Intervista / Domenico Famà: quando la chitarra classica riempie la vita

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Un grande talento, un giovane che a soli 27 anni ha già raggiunto importanti affermazioni nel mondo musicale con una folgorante carriera e tanti riconoscimenti alla sua bravura e principalmente al suo grande impegno e al suo talento.
Domenico Famà nasce a Catania nel 1989, fin dalla più tenera età dimostra un grande interesse per la musica che lo porta a  soli 7 anni ad iniziare lo studio della chitarra. Il suo percorso formativo continua presso il conservatorio di musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza dove si laurea con il massimo dei voti. Dopo questo importante traguardo Domenico si trasferisce a Vercelli frequentando il corso triennale internazionale di interpretazione chitarristica studiando con il maestro Angelo Gilardino presso la scuola superiore di musica “Francesco Antonio Vallotti”.
Si laurea successivamente  in didattica della musica con 110 e lode  discutendo una tesi sulla scuola chitarristica gilardiniana dal titolo “Angelo Gilardino il maestro dei maestri”, riscuotendo grande successo, da chi è nel settore, con la sua pubblicazione.
La sua attività concertistica si svolge in tutta Italia, facendolo conoscere e apprezzare dal pubblico che accorre sempre molto numeroso ai suoi concerti. Interprete del repertorio solistico del primo e secondo novecento, fa parte anche dell’ensemble barocco “Il cimento armonico” diretto da Fabrizio Migliorino e suona stabilmente con il primo violino del teatro Massimo “Vincenzo Bellini” di Catania Salvatore Domina.
Il giovane musicista ha risposto ad alcune nostre domande, raccontandoci in prima persona cosa si prova alla sua giovanissima età ad aver raggiunto tanti importanti traguardi.
Come ha iniziato lo studio della musica scegliendo come strumento la chitarra?
Fin da piccolo appassionato di musica, quando la mia mamma mi chiese se avevo voglia di studiare uno strumento scelsi la chitarra quasi per gioco, visto che avevo appena 7 anni, perché il maestro scelto dai miei genitori era un nostro amico, Orazio Carrara. Lui capì subito il mio talento e incominciò a seguirmi con particolare cura portandomi a partecipare al mio primo concorso ad appena 8 anni. L’anno seguente partecipai al mio primo concorso internazionale vincendo il primo premio assoluto. Ho continuato a studiare da privatista con il maestro Carrara fino a 17 anni quando sono entrato al conservatorio di Cosenza studiando con il maestro Pietro Morelli.
Che ricordi ha di quel periodo della sua vita?
Ricordi bellissimi, Il maestro Morelli è un uomo molto rigido da un punto di vista professionale, ma di grande umanità. Il conservatorio di Cosenza poi, oltre ad essere uno dei migliori conservatori d’Italia è un luogo incantevole, magico. L’edificio che lo ospita è un antico convento, in inverno nevicava, può immaginare che atmosfera si respirasse dentro quelle mura.
Lei, ad un certo punto, ha conosciuto un musicista molto importante, che sicuramente ha avuto un ruolo significativo nella sua vita sia artistica che personale.
Si, nel 2009 a Cosenza ho conosciuto il maestro Angelo Gilardino, uno dei padri della chitarra classica. Nel 2012 ho deciso di partecipare alle selezioni per poter entrare nella scuola che egli dirigeva a Vercelli, e quindi può immaginare la mia gioia quando seppi di essere stato ammesso. Nel 2014, il maestro mi ha dedicato una sua composizione dal titolo “Capriccio etneo”. La prima volta l’ho eseguita ad Acireale, spero di farlo anche altre volte in questa bella città.
Si definisce un chitarrista o ama definirsi un musicista?
Sono un chitarrista, anche se ho studiato anche composizione e lettura della partitura incominciando poi a scrivere anche i primi lavori che oggi con mia grande gioia sono eseguiti da tanti musicisti.
Lei in pochi anni ha raggiunto grandi successi, ottenuto consensi e studiato con grandi maestri, una così folgorante carriera potrebbe continuare fuori dalla sua terra d’origine, magari con più possibilità, lei invece è tornato nella sua Catania, come mai?
Volevo continuare i miei studi a Palermo, studiando direzione d’orchestra, ma dopo poco, ho deciso di partecipare agli esami di ammissione allo studio della didattica, mi sono abilitato all’insegnamento e attualmente insegno a Bronte. Nella scuola pubblica insegno da tre anni privatamente da più tempo, ho tante richieste, alcuni studenti vengono da Enna, da Caltanissetta e questo è per me di grande soddisfazione perché significa che riesco a trasmettere ai miei studenti l’amore per questo strumento purtroppo poco conosciuto a livello classico. Sono tornato perché spero che tante cose possano cambiare, io ci credo.
Come mai nel repertorio classico concertistico sono più conosciuti altri strumenti?
La chitarra è più conosciuta nell’ambito della musica commerciale, in Italia fa più fatica ad entrare nelle stagioni concertistiche, gli strumentisti vedono la chitarra come uno strumento più leggero a differenza di altri strumenti. Io sinceramente mi auguro che in Italia le cose pian piano possano cambiare, specialmente grazie a maestri come Angelo Gilardino. Il mio sogno è che ci sia un cambio generazionale con nuova linfa e nuove idee, o un cambiamento di mentalità per chi insegna ancora, perché è nella scuola che le nuove idee possono svilupparsi  e realizzarsi.
Lei ha anche fondato nel 2012 una associazione musicale, ce ne vuole parlare?
Ho creato l’associazione Prometheus, abbiamo lavorato con un gruppo di giovani  musicisti organizzando negli anni interessanti stagioni concertistiche. Negli anni ho coinvolto, invitandoli in Sicilia, molti colleghi stranieri,  e i concerti si svolgono nel castello di Leucatia a Catania. Adesso durante le festività natalizie siamo stati invitati dal comune di Catania a tenere concerti dedicati al Natale che si terranno presso il palazzo della cultura.

Gabriella Puleo

 

 

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