Convegno / Una democrazia che cambia e l’involuzione dei partiti

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I relatori

La crisi del rapporto tra sistemi democratici e partiti politici, tema del convegno Una democrazia che cambia e l’involuzione dei partiti tenutosi al Seminario Interdiocesano di Catania. A cura dal Movimento Ecclesiastico d’Impegno Culturale di Catania, in sinergia con l’Azione Cattolica, l’Istituto Teologico San Paolo e l’Istituto di formazione all’impegno sociale e politico di Catania.

Dopo i saluti di don Antonio Sapuppo, preside dell’Ist. Teol. San Paolo, di don Alfio Carbonaro, direttore dell’Ufficio per la pastorale dei problemi sociali dell’Arcidiocesi di Catania e della dott.sa Mariagrazia Signorello, presidente dell’Azione Cattolica di Catania, il presidente del Meic dott. Filippo Uccellatore, presentando i relatori, ha anticipato le problematiche riservate a ciascuno di essi.

Don Piero Sapienza
Don Piero Sapienza

Don Piero Sapienza, già direttore dell’Ufficio problemi sociali dell’arcidiocesi e della CeSI, in risposta al quesito dove stia andando la democrazia, ha evidenziato come ci si sia allontanati dal compito che le compete. Cioè, come asseriva Dossetti, poter fare in nome per conto e in favore del popolo. Ciò per l’abuso di una delega intesa dagli eletti sempre più in bianco. Si profilano tre ordini di cause. Il primo, ascritto alla classe politica; il secondo, agli stessi cittadini; il terzo, di ordine culturale.

Le cause della crisi della democrazia

Il primo deriva dal distacco della politica dall’etica, che induce allo svuotamento di contenuti e a dibattiti tra politici incentrati sempre meno su temi sociali e sempre più su dileggi personali, comodo schermo dietro cui celare carenze di cultura politica.

Il secondo si esprime nell’assenza dal confronto e nell‘astensione dal voto, per il luogo comune che con la politica non bisogna sporcarsi le mani. Il che si traduce nel riflusso verso il privato, la sindrome dello spettatore. Per cui si assiste passivi, non si partecipa e ci si orienta a un pragmatismo di connotazione antipolitica.

Il terzo è legato alla diffusione e affermazione di concezioni culturali ispirate a nichilismo e scetticismo. Come agire al riguardo? Affermare i principi di solidarietà e sussidiarietà, come indica San Giovanni Paolo II nella Centesimus annos. E un nuovo paradigma antropologico, come esorta Benedetto XVI nella Caritas in veritate.

Il ruolo dei partiti politici

Il prof. Giuseppe Vecchio, già ordinario di Diritto Privato all’Università di Catania, ha vagliato il ruolo dei partiti politici, in termini storici, dalla crisi del sistema democratico liberale su cui si fondava il nostro regime parlamentare alla sua prima istituzione.
>Frutto più della prassi post rivoluzionaria e napoleonica francese, volta a rimuovere il ruolo dei corpi intermedi, che del recupero del retaggio culturale e politico dell’esperienza dei comini medievali e delle consorterie formatesi in quel contesto.

Così, stravolto, prima dal ventennio fascista, poi dalla conseguente temperie democratica da cui promana l’attuale assetto istituzionale. In tal senso l’elaborazione del Codice di Camaldoli traccia un indirizzo e indica una direzione sempre validi. Bisogna recuperare una concezione democratica non elitaria, quale quella ateniese, ma partecipativa.
Ci sollecitano ripetuti interventi del Magistero. Come il messaggio di Papa Pio XII radiodiffuso il Natale del 1944, per cui possono strutturarsi modalità diverse di democrazia compiuta. Attuando i basilari principi di solidarietà e sussidiarietà, poi recepiti pure in Costituzione. Da qui il ruolo insostituibile, come interlocutori dei partiti, dei corpi intermedi.

dott Claudio Sammartino
Dott. Claudio Sammartino

Il ricorso ai decreti legge

La prolusione del dott. Claudio Sammartino, già prefetto di Catania e coordinatore dell’Istituto di formazione all’impegno sociale e politico Sant’Agata per Catania, ha abbrivio dal forzato ricorso ai decreti legge, segno di una potenziale distorsione dell’ordinaria funzione parlamentare, nell’ottica di una possibile riforma costituzionale di tenore presidenzialista.
In tale evenienza ci si chiede quale sia il ruolo dei partiti, già esautorati dalla loro funzione o comunque colpevolmente latenti rispetto a essa. I dati di presenza al voto registrano negli ultimi anni una diffusa e costante discesa, indice di una crisi della legittimazione democratica, sia della classe politica, che del corpo elettorale. I partiti perdono così il ruolo di veicolo bidirezionale nel rapporto dei cittadini con le istituzioni.

Da qui la mutazione genetica in atto degli elettori, da interlocutori a tifosi, blanditi e vagliati dai sondaggi. Va evitato il pericolo della dittatura della maggioranza, già adombrato agli albori dello stato liberale, e preservato un sistema democratico basato sul corretto rapporto tra maggioranza e opposizione. In tale prospettiva può recuperarsi il ruolo ineludibile dei partiti, come dettato dalla Costituzione. Ciò posto la loro rivitalizzazione non potrà prescindere dal recepimento di indicazioni e mozioni dei corpi intermedi.

Don Antonio Sapuppo
Don Antonio Sapuppo

Apatia nei rapporti tra cittadini e istituzioni

Nel corso del successivo dibattito Don Antonio Sapuppo ha ricordato il tarlo dell’apatia, insinuatosi nei rapporti tra cittadini e istituzioni. Pure per le difficoltà delle stesse, o di chi ne ha le responsabilità, di assicurare risposte pronte e adeguate ai bisogni concreti della gente. Si è poi auspicato un utilizzo più aggiornato dei mezzi di comunicazione sociale e un’apertura ai giovani, attori della società futura.

In definitiva per recuperare la funzionalità del rapporto tra i partiti e le istituzioni democratiche si rivela inderogabile il ruolo di proposta culturale dei movimenti e associazioni di ispirazione cattolica.

Giuseppe Longo