiali. È l’insieme che può segnare la svolta, l’insieme può fare emergere un nuovo approccio alla materia. Ogni singolo atto può dar vita ad una nuova mentalità e ad un approprio adeguato per la tutela dei minori. In ogni società ogni membro fa parte di una rete di comunicazione, rete personale e rete istituzionale in quanto consumatore.

Strumentalizzazione, occultamento e Verità 

Molto spesso ci si chiede se i mezzi di comunicazione siano dei nemici della Chiesa. Raramente invece ci si chiede se le nostre azioni corrispondano ai principi che vogliamo perseguire. Ecco perché è importante il “processo della verità”. Un processo comunicativo trasparente che sia parte integrante di un sistema sempre più necessario per l’intera comunità ecclesiale e che chiama in causa tutta la coscienza. Non dobbiamo aspettare che l’agenda mediatica volti pagina. Perché sarebbe una comunicazione retroattiva, capace di leggere ciò che avviene costruendo un processo mediatico che manda in pasto all’onda mediatica le vittime stesse, gli abusatori e l’intera comunità ecclesiale.

Perché dovremmo insabbiare gli abusi sui minori e non, ovvero la sofferenza delle persone che poi è la nostra sofferenza? Una comunicazione autentica non può non tenere conto di questa lacerazione profonda. Che si genera ogni volta che vengono tradite le gioie e le speranze: un tradimento dell’umanità. Siamo chiamati per questo a processi comunicativi che sappiano farsi carico delle sofferenze. Ma che siano anche generativi di pagine nuove e che sappiano spostare lo straordinario nell’ordinario. Tradotto evangelicamente con il rapporto di comunione, che a livello giornalistico si esplica raccontando la verità sostanziale dei fatti, questo non può mai trattare superficialmente i diritti fondamentali delle persone, ovvero il loro benessere fisico, sociale e spirituale.

Giuliana Aglio 

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