Giornata mondiale dei malati di lebbra / Ad Acireale l’appello della piccola Sofia: “Aiutiamoli con coraggio a distruggere la malattia”

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La piccola Sofia Urso insieme ad alcuni membri dell'associazione Follereau

L’Associazione Italiana Follereau, fondata nel 1961, si ispira agli ideali del francese Raoul Follereau che, insieme alla moglie Madeleine, visse una vita evangelica, impegnando le sue energie nel dare dignità non solo ai lebbrosi, nel passato  emarginati e in condizioni penose, ma  in generale ai colpiti da “lebbre”.

La piccola Sofia Urso insieme ad alcuni membri dell’associazione Follereau

Negli anni Ottanta, per merito di un medico scandinavo, scoperto il virus della lebbra, la malattia diventò curabile a prezzi molto modesti; da sottolineare che il virus si sviluppa nel degrado, quindi tra le popolazioni più povere del nostro pianeta. Inoltre lo stigma di tale malattia millenaria spesso permane, impedendo o ostacolando dopo la guarigione l’inclusione dell’ex lebbroso nel mondo del lavoro. L’Aifo lotta nei Paesi africani, in alcuni dell’India o del Brasile, per aiutare le famiglie di lebbrosi a superare le difficoltà e inserirsi positivamente nel sociale.

Novità del 2017, l’istituzione della Fondazione “FONDAIFO ONLUS”, dove sono trasferiti i beni mobili o immobili, fondi, finanziamenti, finalizzati ai progetti dell’Associazione, garantendone la protezione.

Il gruppo Aifo di Acireale, di recente, ha realizzato due incontri, a cura dei professori Giuseppe Vicari e Mauro Pulvirenti: uno a Santa Maria Ammalati, parroco don Marcello Pulvirenti,  con i ragazzi e i bambini; l’altro, al Santissimo Salvatore, parroco don Marcello Zappalà, con gli adulti partecipanti alla “lectio divina”.

La letterina manoscritta della piccola Sofia

La 64° Giornata Mondiale dei Malati di lebbra, svoltasi domenica 29 gennaio, in piazza Duomo, ad Acireale, è stata vissuta intensamente. Proficua, la collaborazione dell’associazione “Misericordia”; la vendita di barattoli di miele, con la scritta “Grazie per aver contribuito alla cura dei malati di lebbra”, ha fruttato 840 euro, cui si sono aggiunti 300 euro di offerte.

Si è verificato un momento emozionante, inaspettato, quando, accompagnata dal papà, si è presentata  una bella bambina di nove anni, Sofia Urso, che, sensibilizzata dall’incontro Aifo nella parrocchia di Santa Maria Ammalati, ha consegnato nelle nostre mani un suo significativo appello, scritto a mano, avente per firma il disegno di un cuore, nel cui centro spicca la parola ‘ lebbra’.
Lo riportiamo testualmente, come da promessa:
“La lebbra è una malattia che può colpire tutto il corpo. Per me la lebbra si può curare, (oltre ai medicinali) con la forza di volontà, ciò vuol dire che nonostante la malattia, si abbia un po’ di coraggio e con quel po’ di coraggio si passa da una malattia fino ad aiutare gli altri. Noi uomini non vogliamo starci vicino, ma io sì perché voglio aiutarli e farci compagnia. Anche se non sono vicina a loro, sono con loro con il mio cuore; questo scritto l’ho fatto per AIFO in modo che pian piano la lebbra si distrugga e vincerà il coraggio. Grazie AIFO!  Lottiamo contro la lebbra! W AIFO –  Grazie anche a Raoul Follereau!

   Anna Bella

 

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