Editoriale / Un anno di governo di Giorgia Meloni. In attesa del promesso cambiamento

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Giorgia Meloni

ll prossimo 25 settembre sarà celebrato, con festeggiamenti e rendiconti, il primo anniversario del successo elettorale del centro destra che ha portato, per la prima volta nella storia del Paese, una donna a Capo del Governo.
Il successo delle destre non costituisce un evento inedito, giacché nel 1994 – per la prima volta nella storia della Repubblica – il centro destra, con la discesa in campo di Silvio Berlusconi, si impose, con un sonoro 42,84%, sui progressisti, che ottennero il 34,34% dei voti e sul Patto per l’Italia di Mario Segni che raggiunse il 15,75% dei voti.

Le reazioni dei due leader della destra – Berlusconi e Meloni – all’indomani della vittoria elettorale, sembrano sovrapponibili.Giorgia Meloni, un anno fa, prometteva il cambiamento per «garantire agli italiani, a tutti gli italiani, un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere e sicurezza». Silvio Berlusconi prometteva, allora, di volere cambiare l’Italia, puntando sulla cosiddetta “rivoluzione liberale”.
Una rivoluzione, peraltro, fallita sul piano politico, anche se realizzata, proficuamente, sul piano imprenditoriale, in quei settori – televisioni, calcio, edilizia e banche – dove operava e continua a operare la famiglia Berlusconi.

Giorgia Meloni
(Foto Agensir)

Simili i punti deboli dei governi di Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi

Sorprendentemente simili anche i punti deboli dei due governi. Il primo governo Berlusconi cadde, dopo soli otto mesi, per mano del leader della Lega di allora, Bossi. Oggi il governo Meloni sembra insidiato, particolarmente, dalla arroganza dell’attuale leader della Lega, Salvini.
Per il resto una gestione senza sussulti particolari, con tanti annunci, tanti rinvii, molti provvedimenti presi affrettatamente e successivamente riveduti e corretti. Niente più che una ordinaria amministrazione, favorita, peraltro, dalla inconsistenza dell’opposizione.

A distanza di un anno, dall’avvento della Meloni, non solo non si sono avvertiti sostanziali cambiamenti nella conduzione della cosa pubblica – un anno è troppo poco, comunque, per formulare un giudizio compiuto – ma si nota una straordinaria continuità rispetto al precedente governo Draghi.
Fortunatamente, pensando ai precorsi bellicosi della Meloni, si direbbe! Le é bastato entrare nel nuovo ruolo per modificare atteggiamento! Accantonando i suoi convincimenti critici nei confronti dell’Unione europea, si è mossa in questo primo anno da europeista convinta.

Giorgia Meloni a difesa dell’Ucraina

Ugualmente sul fronte internazionale, dove ha rinnovato la storica fedeltà dell’Italia all’Alleanza atlantica, schierandosi, decisamente, a difesa dell’Ucraina. Perfino sul fronte dell’immigrazione è stata capace di modificare atteggiamento. Messe da parte le idee bellicose, condivise con Salvini – respingimenti e blocchi navali – si è mossa ricercando il dialogo e misure condivise sia con l’Unione europea che con i Paesi di provenienza degli immigrati.

Analoga metamorfosi sul piano interno. La Meloni ha governato mantenendo la linea di rigore, onorando gran parte dei programmi del governo precedente, del quale era stata l’unica convinta avversaria. L’assunzione di uno stile di governo più austero e responsabile l’ha costretta, tuttavia, a rivedere le tante promesse fatte prima e durante la campagna elettorale. Fra le tante, l’archiviazione della eliminazione delle accise sui carburanti, uno dei suoi cavalli di battaglia!

Di più, in vista della preparazione della manovra di bilancio, la Meloni ha lanciato ai suoi ministri messaggi perentori. “Sprechi e inefficienze devono essere tagliati e le poche risorse che abbiamo devono essere spese al meglio». Dopo avere promesso mari e monti, la Meloni e i suoi alleati si accorgono, oggi, che le casse sono vuote e che la famosa “pacchia” è finita anche per loro! A dimostrare, se ce n’era bisogno, che un conto è l’atteggiamento dai banchi dell’opposizione, un altro quando ci si trova al governo.

“La misura dell’intelligenza – affermava Albert Einstein – è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”. E la Meloni ha dimostrato, da questo punto di vista, di essere una persona intelligente! Quanto al promesso cambiamento, se ne parlerà quando sarà possibile. Con buona pace per le aspettative degli italiani e dei più poveri in particolare.

Pino Malandrino

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