Dimore acesi – 4 / In via Vittorio Emanuele il palazzo bello e ancora pulsante di vita dove visse Lionardo Vigo Calanna

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Acireale ha dato i natali a personaggi illustri che si sono distinti nel campo dell’arte, della letteratura, della poesia. Uno di questi è Lionardo Vigo Calanna, poeta, letterato, precursore dell’autonomia regionale nonché uno dei maggiori studiosi delle tradizioni e dei costumi popolari siciliani.

Lo studioso nacque il 25 settembre 1799 nella casa di via Marzulli, civico 59, angolo con via Galatea, l’edificio composto di un unico corpo a piano rialzato denominato “casa Calanna” un tempo era stato di proprietà della famiglia Mazzulli, da cui il nome (storpiato) della strada. Ma la casa, dove il poeta visse più a lungo e dove morì il 14 aprile 1879, è il bellissimo palazzo di via Vittorio Emanuele al civico 96.corretto palazzo vigo 1 (912 x 684) (456 x 342)

Esso presenta una facciata ottocentesca arricchita da una sontuosa ringhiera in ferro battuto, vera e propria opera d’arte dei maestri locali dell’epoca. Non sappiamo chi fu il committente dell’edificio, ma la data del 1795 impressa sul soffitto dell’atrio centrale indica che in quella data il palazzo doveva essere ormai nella sua fase di completamento o già finito, quindi il Vigo lo acquistò successivamente, dato che all’epoca non era ancora nato. L’architetto fu Sebastiano Ittar insieme al figlio Stefano, entrambi molto prolifici nel settore durante quegli anni.

Già nel ‘500 la zona dove sorge il palazzo doveva essere abitata, non c’erano grandi palazzi o palazzi nobiliari, anche se famiglie possidenti potevano avere case di prestigio. Avendo rilevato antiche cisterne negli attuali palazzi è quasi certa la presenza di case, anche se non ne possiamo conoscere né il loro valore architettonico né chi furono i loro proprietari.

corretto palazzo vigo 3 (912 x 684) (456 x 342)L’area comunque già a quel tempo era molto frequentata vista la presenza di ben tre chiese, la chiesa di San Francesco d’Assisi, accanto alla quale sorgerà poi l’attuale chiesa della Madonna del Carmine, la chiesa di San Francesco di Paola e la chiesa di Sant’Antonio di Padova, allora dedicata a San Sebastiano martire. La chiesa venne dedicata a Sant’Antonio il 13 luglio 1652, mentre al Santo compatrono di Acireale venne dedicata l’imponente basilica completata nel 1644 e ristrutturata dopo il tremendo terremoto del 1693. Dopo questa fatidica data tutta l’area subirà varie modifiche, principalmente l’assetto del percorso viario e l’allineamento delle strade, con la nascita di via Vittorio Emanuele quasi come adesso possiamo vederla. Probabilmente Lionardo Vigo acquistò parte del palazzo durante gli anni 30 o 40 dell’800, pur non essendo l’unico proprietario di tutto intero l’edificio. Infatti in alcune stanze è ancora visibile la lettera “B” simbolo della famiglia Badalà proprietaria di una parte del palazzo.

Nella facciata a perenne ricordo dell’illustre proprietario è posta una lapide in cui è scritto “Lionardo Vigo Calanna fortissimo ingegno, storico poeta filologo, qui morì il 14 aprile 1879. A durevole memoria il Municipio questo monumentale segno decretava, 1883”. Un’altra lapide, posta nella casa natale, recita “qui nacque Lionardo Vigo Calanna, insigne prosatore e poeta, addì 25 settembre 1799. La città a perpetua ricordanza questa lapide pose. 1883”.corretta P1030474 (512 x 384)

Il palazzo dove lo studioso visse è ancora un luogo pulsante di vita dato che, dopo la morte del Vigo, passò nel corso degli anni ad altri proprietari e per fortuna non è mai rimasto abbandonato, non subendo lo scempio dell’incuria umana e del trascorrere del tempo, come purtroppo è accaduto alla casa dove il poeta nacque. Entrando si può ammirare un ampio ingresso contornato da un arco. Sulla parte destra dell’atrio si apre lo scalone d’ingresso con in cima alla prima rampa di gradini lo stemma della famiglia Vigo. Le sale del palazzo nel corso degli anni hanno subito varie modifiche, seguendo il gusto e le necessità dei proprietari che si sono avvicendati nel tempo, ma la magnificenza di gran parte di esse è rimasta intatta. Le volte affrescate riportano il visitatore a fasti e opulenze di un tempo che sembra lontano, perduto, ma che grazie agli attuali proprietari che vivono nel palazzo già da alcuni decenni tutto è stato conservato magnificamente, con dedizione e amore.

Il palazzo è senza dubbio bello architettonicamente ma conserva anche il fascino di una dimora storica e nobile, ricordo di colui che vi abitò insieme alla sua famiglia. Lionardo Vigo ebbe due figli, una bambina dalla prima moglie Carlotta Swenj chiamata Carlottina e Salvatore Pasquale dalla seconda consorte Marianna Famoso. Il figlio, con decreto della Corte d’Appello di Catania in data 18 febbraio 1887, venne adottato dal marchese Giuseppe Vigo Celestri, parente di Lionardo, che non aveva avuto figli, quindi probabilmente Salvatore Pasquale non risiedette nel palazzo del padre, ma andò a vivere nella tenuta di Santa Venerina di proprietà del genitore adottivo.

Lionardo Vigo era anche un appassionato collezionista di reperti archeologici, un vero amante della cultura e dell’arte nelle sue forme più eccelse. Tra questi pezzi rari vi è una lastra marmorea che porta impressa la data “1542” e la scritta “io Petru de Calanda feci”. La targa si trovava originariamente in una torre che serviva per l’avvistamento delle navi corsare sita nel borgo di Santa Caterina, e probabilmente la scritta ci dice il nome del proprietario della torre. Quanta storia e quanta ricchezza di sapere si conserva nel cuore della nostra Acireale, e proprio per questo è da auspicarsi che questo grande patrimonio possa essere conservato e tutelato, a memoria delle nuove generazioni ma anche per noi contemporanei, perché il sapere non conosce confini e ciò che è patrimonio della nostra città è un vanto per tutti noi acesi.

Gabriella Puleo

Le foto sono di Corrado Busà

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