Immigrazione / La rotta dal Bangladesh verso l’Italia

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Il Bangladesh è uno dei paesi con il numero più elevato di flussi migratori del mondo e molti dei suoi cittadini hanno scelto proprio l’Italia per costruire una nuova vita, contribuendo al fenomeno dell’immigrazione. Il nostro paese, come tutta l’Europa, è stata negli anni nucleo d’accoglienza per le migrazioni, quindi non sorprende che rientri fra le destinazioni prescelte da molti.

Immigrazione / La rotta dal Bangladesh verso l’Italia

Il Bangladesh è il quinto paese al mondo per numero di migranti, subito dietro India, Messico, Russia e Cina. Conta ben 7 milioni di cittadine e cittadini che vivono fuori dai propri confini. Il Paese del Bengala si estende su 147570 km² (cui vanno sottratti però ben 10090 km² di acque), e conta una popolazione di quasi 166 milioni di abitanti. A differenza di moti paesi caratterizzati da un elevato flusso migratorio, il Bangladesh non viene lasciato propriamente per problemi di stampo politico. Nonostante gli sforzi e i tentativi ripetuti negli anni, resta un paese in via di sviluppo.

La sua economia non è riuscita a decollare e ciò l’ha sfavorito enormemente rispetto a quella crescita che ha invece investito altri paesi asiatici. Il suo reddito pro capite nel 2012 è stato di 1963 $ (a parità del potere d’acquisto) rispetto a una media mondiale di 11.750 $. Nonostante ciò, non bisogna dimenticare che anche questo paese sia stato teatro di lotte e di gravi conflitti politici e religiosi, attualmente aggravati dal flusso di rifugiati di etnia Rohingya provenienti dal confinante Myanmar, dove questa minoranza etnica subisce una violenta persecuzione.

Immigrazione / Il Bangladesh e l’emigrazione 

La maggior parte della popolazione è impegnata nell’agricoltura. Con l’avanzamento crescente delle richieste della fast fashion però, un terzo della popolazione è impiegato nella filiera tessile. In migliaia si riuniscono in capannoni fatiscenti per fabbricare a basso prezzo ciò che noi, in Occidente, ci sorprendiamo di trovare in sconto nel nostro negozio preferito. Il Bangladesh registra un tasso di crescita di oltre il 6% all’anno. Però ha anche il 14,8% della popolazione in condizioni di povertà assoluta. La Banca Mondiale ha stabilito dei criteri generali secondo cui chi si trova in questa condizione dispone di meno di meno di 1,90 dollari al giorno.

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Rispetto all’estensione del territorio, il numero di abitanti è comunque ben oltre la media e ciò rende il Bangladesh un paese sovraffollato. Facciamo un paragone con il nostro paese. L’Italia conta poco meno di 60 milioni di abitanti su 302 mila chilometri quadrati d’estensione. Il Bangladesh ha quasi il triplo degli abitanti con circa la metà di superficie disponibile. 

Emigrazione / Bangladesh e disastri climatici 

Non solo l’economia non regge e gran parte delle industrie sono costrette a spostarsi dal Paese, ma anche ciò che resta viene molto spesso distrutto. Il paese non è estraneo a fenomeni meteorologici disastrosi, con frequenti inondazioni e cicloni. Si registra, tramite i dati dell’Internal Displacement Monitoring Centre (IDMC), che questi eventi abbiano costretto circa 4 milioni di abitanti a lasciare il Paese solo nel 2019. Eventi del genere non solo mettono in ginocchio un paese, ma ne distruggono le prospettive future. Se pensiamo che risulta già assai complicato fronteggiare questi fenomeni in un paese come il nostro, l’Italia, non deve sorprenderci che per un paese economicamente svantaggiato la situazione sia assai più grave. 

Immigrazione / Bangladesh e la sua rotta verso l’Italia

I cittadini che emigrano non solo riescono spesso a trovare un luogo con più possibilità per il proprio futuro, ma aiutano anche il loro paese d’origine. Come dimostrato dalla ricerca svolta da Caritas Italiana e ISPI, una ricerca del 2019 basata sui contesti d’origine dei migranti, i Bengalesi emigrati hanno inviato al loro paese d’origine 17miliardi di dollari di rimesse. La migrazione in questo senso è considerata un mezzo particolarmente efficace per mantenere le famiglie rimaste nel proprio paese, soprattutto sul lungo periodo. 

Nonostante i paesi del Golfo, tra cui Arabia Saudita ed Emigrati Arabi Uniti, siano i paesi principalmente interessati dall’immigrazione da parte dei cittadini bengalesi, anche l’Italia e l’Europa ricoprono un ruolo rilevante secondo i dati raccolti dalla ricerca. La comunità del Bangladesh residente in Italia è quella che ha avuto tra il 2019 e il 2020 la crescita più intensa (5,7%) dopo quella egiziana, toccando quota 147.872 persone al 1° gennaio 2020.

Immigrazione / Bangladesh e la sua rotta verso l’Italia

La maggior parte delle richieste d’ingresso sono “motivazioni familiari”: il 70%. Solo il 30% consiste in richieste d’asilo. Ancora più basso, tanto da essere quasi irrilevanti ai fini della ricerca, è il dato circa l’ingresso per motivi di lavoro. Gli ingressi avvengono tramite sbarchi, infatti i cittadini bangladesi sono quelli numericamente più presenti duranti gli sbarchi sulle coste italiane. Quelli che vengono “gentilmente” invitati da tanti ignoranti connazionali a “starsene a casa loro”. Il 2021 conta 6500 persone giunte in Italia dal Bangladesh, ponendolo come secondo gruppo nazionale più presente dopo la Tunisia. 

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Il viaggio che li porta qui consiste speso in un percorso migratorio iniziato, per i più fortunati, con un viaggio aereo in Libia. Da lì ha inizio la traversata in mare verso l’Italia. Frontex ha rilasciato dei dati sulla finestra temporale di gennaio-settembre 2021. Stando ai dati, sono state registrate tre rotte principali per la migrazione delineate dall’Agenzia europea per il controllo delle frontiere dell’Unione: la rotta del Mediterraneo centrale, con meta l’Italia (6000 riscontri), il Mediterraneo orientale con destinazione la Grecia (528 riscontri) e quella verso la Spagna (411 riscontri).

Immigrazione / Bangladesh e la sua rotta verso l’Italia

Per arrivare nel nostro paese, i costi che un migrante deve sostenere sono elevatissimi. Sempre che non anneghi e non resti torturato in Libia. Una volta arrivati qui, le prospettive per il futuro diventano sicuramente più ampie e promettenti, ma spesso e volentieri ad emigrare sono “gli uomini di casa”. Che siano i figli maschi, i padri e i mariti poco importa. Lo scopo ultimo dell’emigrazione e poter aiutare chi resta a casa, nella propria patria.

Vittoria Grasso

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