Buone pratiche / Ecocompattatori mangiaplastica, l’esempio di Aci Bonaccorsi

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Ecocompattatori mangiaplastica

Si stanno diffondendo su tutto il territorio italiano ecocompattatori “mangiaplastica” sovvenzionati dal Ministero della Transizione ecologica, come quello adottato dal comune di Aci Bonaccorsi. I fondi per i finanziamenti sono devoluti soprattutto nell’ambito di progetti comunitari europei, finalizzati ad avere un impatto ecosostenibile sulla vita quotidiana di ogni persona. Da anni la platea di persone sensibili al tema della salvaguardia ambientale si allarga. La crescita di movimenti sociali, come Friday for Futuree le molte manifestazioni per una spinta verso un modello di società più sostenibile sono fenomeni da considerare a tutti gli effetti come precedenti storici.

Ecocompattatori “mangiaplastica” / L’importanza di un azione per l’ambiente

Proprio tali azioni, reiterate nel tempo, hanno spinto più volte le maggiori potenze odierne a cercare un punto di incontro in materia. Un approccio comune e delle linee guida sono infatti necessarie per riuscire a scongiurare i devastanti effetti del cambiamento climatico. Purtroppo, ad oggi quei tentativi hanno conosciuto diverse strette. Le stesse istituzioni nazionali, che su scala globale dovrebbero assicurare un intervento più tempestivo prima di tutto per il bene dei propri cittadini, risultano essere abbastanza blande nell’applicare adeguati provvedimenti su larga scala in tempi rassicuranti.

Ecocompattatori “mangiaplastica” / L’azione su più scale per l’ambiente

Nonostante ciò, è pur vero che esistono progetti di scala più contenuta in sviluppo in ogni parte del globo, nati con lo scopo di impattare positivamente sull’ambiente. E quindi, sulla vita di ognuno. E sebbene siano a tutti gli effetti degli esperimenti, permettono di coinvolgere come agenti primari della salvaguardia ambientale proprio le persone comuni. Alcuni di questi puntano a rinnovare il modo in cui si crea, distribuisce e consuma energia, e sono già in una fase di applicazione avanzata. Proprio qui in Europa le comunità energetiche alternative sono state già largamente sperimentate ed ora si punta a farle allargare. La stessa regione Sardegna in questo momento si trova coinvolta in uno di questi.

“Sardegna Rinnovabile” entro il 2050 porterà l’isola ad avere un’approvvigionamento di energia totalmente assente di emissioni di carbonio. E tali ambizioni sono tutt’altro che irrealistiche dato che l’interesse primario nel vedere gli esiti del progetto arriva direttamente dall’Unione Europea, che sostiene economicamente il tutto. Non è una sorpresa che dietro ad un progetto così grande vi siano sovvenzioni comunitarie. E’ proprio l’UE che finanzia lo sviluppo di buona parte dei progetti che nascono qui in territorio europeo, anche quelli più piccoli. Che si parli di produzioni energetiche alternative o di altre misure che possono portare un’innovazione in campo di vita sostenibile, l’Unione è sempre la prima a sostenere i più svariati lo sviluppo dei progetti sul campo.

Comuni / I Bonus per gli Ecocompattatori “mangiaplastica” locali

Ed è proprio grazie a questi meccanismi se ad oggi ha preso piede un progetto che coinvolge tutti i comuni italiani che ne hanno fanno richiesta di partecipazione. Nell’Ottobre dello scorso anno il Ministero della Transizione Ecologica aveva aperto uno sportello online rivolto alle adesioni comunali per il Progetto MangiaPlastica. Si tratta di un progetto nato in Italia nell’ambito degli accordi europei per la crescita dell’economia circolare locale e della cura ambientale per i cittadini.

Ecocompattatori LocaliConsiste nella possibilità di richiedere un contributo per l’acquisto di Ecocompattatori sperimentali, da installare nelle aree locali del comune di riferimento. Questi macchinari sono disposti ad uso dell’intera comunità, e permettono di sostenere in modo più accentuato gli obbiettivi di riciclo locali. Il tutto, partendo infatti proprio dal coinvolgimento dei cittadini nel processo di riciclo.

Ecocompattatori / Il progetto mangiaplastica

Analizzando più nello specifico, il progetto nasce nel 2019, nell’ambito del decreto Clima. Questo istituiva il fondo Programma sperimentale Mangiaplastica con una dotazione di 27 milioni da distribuire ai Comuni. Il tutto con l’osservanza alle direttive europee del Piano per l’economia circolare, posta come una strategia comune per affrontare le sfide poste dalle materie plastiche in tutte le fasi della catena del valore e tenere conto del loro intero ciclo di vita. Nel settembre del 2021, il Ministero della Transizione Ecologica ha reso pubblico il Decreto Mangiaplastica.

All’interno vengono specificati i fondi stanziati per le annualità dal 2021 al 2024, così come i requisiti di istanza per ogni comune, le modalità di accesso ai fondi ed i criteri di valutazione. L’obbiettivo minimo è quello di assicurare un ecocompattatore locale ad ogni comune, con un limite di uno ogni 100.000 abitanti. Il contributo statale è quindi erogato a ciascun Comune nel limite di 15.000 euro per l’acquisto di un ecocompattatore di capacità media. Di 30.000 per l’acquisto di un ecocompattatore di capacità alta. Una definizione specifica dei macchinari viene poi data in modo da differenziare tra ecocompattatori generali e selettori.

I mezzi in questione sono infatti volti alla raccolta differenziata di bottiglie per bevande in PET, e devono essere in grado di riconoscere in modo selettivo le bottiglie in PET e ridurne il volume favorendone il riciclo. L’adesione al progetto inoltre implica l’impegno a mantenere in funzione il macchinario per almeno tre anni. E data la natura sperimentale del progetto, i comuni aderenti si impegnano anche a comunicare al Ministero tutti i dati relativi utili a verificare l’efficacia e la sostenibilità dello stesso.

Buone pratiche / I Bonus per gli Ecocompattatori locali

La prima fase del progetto per l’erogazione ai comuni dei bonus per l’acquisto di ecocompattatori locali moderni si è quindi concluso nell’ottobre del 2021. Durante la scorsa annualità il progetto poteva vantare di ben 16 dei 27 milioni stanziati per il progetto. In buona parte i macchinari sono già in fase di distribuzione, e sono molti i comuni che ne hanno fatto richiesta nella scorsa annualità. Il 31 gennaio è quindi stato riaperto il portale online del MITE dedicato alle richieste di adesione, secondo comunicazioni del Ministero. Per quest’annualità i comuni avranno tempo fino al 31 marzo di quest’anno per presentare domanda proprio attraverso la pagina del MITE. Dei fondi già citati, quest’anno secondo il decreto saranno disponibili per i comuni 5 milioni di euro.

Ecocompattatori “mangiaplastica” / I vantaggi del progetto sul territorio

I benefici dell’adesione a tale progetto non sono scontati. La priorità concreta e manifesta del progetto è proprio quella di permettere un recupero più rapido ed efficiente di parte dei materiali plastici PET che ancora oggi viene usata da tutti, favorendo quindi una forma di economia circolare che minimizzi gli sprechi. Ma considerando i criteri di valutazione per l’assegnazione dei bonus, molte delle aspettative riposte nel progetto consistono in effetti collaterali sulla comunità. Efficacia dei servizi di ritiro, le misure di sensibilizzazione ambientale messe in campo per spronare all’uso, la locazione del macchinario in zone facilmente accessibili e gli incentivi al conferimento dei rifiuti per la cittadinanza sono elementi che porterebbero solo benefici in termini di educazione alla differenziazione dei rifiuti.

Ecocompattatori “mangiaplastica” / l’esempio di Aci Bonaccorsi

Ad oggi in Sicilia sono molti i comuni ad averne fatto richiesta. Le grandi città hanno già installato parte dei propri ecocompattatori. In provincia di Catania l’ultimo comune ad averLocali dato notizia del ricevuto finanziamento è quello di Aci Bonaccorsi, comunicandolo il 3 Febbraio scorso sulle sue pagine social.

Pur non essendo una vera e propria rivoluzione, la prospettiva di un uso estensivo da parte dei comuni di tali strumenti può essere un buon elemento per spingere più in là la propensione della cittadinanza alla differenziazione dei propri rifiuti. Adottare sempre più buone pratiche per combattere l’emergenza climatica, anche quelle dal basso impatto, è nelle condizioni attuali estremamente importante per ogni cittadino, oltreché economicamente vantaggioso per tutti.

Andrea Chiantello

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